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Cicloturismo

In bici verso l’Umbria

3 minuti

Da Murlo a Terni, pedalando attraverso prati fioriti e paesini sonnacchiosi. È il cuore verde d’Italia: oasi del silenzio, del gusto e delle due ruote.
È un itinerario che suggerisce una doppia velocità, quello che parte dal borgo etrusco di Murlo e si conclude nella città di Terni, terza tappa della Tirreno-Adriatico. Ritmi alti sulla bicicletta, visto il tracciato solo leggermente ondulato, e rilassati dopo la doccia. Del resto, qui la parola d’ordine è “perdersi”: nella natura, nelle città d’arte o tra le righe di menu che celebrano i prodotti della terra, come tartufi, formaggi e affettati. Pronti a partire?

Full immersion nella natura

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Lasciato l’abitato di Murlo, dopo solo 35 chilometri inizia la salita al Valico La Foce, 551 metri d’altitudine da conquistare lungo una strada lunga 5,4 chilometri, con una pendenza media del 4,4 per cento e una punta del 10. È il Gran Premio della Montagna di questo itinerario, ma in fondo alla portata di tutti. In cima ci si ritrova in un paradiso stretto tra i colli della Val d’Orcia e le Crete Senesi: la location perfetta per scattare qualche foto, soprattutto al tramonto. Se la giornata sulla bicicletta è finita, si può programmare una visita alla tenuta La Foce, una villa con annesso uno splendido esempio di giardino all’italiana: pendii terrazzati, siepi, vasi di limoni, file di cipressi, in un disegno che richiama le geometrie rinascimentali.

Orvieto, arte e Rinascimento

Orvieto, arte e Rinascimento

Il passaggio dalla Toscana all’Umbria, tra i comuni di Chiusi e Po Bandino, è tanto affascinante quanto leggermente insidioso: non per le pendenze, ma per le strade strette, con curve e controcurve che richiedono mani salde sul manubrio e un pizzico di attenzione in più. Al confronto, la strada in salita che va da Fabro al paese di Ficulle (a 427 metri d’altitudine) è una passeggiata di salute, seguita da una discesa che porta verso Orvieto, abbarbicata su una rupe di tufo. Una borgo-cartolina da lontano, che però merita una visita approfondita. Da non perdere la cattedrale di Santa Maria Assunta, conosciuta come il Duomo, e realizzata tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. Si tratta di un capolavoro dell’architettura gotica la cui celebre facciata, ricchissima di mosaici, guglie, statue e sculture, è opera di ben 20 artisti diversi. Al suo interno, poi, c’è un gioiello capace di incantare anche chi non si intende di storia dell’arte: la cappella di San Brizio, con affreschi rinascimentali del Beato Angelico e Luca Signorelli.

A Narni, tra storia vera e fiction

A Narni, tra storia vera e fiction

Lasciata alle spalle la cittadina di Amelia, si vola verso la piana di Narni e, dopo una decina di chilometri, il traguardo di Terni. Gli ultimi chilometri si sviluppano su strade lunghe e diritte, adatte a tutti. Ma chi non vuole emulare i professionisti, può concedersi un taglio del tracciato. Il consiglio è di sganciare i pedali a Narni, la cittadella abitata già dal Neolitico e conquistata dai Romani intorno al 300 a.C. con il nome di Narnia. Un nome che ha ispirato il titolo di una delle saghe fantasy di maggior successo di sempre: Le cronache di Narnia. In realtà l’autore, Clive Staples Lewis, non aveva mai messo piede da queste parti, ma era bastato il suono di questo paesino, associato a puntino su un’antica mappa dell’Italia, a farlo innamorare. Voi che siete qui, invece, approfittatene. Perdetevi tra i vicoli, le piazzette, le scalinate e i palazzi di questo borgo medioevale, e poi scendete nella Narni Sotterranea: una serie di ambienti (scoperti solo nel 1979) in cui si possono ammirare reperti delle diverse epoche che hanno segnato questo luogo. Affascinanti i resti di una cisterna romana. Ancora di più la sala in cui nel Medioevo si tenevano gli interrogatori del Tribunale dell’Inquisizione.

 

A cura della redazione di RCS Sport.

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