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Parti alla scoperta delle spiagge più belle d’Italia tra baie isolate e paradisiache, raggiungibili solo via mare, e località balneari di sabbia finissima

7600 chilometri di litorali e un mare che tocca tutte le tonalità del blu. Concediti una vacanza unica: il mare in Italia sa essere placido e caldo e le spiagge porti sicuri dove trovare pace e silenzio. Ma anche infiniti luoghi dove divertirsi, fare sport e assaggiare piatti speciali, in una parola: indimenticabile.
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Sciacca

Sciacca

Quella che i Romani chiamarono Terme Selinuntine è l’attuale Sciacca, che sembra tuffarsi nel mare e il cui centro storico, in parte racchiuso da mura, è un intrico di vicoli ciechi e di cortili di sapore arabo. I nomi – l’attuale dall’arabo as-saqah, ‘l’acqua’, l’antico greco di Thermai Selinuntinai e i romani Thermae Selinuntinae o Aquae Labodes – rivelano facilmente l’antica vocazione della città, che nacque in effetti nel VI-V secolo a.C. come stabilimento termale dipendente dalla potente e vicina Selinunte, della quale condivise le sorti (inclusa la distruzione da parte dei cartaginesi nel 409 a.C.). In età romana, a partire dal II secolo a.C., si sviluppò l’uso termale delle stufe di acque sulfuree di monte Kronio e crebbero l’agricoltura e la città. Gli arabi cinsero di mura l’abitato e lo espansero secondo i modelli, tuttora riconoscibili in alcuni quartieri, della loro cultura insediativa. I normanni ampliarono la cinta muraria facendo spazio alla convivenza di greci, arabi e franchi. Nel XV e XVI secolo sul tessuto dell’architettura civile medievale s’innestò la più sontuosa edilizia dei palazzi dell’aristocrazia terriera – lo Steripinto su tutti – e si realizzò il circuito murario bastionato voluto da Carlo V. Al XVII secolo appartengono i radicali restauri delle chiese e dei conventi nelle forme barocche che oggi vediamo. Negli anni ’50 del Novecento la costruzione del Grand Hotel delle Terme e dello stabilimento di monte Kronio conferirono all’economia di Sciacca un’impronta turistico-termale. Passeggiando per le vie del centro, ci si accorge di come Sciacca abbia fatto della produzione ceramica una vocazione: ci si muove tra vasi colorati, pannelli murali e scalinate decorate da maioliche in un gusto rinascimentale. Il Carnevale di Sciacca, con sfilata di carri allegorici, è uno dei più antichi e suggestivi della Sicilia: alla periferia occidentale della città, in via Fratelli Bellanca, c’è anche un museo dedicato. La visita segue in parte l’originaria ripartizione in tre quartieri, adagiati su altrettanti piani di roccia inclinati verso il mare. Il ripiano intermedio, tra la piazza e la strada principale – piazza Scandaliato e corso Vittorio Emanuele – e via Licata a nord, è una stretta fascia di eleganti edifici religiosi e civili; il superiore e più vasto quartiere, Terravecchia, è un intrico di vicoli e stradine spesso gradonate, d’impronta araba, delimitato a nord da una cinta muraria bastionata di cui rimangono tratti consistenti (oltre al trecentesco castello Luna). Il terzo livello s’innesta sotto il piano edificato del corso e digrada ripidamente fino al molo; è il quartiere dei marinai e dei vasai ceramisti, secondo una secolare funzione urbana. Sul promontorio a est, una passeggiata ornata di palmizi separa il Grand Hotel delle Terme dallo strapiombo sul mare cristallino.
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Polignano a Mare

