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Da Assisi a Perugia passando per Gubbio, il lago Trasimeno e la Cascata delle Marmore: l'Umbria è una meta turistica che incanta

Cime vestite di boschi rigogliosi e grandi valli disegnate da fiumi, laghi e cascate; colline spesso coronate da borghi e castelli, attraversate da sentieri intrisi di storia, arte e cultura, in una naturalezza che ritempra corpo e anima: tutto questo e molto di più è l’Umbria, il Cuore Verde d'Italia.

Perugia Terni
Piazza IV Novembre - Perugia, Umbria
Perugia

Nel cuore dell’Italia, uno dei suoi centri più antichi, Perugia è nota per una frizzante vita sociale, universitaria e non solo Una città moderna dal passato importante che è possibile respirare in ogni suo angolo: Perugia, capoluogo umbro, sorge su un colle nella valle del Tevere ed è una celebre città d’arte, oltre che un polo culturale effervescente. Ha l’aspetto di un borgo medioevale fortificato, all’interno di una possente cinta muraria. Sfoggia musei di prim’ordine, una splendida natura che la circonda e non dimenticate il cioccolato, che qui viene prodotto e celebrato con Eurochocolate, Festival golosissimo.

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Cattedrale Santa Maria Assunta a Terni
Terni

La doppia anima della “città dell’acciaio” Terni è una città incastonata nel cuore della penisola, ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche. Oltre all’Anfiteatro romano, in parte ancora conservato, meritano una visita la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la torre romanica dei Barbarasa e la Basilica di San Valentino, dove sono conservate le spoglie del santo protettore degli innamorati. Agli edifici più antichi si mescolano architetture contemporanee come la “Lancia di luce”, meglio nota come Obelisco di Arnaldo Pomodoro. Si tratta del simbolo moderno della città e raffigura l’evoluzione dell’arte fusoria dal ferro grezzo della base fino alla punta che sembra essere d’oro. Tra i borghi più belli della provincia c’è Orvieto, famoso per il suo Duomo dalla facciata policroma e per il Pozzo di San Patrizio: le sue scale elicoidali vi porteranno fino a 62 metri di profondità. Altrettanto affascinanti sono la medievale Narni e La Scarzuola, “città ideale” di Tomaso Buzzi. Dal punto di vista paesaggistico ricordiamo la Cascata delle Marmore. Con un dislivello di 165 metri, suddiviso in tre salti, è una delle più alte d'Europa, dove è possibile praticare una serie di sport outdoor, quali rafting, torrentismo, hydrospeed o kayak. C’è inoltre la possibilità di visitare alcune grotte e forme carsiche scavate nei millenni dalle acque. Il Lago di Piediluco, per l’assenza di correnti e la presenza di venti regolari, è un eccellente campo di gara per regate di canottaggio.

