Siena e dintorni: un itinerario tra le meraviglie artistiche della città
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Poche città al mondo riescono a custodire un patrimonio artistico tanto ricco e stratificato come Siena. Nel cuore della Toscana, la città del Palio è un gioiello medievale che non smette di incantare viaggiatori e studiosi. Le sue vie di pietra, i palazzi nobiliari, i cicli pittorici che hanno segnato la storia dell’arte italiana, insieme al paesaggio armonioso delle Crete Senesi e dei borghi circostanti, fanno di questo territorio una meta irrinunciabile e patrimonio UNESCO.
Piazza del Campo, il cuore simbolico
Cuore di Siena e tra le piazze più celebri al mondo, Piazza del Campo è riconoscibile per la sua forma a conchiglia e per essere teatro del Palio, la corsa di cavalli che due volte l’anno trasforma lo spazio in un’arena gremita. La sua funzione è da sempre civica e neutrale: né il Campo né il Palazzo Pubblico appartengono a una contrada.
L’area nacque come terreno di bonifica per il deflusso delle acque, nel punto d’incontro delle vie verso Roma, Firenze e il mare. Già nel XII secolo si parlava di “Campus Sancti Pauli”, adibito a mercato di grano, bestiame e pollame, con accanto Dogana e Zecca. La posizione ne fece un crocevia naturale tra la Sena vetus, il nucleo romano, e i borghi sorti lungo la via Francigena, rafforzando il ruolo di spazio collettivo per fiere e feste civili.
Con il Governo dei Nove (1287-1355), Siena conobbe la sua età d’oro. In quegli anni si costruì il Palazzo Pubblico, sede delle magistrature, simbolo di un potere laico e moderno. Di fronte, il Campo venne pavimentato in mattoni disposti a spina di pesce (1333). Poco dopo sorse la Torre del Mangia (1325-1344), che ancora oggi domina lo skyline cittadino.
Per garantire armonia, il Comune stabilì regole severe: uniformità delle facciate, divieto di terrazzi, prescrizione di bifore e trifore. Anche demolizioni mirate, come quella della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, contribuirono a definire il perimetro attuale.
Il risultato è la scenografia che conosciamo oggi: una piazza compatta e armoniosa, patrimonio UNESCO, che continua a unire architettura, tradizione e vita cittadina. Un luogo che racchiude secoli di storia e rimane l’anima civica di Siena.
Il Duomo e il pavimento segreto
Poche cattedrali al mondo riescono a raccontare con tanta forza l’ambizione di una città quanto il Duomo di Siena. Dedicato a Santa Maria Assunta, il complesso domina con il suo marmo bianconero l’intero centro storico, proiettando nello skyline cittadino la potenza del gotico italiano. La sua costruzione inizia nel XII secolo e riflette da subito il desiderio dei senesi di superare, anche sul piano artistico, la rivale Firenze.
L’esterno colpisce per la facciata policroma in marmo bianco, verde e rosso, completata tra Duecento e Trecento con un intreccio di cuspidi, statue e mosaici che rievocano lo slancio gotico e l’orgoglio civico. L’interno, scandito da colonne alternate di marmo bianco e nero, sorprende per l’impatto visivo e per la straordinaria ricchezza delle decorazioni. A rendere il Duomo unico è soprattutto il pavimento intarsiato, realizzato tra XIV e XIX secolo da decine di artisti, racconta scene bibliche, allegoriche e simboliche, ed è visibile nella sua interezza solo in alcuni periodi dell’anno.
Tra i tesori custoditi spiccano la libreria Piccolomini, affrescata dal Pinturicchio con la collaborazione di un giovane Raffaello, e il pulpito di Nicola Pisano, straordinario esempio della scultura medievale italiana. A questi si aggiunge il ciclo di statue di profeti e sibille scolpite da Michelangelo, testimonianza del respiro universale della cattedrale.