Polignano a Mare

Polignano a Mare, bianca scogliera di Puglia Arroccato sul ciglio di un’alta scogliera che si erge dal mare Adriatico, Polignano a Mare è una delle località più spettacolari e frequentate della costa pugliese. Il centro storico di questo borgo di mare è un dedalo di viuzze che si protrae verso una minuscola spiaggia, la Lama Monachile, che taglia in due la scogliera. Sotto l’abitato, un groviglio di grotte invita a scoprire un mare limpidissimo. Polignano è anche la città natale di Domenico Modugno, l’autore de Nel blu dipinto di blu, la canzone italiana più famosa nel mondo. Tutte le viuzze portano al mare Il nucleo storico di Polignano a Mare, centro abitato fin dal Neolitico, è una distesa di case bianche di origine medievale affastellate sulla scogliera. Al borgo si entra passando sotto il cinquecentesco l’Arco Marchesale, noto anche come Porta Grande, che fino al 1780 è stato l’unico punto di accesso al paese che era circondato da un fossato, oggi nascosto da piazza Garibaldi, con relativo ponte levatoio. Per le stradine di Polignano potete perdervi, tanto prima o poi sbucherete ad un affaccio sul mare e l’effetto sorpresa sarà ancora maggiore. Un selfie a Lama Monachile, spiaggetta dall’acqua turchese Troverete senz’altro la Chiesa Matrice, del Duecento, il palazzo Marchesale, dimora dei feudatari e il palazzo dell’Orologio. Il luogo più fotografato di Polignano a Mare è la sua spiaggetta dall’acqua turchese, la Lama Monachile, sempre molto affollata nei mesi estivi: il ponte che sorge alle sue spalle è costruito sopra un ponte romano della via Traiana, la Roma-Brindisi dell’antichità, che passava proprio qui. Lì accanto, sul lungomare, vedrete la statua dedicata al polignanese più celebre al mondo, il cantante Domenico Modugno. Dalla parte opposta del paese, sempre con spettacolare vista mare, c’è il bel museo della Fondazione Pino Pascali, un artista originario di Polignano scomparso negli anni Sessanta, che espone mostre di arte contemporanea. Cosa vedere attorno a Polignano a Mare L’atmosfera di Polignano a Mare si assapora passeggiando sulla scogliera e scendendo sul litorale da cui la vista sulla città bianca è spettacolare. In quaranta minuti a piedi in direzione di Bari, tra le deliziose baie di Ponte dei Lapilli e Porto Cavallo, entrambe ideali per fare un bel bagno, arrivate al villaggio di San Vito, inconfondibile per la presenza dei resti dell’omonima abbazia che risale al X secolo, ai tempi dei monaci basiliani che si rifugiarono in queste terre in fuga dalle lotte iconoclaste dell’Impero bizantino. Poco più avanti c’è la torre quadrangolare di San Vito davanti a uno specchio di mare che sembra una piscina naturale. Di giorno come di sera, in questo luogo idilliaco ricco anche di locali e ristoranti, non sarete mai soli: la movida di Polignano arriva fino a qui. Grotte e tuffi dalla scogliera Sono una ventina le grotte che il mare ha creato con la forza delle sue onde sulla scogliera su cui sorge Polignano: la più grande è la grotta Palazzese, chiamata così perché si trova sotto un palazzo nobiliare dal quale si poteva accedere. Oggi il palazzo è stato trasformato in un hotel 5 stelle che negli anfratti naturali della scogliera ha ricavato le sale del ristorante e la grotta resta accessibile via mare. Altre grotte hanno i nomi più impensabili, legati perlopiù all’uso delle stesse che si è fatto nel tempo: quella dell’Arcivescovado sarebbe stata collegata attraverso cunicoli al palazzo del vescovo, quella delle Monache veniva usata dalle suore dell’ospedale. La più suggestiva è l’Ardito, dal nome dei suoi proprietari, che al suo interno ha una colonna naturale sulla quale i pescatori si arrampicavano per salire in paese. Cosa mangiare a Polignano a Mare Su una delle tante terrazze che si affacciano sulla scogliera, nei numerosissimi ristoranti di Polignano, potete gustare tutto l’anno piatti di crudità di mare, un misto di seppie, gamberi, scampi e tanti altri pesci a seconda della stagione e del pescato. Per chi il pesce lo preferisce ben cotto, allora il piatto da provare è riso, patate e cozze. Altra specialità locale è la dolcissima carota di Polignano, coltivata proprio nella zona dell’abbazia di San Vito, riconosciuta come presidio Slow Food. Un caffè, ma speciale: con scorza di limone e panna Se preferite lo street food per non perdervi neanche un minuto di spiaggia, allora provate il panino con il pesce, con tartare di tonno, burrata e pomodori, oppure con il polpo fritto e le cime di rapa, una vera delizia. A fine pasto concedetevi il Caffè Speciale, secondo la ricetta messa a punto proprio qui a Polignano: è un caffè zuccherato con aggiunta di scorza di limone, panna e amaretto, servito rigorosamente in un bicchierino di vetro.
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Lerici

Lerici

Pur alle prese con problemi di sovraffollamento e conseguenti limitazioni al traffico delle auto, e benché non sia rimasta immune da un’edificazione massiccia e non sempre di qualità, la località conserva parte di quelle atmosfere che ne fecero meta già del turismo romantico. Affascinano soprattutto i caruggi e le scalinate che segnano il tessuto del borgo più antico e l’imponente castello. Due gli edifici religiosi principali. L’oratorio di S. Rocco, in largo Marconi – adiacente a piazza Garibaldi, aperta sul porto turistico – con campanile trecentesco su cui sono inseriti due bassorilievi del XVI secolo e, all’interno, sull’altare maggiore, bella tavola cinquecentesca dei Ss. Martino vescovo, Cristoforo, Sebastiano e Rocco; nella navata sinistra, Madonna della Salute, originale dipinto su lavagna (secolo XVI). La seicentesca chiesa di S. Francesco, in via Cavour, con notevoli pale d’altare, quasi tutte di scuola genovese; dalla sagrestia si accede all’oratorio di S. Bernardino, dove secondo la tradizione avrebbe predicato Bernardino da Siena dal piccolo pulpito in ardesia nera. Lungo la strada che conduce a Tellaro, si fiancheggia un tratto di costa di notevole pregio ambientale, con limpidi fondali ricchi di vegetazione; tra la punta di Maramozza e Maralunga, il Parco subacqueo archeologico della Caletta è luogo ideale per immersioni alla scoperta dei resti di una nave commerciale romana. Nel tratto di frastagliata costa tra il promontorio di Maralunga e Fiascherino, piccole incantevoli spiagge sono accessibili con ripide scalinate.
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