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Borghi
Gubbio

Gubbio

Una giornata a Gubbio, la città di pietra dell’Umbria È nota come la “città di pietra” e sorge sul fianco del monte Ingino: Gubbio vi conquisterà a prima vista con il suo fascino medievale tutto da scoprire nel suo labirinto di vicoli e stradine. La lunga storia di Gubbio Le origini di Gubbio affondano le radici nell’antica civiltà umbra, come testimoniato dalle cosiddette Tavole Eugubine scritte in lingua umbra e risalenti al III-I secolo a.C. Potete ammirarle nelle sale del Museo Civico a Palazzo dei Consoli. Il periodo d’oro di Gubbio ha inizio intorno al Mille, all’epoca dei Comuni. Sotto la guida del vescovo Ubaldo, nel 1100, la città vinse una guerra contro Perugia. Nel frattempo si diffusero le arti e i mestieri, tra cui la lavorazione delle maioliche. Con il 1300 la città assunse la forma che ha ancora oggi. È a quell’epoca che risalgono alcuni dei palazzi più belli di Gubbio. Una passeggiata in centro Cominciate il giro dal gioiello di Gubbio, Piazza Grande o Piazza della Signoria, una piazza “pensile” che si affaccia sulla città. Ai suoi lati si trovano i palazzi pubblici della città: Palazzo dei Consoli in stile gotico e Palazzo Pretorio, uno di fronte all’altro. Date un’occhiata anche al Palazzo Ranghiasci Brancaleoni che si trova sulla stessa piazza. A due passi c’è il Palazzo Ducale in stile rinascimentale. Dai giardini di Palazzo Ducale si ha una bella vista sulla città. Fate attenzione alla porta alta e stretta a lato del grande portone: è la Porta del morto. Secondo la leggenda da qui passavano le bare dei defunti. Lungo le mura, che si trovano poco sopra il palazzo e risalgono al 1200, si aprono sei porte, alcune delle quali ancora decorate con pitture e stemmi cittadini. Tra le chiese non dovreste perdere la cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo. Merita un salto anche la chiesa di San Francesco, edificata sui terreni dell'antica famiglia degli Spadalonga che lo avrebbe accolto dopo aver lasciato la casa di suo padre e tutti i suoi averi. Si trova ai piedi della città, dove nel Medioevo si teneva il mercato e c’è ancora la lunghissima Loggia dei Tiratori, costruita nel 1600 dalla corporazione dei tessitori. Qui tendevano i panni di lana appena tessuti. La vera meraviglia di Gubbio è tuttavia la Fontana dei Matti davanti al palazzo del Bargello. Tutti possono ottenere la patente da matto facendo tre giri intorno alla fontana e facendosi bagnare alla presenza di un abitante di Gubbio che lo certifichi. Dove spingersi nei dintorni Basta uscire dalle mura medievali di Gubbio e si dischiude un altro mondo di sorprese da scoprire: il teatro romano, il mausoleo romano poco distante, l’abbazia di San Secondo, la secentesca Madonna del Prato ricca di stucchi e la chiesa della Vittorina costruita proprio dove, secondo la leggenda, San Francesco incontrò il lupo. La gola del Bottaccione Nei dintorni di Gubbio si trovano le gole del Bottaccione, ideali per una gita poco fuori città. È una profonda gola dovuta all’erosione del torrente Carmignano, ma è anche ricchissima di testimonianze storiche. Qui si trova un acquedotto che corre lungo la gola e risale al Medioevo. Nella gola si trova anche il Monastero di Sant’Ambrogio, che sorge nei pressi di una cittadella preistorica risalente al paleolitico. L’eremo è del 1300 ed era noto per le sue regole severe oltre che per la posizione inaccessibile che garantiva silenzio e solitudine. Non perdete la visita, a cominciare dalle grotte sotterranee per finire con gli affreschi della chiesa. In cima al monte Ingino: la Basilica di Sant’Ubaldo La Basilica di Sant’Ubaldo si trova proprio in vetta al monte che veglia su Gubbio, ma niente paura, se non ve la sentite di scarpinare potete raggiungerla con una comoda funivia e avrete tutta la città ai vostri piedi. Qui si custodisce l’urna con il corpo di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio. E vi arriva anche la famosa corsa della Festa dei Ceri del 15 Maggio. La chiesa è di origini medievali, ma nel corso del 1500 fu ampliata con l’aggiunta del convento e del chiostro. Non fatevi ingannare dalla semplicità dell’esterno, entrate per ammirare la ricchezza delle cinque navate e le vetrate istoriate che raccontano la vita di Sant’Ubaldo.
Spiritualità
La Scarzuola

La Scarzuola

La Scarzuola, la visione da sogno di un grande architetto La Scarzuola è un originalissimo complesso architettonico realizzato nel giardino di un ex Convento francescano del Duecento da uno dei più visionari architetti italiani del Novecento, Tomaso Buzzi. Immersa nei boschi delle colline nei dintorni di Orvieto, e precisamente nel comune di Montegiove, frazione di Montegabbione (TR), la Scarzuola svela l’immaginario onirico e surreale di un artista che volle creare la sua “città ideale” in un luogo che amava particolarmente e che acquistò nel 1956 per andarci a vivere. Dopo aver restaurato l’antico convento, Buzzi trasformò quello che era l’orto dei frati in “un’antologia di pietra”, dove natura e architettura si fondono. Una piccola città ideale immersa nel verde Ispirato a un romanzo allegorico attribuito a Francesco Colonna della fine del Quattrocento, la città ideale di Buzzi è un insieme di edifici immersi nel verde caratterizzati da stili diversi e dimensioni varie, un po’ labirinto, un po’ percorso simbolico, un po’ itinerario magico. Quasi una sintesi dei ricordi che l’artista coltivava di progetti rimasti sulla carta o solo sognati, una specie di catalogo delle potenzialità dell’architettura stessa. Il mondo in un giardino La Scarzuola, nelle parole di Buzzi, “rappresenta il Mondo in generale e in particolare il mio Mondo, quello dell’arte, della cultura, della mondanità, dell’eleganza, dei piaceri e anche dei vizi, della ricchezza e dei poteri, in cui però ho fatto spazio alle oasi di raccoglimento, di studio e di lavoro, di musica e di silenzio...”. “Risvegliare in noi quel che dorme, grazie all’architettura” Nel percorso a spirale che si compie nel giardino, attorno a vari edifici bizzarri si svelano 7 palcoscenici di altrettanti teatri, ciascuno metafora della vita e della morte, del sacro e del profano, del vero e del falso.”. Alla Scarzuola l’architettura nel verde consente di mettere ciascuno a confronto con l’inconscio attraverso la visione di figure archetipiche, quasi un percorso psicanalitico che culmina nell’Acropoli, costituita da edifici che svelano una molteplicità di prospettive e punti di vista, come la vita stessa. Nel percorso, troviamo la Torre di Babele, al cui interno si snoda la scala del sapere, la Grande Madre, la Bocca di Giona (citazione del parco di Bomarzo), il Teatro Acquatico a forma di farfalla, l’ellittico Teatro dell’Infinito, del non finito e del corpo umano. Oltre a numerosi altri elementi architettonici. Uno spiritualismo new age Antesignano di uno spiritualismo che oggi definiremmo new age, Buzzi ha lavorato per 20 anni a questa sua idea, rimettendo mano continuamente alla sua creazione. Abbandonato dopo la morte del suo autore nel 1981, il complesso della Scarzuola è stato successivamente restaurato sulla base dei suoi disegni da un nipote di Buzzi, Marco Solari, che oggi ci vive e accompagna le visite al giardino, aiutando ad interpretare i mille significati di questo luogo tanto affascinante quanto enigmatico. Il nome Scarzuola deriva quello di una pianta palustre, la scarza, che San Francesco avrebbe utilizzato per costruirsi una capanna nel luogo dove poi sorse il Convento. Nell’abside della chiesa di Santa Maria della Scarzuola - che non è visitabile, come il Convento - una trentina di anni fa è riaffiorato un affresco di San Francesco in lievitazione, considerato uno dei più antichi di tutta l’Umbria. Per saperne di più Il giardino della Scarzuola è visitabile tutto l’anno, ma solo su prenotazione. La visita dura circa 1 ora e mezza.
Teatro
Teatro della Concordia

