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Città d'arte
Sicilia

Cosa vedere a Palermo in due giorni

Una città che vive di forti contraddizioni, ma che proprio dai contrasti trae una forza vitale unica, sempre capace di regalare emozioni. Anche in soli due giorni.

6 minuti

Affacciata sul Mediterrraneo, nel corso della sua storia ha visto alternarsi conquistatori e dinastie nobiliari, riuscendo a non perdere mai la propria identità.

Palermo - capitale dell’antico Regno di Sicilia - affascina tutti con un melting pot culturale e architettonico tangibile in ognuno dei quattro “mandamenti” (quartieri) in cui è divisa. Palazzi e chiese si fondono con l’abitato urbano creando un tessuto unico, dove la presenza di mercati divenuti icone cittadine contrappone colore e vitalità al rigore dei tanti edifici nobiliari e monumenti (molti Patrimonio Unesco). 48 ore dunque per fare un viaggio di millenni: noi ce l’abbiamo fatta.

Appuntamento di mattina di fronte al Palazzo dei Normanni, oggi sede dell’Assemblea Regionale. Il palazzo, patrimonio Unesco, è  la più antica residenza reale d'Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e sede imperiale con Federico II e Corrado IV. Molti lo conoscono infatti come Palazzo Reale. Al primo piano si trova la Cappella Palatina, Patrimonio Unesco nell'ambito dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale,  in cui si riconoscono i secolari interventi di religioni e culture del Mediterraneo; la sua architettura coniuga la pianta basilicale latina con decorazioni proprie dell'architettura islamica, come stalattiti di cipresso dette muqarnas, ma il suo cuore resta bizantino: la cupola semisferica ospita un mastodontico mosaico del “Cristo Pantocratore” da togliere il fiato.

Le 48 ore a Palermo procedono verso un edificio imponente, in cui si fondono cupole, torri e merlature, portali e portici, cupolette maiolicate, archi-ponti e una torre campanaria. Questa la descrizione della Cattedrale di Palermo, tappa imperdibile nel centro storico cittadino affacciata su via Vittorio Emanuele.

Il mercato di Ballarò può essere considerato erede del suq che già occupava queste vie durante la dominazione araba e continua ad evocarne le atmosfere. Lasciati ipnotizzare dalle “abbanniate”, le cantilene con cui i commercianti offrono le proprie mercanzie, e affidati all’olfatto per scoprire il più verace street food: il profumo di frittura è indizio di panelle appena cotte; una nube di fumo accompagnata da odore di carne annuncia che sono in cottura le "stigghiole” (e ogni “stigghiularu” sarà felice di svelarti come prepara le proprie). Da queste parti puoi scegliere tra le numerose proposte enogastronomiche di strada o da tavola che Palermo riserva ai propri cittadini ed ospiti. Dopo pranzo, la scoperta prosegue restando nel quartiere Albergheria.

Il quartiere dell'Albergheria, al margine del mercato di Ballarò, regala un impressionante tripudio di barocco. Non troppo distante, la Chiesa del Gesù, per i palermitani Casa Professa, è senza dubbio tra le massime espressioni di quell’arte barocca che qui ha conosciuto le sue forme più ricche, ridondanti e appariscenti. Stucchi, affreschi, marmi mischi e tramischi, tutti realizzati dai massimi esponenti dell'arte e della scultura di Seicento e Settecento, la rendono tra le chiese più fastose dell’intera Sicilia.

Palermo - Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio e Chiesa di San Cataldo

Tappa imperdibile, perla tra le chiese bizantine in Italia, la Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o Chiesa della Martorana. Costruita prima del 1143 e attualmente inserita tra i beni tutelati dall’Unesco, brilla per l'unione armonica tra lo stile arabo normanno e le successive aggiunte barocche. Curiosità: la chiesa, pur essendo soggetta alla Santa Sede, segue il calendario liturgico ortodosso perchè concessa all' eparchia della vicina Piana degli Albanesi. Ricchissime le decorazioni all’interno, tra i quali spiccano i due mosaici posti all'ingresso che illustrano Ruggero incoronato da Gesù e l'Ammiraglio inginocchiato ai piedi della Vergine.

Salotto accogliente del centro storico, di certo non l’unico, piazza Bellini ti sorprenderà per il suo perimetro disegnato da architetture di stili ed epoche diverse e lontane. Qui affacciano la chiesa della Martorana, la chiesa di San Cataldo con le sue cupole rosse, il Monastero di Santa Caterina e molti altri ancora. E ancora stupore ti aspetta aggirando il palazzo delle Aquile, oltre il quale si cela un altro scorcio scenografico palermitano: piazza Pretoria, con la monumentale fontana detta “della vergogna” (secondo leggenda il nome sarebbe dovuto alle statue di nudo presenti nell’opera, proprio davanti al monastero delle suore di clausura di Santa Caterina, secondo altri la “vergogna” è riconducibile alla somma spesa per la realizzazione). Nessuna esitazione, nessuna vergogna: sei in un angolo molto instagrammato di Palermo, quindi approfittane.