Il progetto iniziale prevedeva un’espansione colossale, mai portata a termine a causa della peste del 1348. Restano ancora visibili le mura del cosiddetto Duomo Nuovo, che ricordano l’audacia e i limiti delle ambizioni senesi.
Oggi il Duomo è parte integrante del sito UNESCO di Siena e continua ad attirare migliaia di visitatori. Non solo luogo di culto, ma simbolo di identità civica, incarna l’anima della città: un equilibrio di fede, arte e orgoglio che resiste intatto nei secoli.
La Via Francigena: Siena, tappa d’arte e di accoglienza
La storia di Siena è intrecciata indissolubilmente a quella della Via Francigena, l’antico cammino che unisce Canterbury a Roma e si estende fino alla Puglia. La città rappresenta una delle tappe più prestigiose del percorso, offrendo accoglienza, assistenza e occasioni di contemplazione artistica. L’ospedale di Santa Maria della Scala, in particolare, era uno dei più importanti d’Europa nel Medioevo, pronto ad ospitare i pellegrini che varcavano la Porta Camollia.
Il suo Pellegrinaio è infatti uno dei più straordinari cicli pittorici del Quattrocento. Costruito tra il 1320 e il 1380 e ristrutturato nel XV secolo, fu il cuore dell’ospitalità riservata ai pellegrini della via Francigena, che qui trovavano cure e accoglienza. Decorato da maestri come Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia, Lorenzo Vecchietta e, più tardi, Giovanni di Raffaele Navesi, il grande salone racconta con realismo la missione dell’ospedale: assistenza agli infermi, accoglienza dei viandanti, distribuzione di beni e opere di carità. Una scelta rivoluzionaria, che superava i tradizionali cicli religiosi per celebrare la dimensione civica e umanistica dell’istituzione. Le scene di vita quotidiana, uniche in Europa, sono preziosi documenti storici oltre che capolavori artistici, impreziositi dall’uso innovativo della prospettiva. Le volte, affrescate tra il 1440 e il 1462 con santi e profeti da Agostino di Marsilio, completano un ambiente che testimonia il ruolo centrale di Siena nei secoli d’oro del pellegrinaggio medievale.
Oggi, il tratto della Francigena che attraversa Siena regala ai camminatori l’emozione di rivivere quelle atmosfere: l’ingresso dalle antiche mura, l’attraversamento delle strade lastricate del centro storico, fino alla discesa verso la campagna circostante. Nei dintorni, tappe come Monteriggioni – borgo fortificato citato da Dante – e San Gimignano mantengono viva la memoria di quel viaggio spirituale e artistico.
Arte e paesaggio
Il fascino di Siena e dintorni non si esaurisce nei monumenti. A sud-est di Siena, infatti, si estende il paesaggio unico delle Crete Senesi, un territorio che abbraccia molti paesi nei dintorni, dove l’argilla, detta mattaione, residuo del mare pliocenico, regala alle colline un colore grigio-azzurro che evoca scenari lunari. Tra calanchi, balze e biancane spicca il suggestivo deserto di Accona, dove la natura si mostra più aspra e spettacolare. I profili di cipressi solitari, poderi isolati e boschi negli avvallamenti completano un quadro da cartolina che ha fatto delle Crete una delle icone toscane per fotografi e viaggiatori. Nel cuore dell’area sorge l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, fondata nel XIV secolo da Bernardo Tolomei, custode di arte e spiritualità.
Non solo paesaggi: le Crete sono anche terra di sapori, dal rinomato tartufo bianco al pecorino aromatizzato dall’artemisia, fino al raro Carciofo di Chiusure, testimonianza di una cultura contadina antica che ancora resiste.
Siena non è soltanto un museo a cielo aperto: è una città viva, che custodisce con orgoglio le proprie tradizioni, dal Palio alle contrade, e che rinnova costantemente il dialogo fra storia, arte e contemporaneità. Visitare Siena e i suoi dintorni significa immergersi in un patrimonio che continua a parlare al presente con la forza senza tempo della bellezza.