Teatro della Concordia

Teatro della Concordia, piccola perla settecentesca a due passi da Perugia Un gioiello dell’arte in miniatura, il più piccolo teatro all'italiana del mondo con 99 posti tra palchi e platea: il Teatro della Concordia sorge nel cuore di Montecastello di Vibio, in provincia di Perugia e non lontano da Todi, in una cittadina che spicca sul versante destro della Valle del Tevere. Il suo nome non è casuale e, nell’Ottocento, l’epoca della sua costruzione, intendeva richiamare l’attenzione sugli ideali della Rivoluzione Francese: libertà, uguaglianza e fratellanza. Lo sapevate che… In giro per il mondo esistono dei teatri ancora più piccoli. Un esempio è il teatrino del Castello di Valvasone (PN). Quello della Concordia, però, è il più antico di quelli ancora in attività, testimonianza architettonica unica del teatro settecentesco all’italiana in stile goldoniano. Goldoni imponeva regole ferree per la costruzione del teatro ideale, come l’utilizzo del legno quale unico elemento dei palchi e la pianta a campana, a creare un’acustica adeguata. Di fatto è il teatro storico attivo più piccolo del globo. La Società del Teatro della Concordia, nata per la gestione della struttura, oggi si impegna a tenerlo aperto e a proporre spettacoli e visite guidate al pubblico. La storia di questa piccola meraviglia In pieno periodo napoleonico, un gruppo di 9 famiglie illustri del luogo si propose di portare l’arte a tutti, senza rinunciare ai migliori dettagli architettonici e ai grandi artisti dell’epoca. Così, gli interni del Teatro della Concordia di Montecastello di Vibio sono particolarmente preziosi, arricchiti da affreschi che ne decorano i palchetti e il soffitto a volte: tutto a opera di Cesare Agretti e del figlio quindicenne Luigi. Fu quest’ultimo a lasciare il segno con i suoi dipinti. Celebrità e curiosità Il Teatro della Concordia ha ospitato grandi artisti nel corso della sua storia. Pensiamo al giovane soprano Antonietta Stella di Todi, che è ricordata come una delle migliori interpreti del repertorio verdiano. E Gina Lollobrigida che proprio qui, nel 1945, esordì giovanissima attrice in Santarellina, del commediografo Eduardo Scarpetta. Il Teatro della Concordia da ieri a oggi Nel 1951 la sala venne chiusa e pochi anni dopo ci fu un crollo del tetto. Gli abitanti della zona consideravano il teatro troppo importante per perderlo e pensarono di autotassarsi pur di finanziare i lavori di recupero, terminati poi dalla Regione e grazie a fondi comunitari. Nel 1993 il restauro è stato terminato e oggi il teatro viene utilizzato anche per convegni, riunioni e matrimoni civili. Dal più piccolo al più grande Nel 1997 il teatro più piccolo del mondo si è gemellato con il teatro più grande del mondo, ossia il Teatro Farnese di Parma, che conta circa 4.000 posti. Per maggiori informazioni il sito di riferimento è: www.teatropiccolo.it.
La regione

Valli rigogliose ed eccellenze ambientali: Umbria, cuore verde d’Italia

Nel variegato scenario dell’Umbria sono molte le possibilità di trascorrere vacanze indimenticabili, a contatto con la natura, alla ricerca dello spirito o di emozioni forti. Gli amanti della cucina italiana potranno scegliere tra esperienze di ogni livello: in trattorie a conduzione familiare o alla corte di tanti chef stellati.

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