100 anni (e più) di ciclismo italiano: i luoghi da non dimenticare
15 luglio 2022
7 minuti
Il Giro d'Italia è tra le gare ciclistiche più prestigiose al mondo, un grande evento mediatico che richiama l’attenzione di appassionati e non solo: è la maggiore corsa italiana di ciclismo su strada, un appuntamento sportivo leggendario che vanta oltre 100 anni di storia.
Il Giro percorre l’Italia in tutta la sua lunghezza: ad alternarsi sono tappe collinari e cronometro di pianura, ma il momento più atteso della gara è quello delle tappe di montagna, dure ed esaltanti, che toccano alcuni dei luoghi emblematici delle Alpi e degli Appennini. Se volete rivivere i percorsi che hanno segnato la storia del Giro d’Italia, questi sono i luoghi che non potete mancare.
Il Passo dello Stelvio
Il Passo del Gavia
Il Passo Pordoi
Ampio e con tornanti stretti nel finale, nonostante non presenti difficoltà e pendenze insormontabili, il Passo Pordoi è una meta molto frequentata dai ciclisti sia per la bellezza del suo paesaggio sia per il fatto di essere uno dei luoghi storici del Giro. Il valico è compreso nel circuito del Sellaronda e si trova a 2.239 m di quota, e congiunge Arabba, nelle Dolomiti Bellunesi, a Canazei, in Val di Fassa.
Più volte arrivo di tappa, il Pordoi venne percorso per la prima volta dal Giro nel 1940, ed è stato per tredici volte Cima Coppi, passaggio più alto della competizione. Il suo nome è legato a quello di Fausto Coppi, il “Campionissimo”, che sul Pordoi passò in testa per ben cinque volte scrivendo pagine memorabili del Giro (al passo si trova una stele a lui dedicata). La prima volta di Coppi sul Pordoi fu proprio nel 1940, in una giornata di freddo e neve: appena ventenne, gregario di Bartali, Coppi si trovava in seria difficoltà e stava meditando il ritiro quando Bartali lo incitò lanciandogli della neve fresca e dandogli dell’ ”acquaiuolo” (ovvero una persona di carattere debole in dialetto toscano). Alla fine Coppi riuscì a salvare la maglia rosa e a vincere il suo primo Giro d’Italia.