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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Cividale del Friuli

Cividale del Friuli

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Borghi più belli d’Italia, sito UNESCO Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui viene il nome Friuli, più tardi Cividale divenne sede del primo ducato longobardo in Italia e in seguito, per alcuni secoli, residenza dei Patriarchi di Aquileia. Oggi, Cividale conserva ancora significative testimonianze longobarde, prima fra tutte il Tempietto, una delle più straordinarie e misteriose architetture alto-medievali occidentali. Sculture longobarde sono conservate anche nel Museo Cristiano e nel Museo archeologico nazionale. Questo patrimonio storico e artistico nel 2011 è stato riconosciuto dall'UNESCO, che ha posto Cividale all'inizio del percorso longobardo in Italia in un itinerario che consente di scoprire tesori stupendi, anche se poco noti, a cominciare proprio dal Friuli Venezia Giulia. A Paolo Diacono, il cividalese autore della Historia Langobardorum, è dedicata una delle piazze del centro storico più amate e animate. Da qui può iniziare la vostra passeggiata verso piazza Duomo fino a raggiungere poi il Ponte del Diavolo, con una suggestiva vista sul Natisone. Cividale è circondata dai Colli orientali del Friuli, dove si producono vini DOC e DOCG rinomati ed eccellenti provenienti da vari vitigni, tra cui alcuni autoctoni: il Picolit, il Friulano e il Verduzzo tra i bianchi, il Pignolo, lo Schioppettino e il Tazzelenghe tra i rossi.
UNESCO
Barbaresco

Barbaresco

Nel cuore delle Langhe, tra colline dolci e paesaggi mozzafiato, sorge Barbaresco, piccolo borgo che sembra sospeso nel tempo. Il paesaggio qui è armonia pura: vigneti ordinati che seguono il ritmo delle stagioni, casali antichi, strade panoramiche che si snodano tra le alture e regalano scorci mozzafiato sul Tanaro e sulle Alpi lontane. In autunno, le vigne si tingono di rosso e oro, trasformando il territorio in una tavolozza vibrante che invita alla contemplazione e alla lentezza. Barbaresco non è solo bellezza da guardare, ma anche da vivere. Al centro del paese si trova uno dei suoi luoghi simbolo: l’Enoteca Regionale del Barbaresco, ospitata all’interno della chiesa sconsacrata di San Donato. Qui si entra nel cuore della prestigiosa DOCG che porta il nome del borgo. L’Enoteca propone un percorso di scoperta e approfondimento dedicato a tutti i cru che compongono la denominazione, un mosaico enologico che racconta un terroir complesso e affascinante. Oltre alla degustazione, l’Enoteca si distingue per la sua missione culturale: accogliere, informare, educare. Ogni vigneto, ogni produttore, ogni annata riceve la giusta attenzione, restituendo al visitatore un’esperienza completa e autentica. Un luogo dove il vino non è solo piacere, ma racconto, identità e orgoglio del territorio. Da non perdere la grande Meridiana, realizzata nel 1999, con il calendario stagionale, l’orologio a ore vere del fuso, la meridiana universale e i nomi di 40 città.
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Castel Guelfo di Bologna

Castel Guelfo di Bologna è un incantevole borgo emiliano dove ogni pietra racconta una storia e l'accoglienza è di casa. A pochi chilometri da Imola e dal casello autostradale di Castel San Pietro Terme, l’abitato, circondato da una campagna curata e rigogliosa, lancia il suo sguardo fino alle prime colline dell’Appennino, a una manciata di chilometri di distanza. Per chi arriva da Bologna il primo impatto è speciale: un lungo viale ornato di tigli su entrambi i lati che porta dritto alla caratteristica piazza Dante Alighieri, con la sua singolare forma a triangolo. Da lì, attraverso il cosiddetto “Campanazzo”, antica porta d’ingresso sormontata dall’orologio, si entra nel borgo, protetto dalle mura del XIV secolo e dai quattro torrioni angolari a forma circolare, perfettamente conservati. Tra i vicoli del centro storico meritano una visita il Palazzo Malvezzi-Hercolani, risalente al 1448, che oggi ospita il Municipio. Ci si entra attraverso un portale ogivale, che conduce subito nel cortile interno circondato da due loggiati in stile rinascimentale. Merita attenzione anche il Palazzo del Podestà, antica seconda sede dell'amministrazione locale, anch'esso ha un ingresso sovrastato da un arco ogivale e una torre simile a quella di Palazzo Malvezzi. Visitare Castel Guelfo di Bologna significa immergersi in questa atmosfera unica, dove il passato glorioso dialoga amabilmente con un presente vivace e accogliente. È un luogo che conquista con la semplicità e il calore tipici dell'Emilia, facendo sentire il visitatore un ospite gradito. E se per caso si capita a Castel Guelfo l’ultimo fine settimana di giugno, si ha la fortuna di immergersi nella tradizionale "Sagra del Vino e della Ciambella", un'occasione unica per assaporare le tradizioni e i sapori più genuini del territorio.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
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