In ottica green, anche Palermo si è dotata nel centro storico di un servizio di noleggio bici o monopattino: scegli il mezzo che preferisci e dirigiti verso Palazzo Chiaramonte, noto come lo “Steri”. Sede del rettorato dell’università cittadina, regala sette secoli di arte e di storia della Sicilia. E' il primo esempio di uno stile architettonico che si affacciava sull’isola all’inizio del ‘300, quello detto, appunto, chiaramontano. Elegante, solenne, lo stabile nasce come dimora di una potente famiglia siciliana, per divenire, nel 1600, sede del tribunale e del carcere dell’Inquisizione. E' arricchito da splendidi colonnati e bellissime bifore e trifore. Tre gli elementi di spicco e di grande valore del palazzo: il soffitto ligneo del ‘300 della Sala Magna con dipinti a tema cavalleresco, i graffiti testimonianza di dolore lasciati dai prigionieri sulle mura del carcere, ma su tutto brilla il celebre dipinto di Renato Guttuso, pittore bagherese, “La Vucciria”. Altro cult per i social: il Ficus più grande d’Europa, con le sue radici sospese tra i rami e il terreno, è nel giardino Garibaldi, proprio di fronte allo Steri. La giornata si può concludere qui intorno, magari in uno dei tanti ristoranti intorno al porticciolo che è davvero a due passi. Se hai ancora energie regalati una serata al Teatro Massimo, tempio della lirica e della danza, degno finale per calare il sipario su una giornata densa di emozioni.

Per riprendersi dalle lunghe camminate del giorno uno, ci sono due opzioni: salire a Monreale e regalarsi altre scoperte e magari un po’ di meditazione, oppure fare rotta a Mondello in cerca di relax. Partiamo dalla seconda ipotesi: la spiaggia per eccellenza di Palermo. Connessa all’abitato cittadino dall’immenso parco della Favorita, offre tratti di costa libera ed altri attrezzati e serviti, con in comune acque cristalline e villini in stile liberty vicino la spiaggia. Nella prima proposta, il Duomo di Monreale (patrimonio Unesco) regala ancora meraviglie architettoniche e opere d’arte uniche come gli estesi, sfavillanti mosaici. Passate dal suo museo e dal suo chiostro ammirando le sue colonne riccamente decorate e i relativi capitelli in silenzio e tranquillità. Quale sia la tua scelta, dopo pranzo ci si ritrova in città per chiudere questa intensa due giorni.

Il pomeriggio del giorno due può iniziare con una visita al Castello della Zisa, risalente al 1165 e nato come residenza estiva della famiglia reale. Giardini, vasche e pergolati caratterizzano l’ampio parco che lo circonda, mentre all’interno resta lo splendore delle architetture arabe delle stanze, con un impressionante studio simmetrico e stereometrico per garantire l'areazione, il fresco e l'umidità desiderate. Nei paraggi sorge anche l’ex complesso industriale omonimo oggi sede di mostre e festival, vero luogo di aggregazione della comunità. Non distante da qui, ma solo se sei di stomaco forte, meriterebbero una visita anche le Catacombe dei Cappuccini: ai tempi il desiderio di preservare il corpo di un parente dopo la morte, era così forte che chi poteva pagava profumatamente i frati per ottenere la mummificazione dei propri cari. Questo negli anni ha dato vita ad un cimitero sotterraneo “scoperto”, in cui le famiglie avevano la possibilità non solo di piangere la tomba del proprio defunto, ma di vederlo, parlargli e…fargli visita come se ancora fosse nel mondo dei vivi

Quando il tempo volge al termine, l’ultimo sforzo: un veloce attraversamento del centro con passaggio nei luoghi visti ieri, serve a raggiungere la Kalsa, quartiere in cui la chiesa di Santa Maria dello Spasimo (sconsacrata, con il cielo al posto del tetto) regala grandi emozioni. Sempre qui si trovano i murales di via dello Spasimo (di forte impatto visivo) che raccontano di come a Palermo, appropriandosi di muri decadenti per trasformarli in opere d’arte, si possano veicolare messaggi odierni tra perle secolari.

Per salutare Palermo puoi tornare quindi sul lungomare, fino al molo del Borgo Sant’Erasmo, oggetto di una riqualificazione che non ne ha tradito l’essenza marittima. Il brindisi al tramonto, preludio di una cena da mille e una notte, siamo sicuri sarà dedicato al prossimo viaggio da fare a Palermo.

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