Panoramica
L’Abbazia di San Salvatore, situata nel borgo di Abbadia San Salvatore sul Monte Amiata, è uno dei complessi monastici più antichi e rilevanti della Toscana medievale. Secondo la tradizione, la sua origine risale al 743, quando il re longobardo Ratchis avrebbe avuto una visione mistica di Cristo sopra un abete argentato, evento che lo spinse a fondare l’abbazia in quel luogo carico di spiritualità.
L’edificio attuale, ricostruito intorno al 1035 in stile romanico, si distingue per la sua facciata slanciata e per la presenza di due campanili, uno dei quali rimasto incompiuto. L’abbazia visse il suo periodo di massimo splendore tra il X e il XII secolo, quando divenne una tappa importante per i pellegrini lungo la Via Francigena.
All’interno si conservano opere d’arte di grande valore, tra cui un crocefisso ligneo policromo della fine del XII secolo e due dipinti seicenteschi di Francesco Nasini, che illustrano la leggenda di Ratchis e il martirio di San Bartolomeo.
Uno degli ambienti più suggestivi è la cripta, probabilmente più antica della chiesa stessa e databile al VII secolo. È sostenuta da trentadue colonne, ciascuna con capitelli scolpiti che presentano motivi animali, vegetali e geometrici, creando un’atmosfera solenne e misteriosa.
Per quasi mille anni, l’abbazia ha custodito il celebre Codex Amiatinus, la più antica copia manoscritta della Bibbia in latino, oggi conservata a Firenze. Nel chiostro è allestito un piccolo museo, dove sono esposti reliquiari, offerte votive e frammenti artistici provenienti da chiese vicine, tra cui una sezione del pavimento in maiolica del Santuario della Madonna del Castagno.