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Mare

Visitare le grotte marine più belle del mediterraneo con tour ecosostenibili

L'8 luglio si celebra la Giornata internazionale del mar Mediterraneo: è l’occasione per sensibilizzare l’attenzione di tutti sulla ricchezza e lo stato di salute del Mare Nostrum.

4 minuti

Culla di grandi civiltà, scrigno di scenari naturali di straordinaria bellezza, il nostro mare rappresenta solo l’1 % della superficie acquea del pianeta, eppure racchiude il 10% delle specie note: un patrimonio incomparabile di biodiversità che contribuisce a fare dell’Italia, con i suoi 8 mila chilometri di coste bagnati dalle sue acque, una delle mete preferite dal turismo internazionale.

Un “capitale blu”, come lo definisce la campagna del Wwf GenerAzione Mare, che mira a tutelare il patrimonio del Mediterraneo e le specie che lo abitano, gravemente minacciate dalla pesca eccessiva, dal turismo, dalle micro plastiche e dai cambiamenti climatici.

In occasione di questa ricorrenza, vogliamo invitarvi a festeggiare con consapevolezza: omaggiando i tesori più rari e nascosti che il Mare Nostrum custodisce: alcune delle sue più spettacolari grotte marine, lungo un eco-tour che, come ogni forma di turismo sostenibile, tuteli i delicati equilibri di questi habitat eccezionali, nel rispetto delle comunità, delle economie, delle tradizioni e della biodiversità locali. Siete pronti?

Puglia, la Grotta della Poesia

Grotta della poesia

Il viaggio parte da Sud, dalla Puglia, le cui coste frastagliate nascondono molti tesori marini, protetti dalla penombra, come la Grotta della Zinzulusa, in Salento, o le tante spettacolari cavità marine del litorale garganico.
Sempre sulla costa adriatica, a Melendugno, tra San Foca e Torre dell'Orso, si trova la Grotta della Poesia, una delle più incantevoli piscine naturali al mondo, un bacino parzialmente scoperto, per il crollo della volta rocciosa in seguito a fenomeni carsici, e collegato a una piscina più piccola attraverso un cunicolo sotterraneo.
Per la sua antica funzione di luogo sacro, la grotta conserva sulle sue pareti iscrizioni messapiche, greche e latine. Location suggestiva e avvolta dal mistero, secondo una leggenda, deve il suo nome al fatto che tra le sue onde cristalline si bagnasse una principessa talmente bella da ispirare, con le sue grazie, romantici versi a poeti e notabili del luogo. È più probabile però che il nome della grotta derivi dal greco e indichi l’originaria potabilità delle sue acque (posìa).
Per rispettare la natura del luogo, le visite sono guidate e regolamentate da un’associazione culturale locale.

 

Campania, la Grotta Azzurra di Capri

Grotta azzurra di Capri

Passando dall’Adriatico al Tirreno, e più precisamente in Campania, una visita, rigorosamente a motori spenti, tra le pareti luccicanti e le acque celeste fluo della Grotta Azzurra di Capri è il modo migliore per onorare il Mare Nostrum, l’architetto che ha scolpito nei millenni uno dei più sorprendenti spettacoli marini del nostro Paese.
Che ci arriviate da terra, alla fine di una lunga scalinata, o dal mare, ormeggiando al largo, l’unico mezzo per entrarvi sono le piccole barche a remi dei pescatori locali, che vi introdurranno, con acrobatica perizia, attraverso l’ingresso basso e stretto della grotta, facendovi sdraiare a pancia in su sul fondo dell’imbarcazione. Da lì in poi l’esperienza è proprio quella di un sogno a occhi aperti.

 

Lazio, la Grotta del Turco

Grotta del turco

Procedendo verso Nord, lungo il litorale pontino, arrivate a Gaeta, alla cosiddetta “montagna spaccata”, uno dei paesaggi più scenografici di quel tratto di costa: tre profonde fenditure squarciano infatti un alto sperone roccioso a picco sul mare: all’interno di una di queste, potrete percorrere i 300 gradini scavati nella montagna, fino quasi alle viscere azzurre della Grotta del Turco.
Così chiamata per un’impronta impressa su una delle pareti, secondo la vulgata, sarebbe stata lasciata da un marinaio saraceno: incredulo sull'origine divina delle spaccature, appoggiò la mano destra e la pietra si fece morbida sotto la sua pressione.
Probabilmente dovuta a fenomeni carsici e levigata dal continuo sfioramento dei fedeli, l’impronta è solo una delle tante suggestioni mistiche di questa affascinante meta, accessibile dal santuario soprastante, ma per motivi di sicurezza e tutela limitata alla terrazza che la domina, pochi metri più in alto.

Liguria, la Grotta di Byron

Grotta di byron

Risalendo la Penisola, di mistero in mistero, dal Tirreno in su, verso il Levante ligure, a Portovenere, patrimonio dell’UNESCO nel paradiso delle Cinque Terre, troverete un’altra meraviglia modellata dal Mare Nostrum, la Grotta di Byron: si dice infatti che qui il poeta britannico Lord George Gordon Byron si recasse in cerca di ispirazione e raccoglimento.
Anche questo luogo è legato a un episodio leggendario: sembra che da qui Byron abbia nuotato per 8 chilometri per raggiungere l’amico e collega Percy Bisshe Shelley, a Lerici. La grotta, paradiso dei subacquei, è una cavità profonda 20 metri incastonata in una scogliera bianca, sulla quale si ergono le mura del castello e la chiesa di San Pietro: si raggiunge a piedi lungo un sentiero scavato nella roccia.

 

Sardegna, le Grotte del Bue Marino

Grotte del bue marino

Sull’altra sponda, in Sardegna, vicino a Cala Gonone, nel Golfo di Orosei, potrete scoprire un altro luogo molto emblematico per la biodiversità a rischio del Mediterraneo: le Grotte del Bue Marino, una serie di cavità naturali la cui struttura carsica si estende per circa 5 chilometri.
Colonizzata fino agli anni 80 del secolo scorso dalla foca monaca, che i sardi chiamano appunto bue marino, per ristabilire il suo habitat naturale e richiamare la specie a rischio, che in questi luoghi protetti dal mare partoriva e svezzava i suoi cuccioli, sono state istituite visite guidate a numero chiuso.
I tour si snodano lungo un percorso di quasi un chilometro, tra i ricami di stalattiti, stalagmiti che allestiscono fastose architetture naturali, e pitture rupestri risalenti al neolitico che evocano una misteriosa “danza del sole”.

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