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Relax e benessere
Toscana

In Val d’Orcia, a Bagno Vignoni, terra di acque e di vino

La piazza medievale del borgo di Bagno Vignoni, nel cuore della Val d’Orcia.

3 minuti

È una stupefacente vasca in pietra di 50 metri per 30 nella quale sgorga caldissima, a 49 gradi centigradi, una sorgente di acqua termale nota sin dai tempi degli etruschi.
Oggi non è più possibile immergersi come hanno fatto Santa Caterina, Lorenzo il Magnifico o i pellegrini della via Francigena.
In compenso, gli alberghi termali del borgo mettono a disposizione ogni tipo di struttura per il benessere.    

Tutto il calore del vulcano

Tutto il calore del vulcano

È la natura vulcanica del vicino monte Amiata che alimenta la sorgente di Bagno Vignoni, ricca di solfati di magnesio e di calcio, salutare per le malattie delle ossa, della pelle e delle mucose. L’acqua che fuoriesce dalla piazza viene incanalata in un piccolo fossato che la trasporta ancora tiepida all’esterno del paese, fino a farla defluire nel fiume Orcia che scorre nella valle sottostante.

Nel passato l’acqua alimentava un sistema di mulini perfettamente funzionante anche d’estate, grazie alla portata costante della sorgente. Oggi il sentiero dei mulini è una piacevole passeggiata molto panoramica sulla rocca di Castiglione d’Orcia.          

Una sorgente calda in mezzo al bosco

Una sorgente calda in mezzo al bosco

Un’altra fonte termale a cielo aperto è quella di Bagni San Filippo, piccola località alle pendici del monte Amiata a 16 chilometri da Bagno Vignoni. Qui le acque che sgorgano dal ventre della montagna fluiscono nel Fosso Bianco e danno origine a un fiume caldo che scorre nel folto del bosco. Le acque, dove passano, lasciano concrezioni calcaree biancastre dalle forme più bizzarre, tra pozze e cascatelle nelle quali ci si può immergere liberamente con accesso gratuito.
L’acqua più calda si trova nelle vicinanze della cosiddetta Balena Bianca, una formazione calcarea che fa pensare alla bocca di una balena. Il luogo è sempre molto frequentato sia dai turisti che dalla gente della Val d’Orcia.

Salendo verso la montagna si arriva ad Abbadia San Salvatore, dove si racconta, nel bel Museo minerario, un’altra storia della montagna, quella dell’estrazione del cinabro per produrre il mercurio. Un’attività che, pur con il suo carico di fatica e malattie, ha plasmato per un secolo la storia di questa comunità.

Val D’Orcia, Patrimonio dell’Umanità

Val D’Orcia, Patrimonio dell’Umanità

Un soggiorno a Bagno Vignoni consente di esplorare il bellissimo territorio della Val d’Orcia, che è un sito culturale del Patrimonio Mondiale dell’Unesco in quanto “eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel Rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo nei secoli XIV e XV della città stato italiana e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione… La Val d’Orcia, connubio di arte e paesaggio, spazio geografico ed ecosistema, è l’espressione di meravigliose caratteristiche naturali, ma è anche il risultato e la testimonianza della gente che vi abita”.

Pienza, la città ideale

Pienza, la città ideale

Per inseguire questa ricerca estetica bisogna fermarsi a visitare i borghi più belli della Val d’Orcia. Come Pienza, la città ideale sognata e realizzata da papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, che volle mettere in pratica gli ideali umanistici di bellezza e armonia: oggi è puro piacere passeggiare per i suoi vicoli, visitare la cattedrale, una delle chiese più importanti del Rinascimento italiano, pranzare o cenare nelle intime piazzette.

A un chilometro da Pienza si può andare a visitare, immersa nella campagna, l’antica pieve romanica di Corsignano, dove furono battezzati ben due papi, dalle origini così antiche che su uno dei suoi capitelli è raffigurato il serpente regolo, una divinità del mondo pagano che qui ha convissuto a lungo con il credo cristiano.

Da vedere anche Monticchiello, dove è ancora viva la tradizione del teatro popolare: in agosto tutto il paese partecipa all’allestimento di uno spettacolo scritto, diretto e interpretato dai suoi abitanti.

Gli ori di Montalcino

Gli ori di Montalcino

La fama del suo vino rosso precede quella del borgo. Del resto, nel grazioso centro storico dai meravigliosi affacci sulle valli circostanti, tutto parla del Brunello di Montalcino: dal suo bar storico, il Caffè Fiaschetteria italiana 1888 in stile liberty, al museo L’oro di Montalcino – Il tempio del Brunello, allestito nel Chiostro di San’Agostino, che racconta l’inscindibile legame tra il vino e il suo territorio.

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