Il faro o fanale di Livorno venne eretto fra il 1303 e il 1305 dopo la distruzione del precedente faro sulle secche della Meloria, in seguito alla battaglia del 1284 dei pisani contro i genovesi. I pisani decisero di costruire il nuovo faro nell’abitato medievale di Livorno, all’epoca un loro possedimento. Era un periodo di pace tra Pisa, Genova e Firenze e quindi un momento propizio per la costruzione della torre, inizialmente denominata Faro Maggiore, per la cui occasione venne chiamato l’architetto Giovanni di Nicola Pisano. Il faro, edificato con pietre Verruca estratte dalla vicina cava di S. Giuliano, era costituito da 7 cilindri sovrapposti l’uno all’altro con un diametro che va a decrescere leggermente verso la cima. Al piano inferiore della torre più piccola si trovavano i magazzini e l’alloggio del guardiano del faro. Per accedere ai diversi piani vi era solamente una scala di legno che, in caso di pericolo, poteva essere tolta rendendo così la torre una fortezza. Solo più tardi venne ricavata una scala a chiocciola.
Una volta terminata la costruzione del fanale di Livorno, la creazione di Pisano venne elogiata da tantissimi artisti. Dante ne parlò nel V canto del Purgatorio scrivendo “Sta come torre ferma che non crolla / giammai la cima per soffiar di venti”; Petrarca la reputò “validissima, dal cui vertice ogni notte la fiamma indica ai naviganti il più sicuro lido”, e Gregorio Dati “uno dei migliori lavori mai eseguiti dall’intera Umanità”. Persino Galileo Galilei frequentava la torre per eseguire i suoi esperimenti.
Il faro rimase in piedi per secoli fino a quando venne fatto esplodere dalle mine tedesche durante il secondo conflitto mondiale. L’allora guardiano del faro, Giovanni, ha raccontato di aver avuto il presentimento che qualcosa di brutto stesse per accadere ma lui dormiva nel faro e non avrebbe potuto salvarsi in tempo. Eppure, un soldato tedesco che era entrato in confidenza con lui volle avvisarlo: un giorno gli disse di avergli concesso la licenza per andare a trovare i parenti all’isola d’Elba e Giovanni al suo ritorno non trovò che macerie. Nel 1952, per forte volere degli abitanti, il faro fu ricostruito secondo l’originale progetto del 1303.