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Musei Civici di Reggio Emilia

Panoramica

Le collezioni storiche allestite a Palazzo dei Musei nell’antico convento dei Frati Minori Conventuali di S. Francesco, costituiscono il nucleo originario appartenuto ai Musei Civici e hanno origine dalla raccolta dello scienziato Lazzaro Spallanzani (Scandiano 1729 - Pavia 1799), recuperata dalla municipalità reggiana in seguito alla morte dello studioso e posta nel 1830 in un’ala del palazzo. Le successive aggiunte hanno portato alla creazione di un interessante modello di museo unitario, organizzato in diverse sezioni: archeologia, etnografia, storia dell’arte, storia naturale e storia della città. Sulle pareti del vestibolo e dell’atrio è possibile ammirare alcuni preziosi mosaici pavimentali, datati alla prima età imperiale romana e dall’XI al XII secolo, provenienti da quattro chiese reggiane.

Il ciclo, messo insieme tra il 1874 e il 1919 dal Chierici e da Naborre Campanini, include pezzi di grande importanza e qualità che documentano l’epoca della piena ripresa delle funzioni urbane, momento caratterizzato dal rifiorire dell’economia agricola e dello sviluppo demografico. La Collezione Spallanzani, che rispecchia la grande varietà di interessi dello scienziato nei campi più disparati della storia naturale, comprende anche oggetti personali e di arredo, ricordi del viaggio in Turchia, un gioco della dama in ambra, piccole sculture e vasi di alabastro, soprammobili fatti di conchiglie, tavole zoologiche e arredi in numerose varietà di marmi. Tutti questi oggetti, radunati dallo studioso stesso nel corso dei suoi numerosi viaggi, compongono un interessante richiamo alla cultura delle wunderkammern. La raccolta include anche le opere dell’agronomo reggiano Filippo Re, dei naturalisti Bonaventura Corti e Leopoldo Nobili.

Il percorso espositivo oggi a disposizione dei visitatori è il risultato dell’opera di Alfredo Jona (1846-1929) che, al termine dell’Ottocento, mise in ordine e classificò il nucleo originario in base agli enunciati tassonomici linneani. In base a ciò, la raccolta risalente al ‘700 fu divisa dai materiali acquisiti nel corso del XIX secolo, quando il museo occupò gradualmente tutto il primo piano della struttura, ospitando quindi le numerose aggiunte alle collezioni naturalistiche, etnografiche e di reperti archeologici del Museo di Storia Patria, fondato nel 1862 da don Gaetano Chierici. Le collezioni naturalistiche includono anche le raccolte zoologiche esposte nella sala Vallisneri, al cui interno è presente una sezione sistematica e una interamente dedicata alla fauna locale, nonché gli esemplari esotici della Collezione Franchetti. Tra queste spicca la ricca collezione dell’agronomo reggiano Filippo Re (1763-1817). Sempre per quanto riguarda l’ambito naturalistico, alle raccolte dell’800 sono state unite quelle dedicate alla Geologia (1989), alla Fauna del reggiano (1992) e l’esposizione dei resti della balena Valentina (2001), un cetaceo fossile di 3,5 milioni di anni ritrovato sulle colline reggiane della Valle del Secchia. Nelle vetrine dedicate agli scienziati reggiani, infine, vengono mostrati oggetti personali del medico e naturalista Antonio Vallisneri (1661-1730), del naturalista Bonaventura Corti (1729-1813) e del fisico Leopoldo Nobili (1784-1835).

Il nucleo originario del Museo di Storia Patria, formato nel 1862 da don Gaetano Chierici (1819-1886), fondatore della scuola paletnologica italiana, è costituito dalla collezione paletnologica. Riorganizzata nel 1975 in base all’ordinamento avviato da Chierici, divenuto modello di metodo scientifico alla fine del XIX secolo, include un documento fondamentale di cultura museologica, la classificazione cronologica dei reperti riuniti secondo associazioni che ricorrono in determinati ambiti geografici e sequenze stratigrafiche. L’esposizione, suddivisa in tre serie, è composta da una successione di 115 vetrine contenenti materiali appartenenti a svariati periodi: archeolitico, neolitico, eneolitico, età del Bronzo e del Ferro, età romana (raccontata da materiali provenienti dalle necropoli attorno a Brescello) ed età barbarica (rappresentata da corredi di tombe longobarde).
Tra tutti, spiccano i reperti rinvenuti dal Chierici a Ca’ di Marco, all’interno delle caverne della Pianosa e nei siti di Bellanda e Demorta, le rilevazioni stratigrafiche di terreni e una serie di sepolcri risalenti all’età del rame e del ferro, da Remedello e Sant’Ilario d’Enza, rimossi con il letto di terra di appartenenza ancora integrale. Di grande interesse anche i materiali etnografici dell’America settentrionale, collezionati da Antonio Spagni (1809-1876) e poi donati alla città di Reggio nel 1844. Completano la mostra la carta archeologica della provincia di Reggio Emilia e i cimeli che testimoniano l’impegno politico di Chierici a favore dell’Unità d’Italia.

Il Museo Romano racchiude una serie di reperti dell’età romana rinvenuti negli anni ’50 nel corso degli scavi nel centro di Reggio, avvenuti sotto la vigilanza di Mario Degani. La collezione fu catalogata o organizzata nel 1975 da Giancarlo Ambrosetti prima in una sezione provvisoria, poi nell’allestimento attuale, secondo un ordinamento tematico. La prima sala vanta un’interessante pavimentazione musiva proveniente da una domus di via S. Carlo, a cui si aggiungono campionature di anfore vinarie e olearie e vasellame di uso domestico con frammenti di statuaria. L’esposizione prosegue con i frammenti scultorei che raffigurano delle divinità, gli elementi ornamentali per giardini e abitazioni e i ritratti funerari. Riguardano l’edilizia residenziale le decorazioni parietali policrome e i frammenti architettonici in marmo, mentre il tema dell’idraulica è documentato da fistulae in piombo e da tubuli in terracotta.

Nel Portico dei Marmi si trova la collezione voluta da Gaetano Chierici nel 1875: include duecento i pezzi romani tra i quali stele funerarie, cippi, statue di vari personaggi, urne cinerarie, frammenti architettonici, altari. Quasi tutti pezzi datati alla prima età imperiale e rinvenuti a Brescello, Goleto di Boretto, San Maurizio e Reggio Emilia.

I materiali dal Medioevo al Settecento sono circa trecentocinquanta e includono lapidi, sculture, colonne e capitelli. Tra le opere da non perdere, una Madonna con Bambino della seconda metà del XIII secolo, la vasca battesimale con i simboli degli Evangelisti della fine del 1000 e il portale di palazzo Fontanelli, attribuito a Bartolomeo Spani (1517), autore di una serie di sculture in marmo originarie della chiesa di San Giacomo Maggiore. Di Prospero Sogari, detto il Clemente, è possibile ammirare un’acquasantiera già nell’oratorio della Visitazione di Maria Vergine. Al secondo piano è stato inaugurato, nel 2021, un nuovo allestimento, basato sul progetto di Italo Rota e dei curatori dei Musei Civici, che conclude il percorso di riorganizzazione delle collezioni e del significato che il museo ha acquisito all’interno della comunità. Le quattro gallerie disposte a quadrilatero (con una superficie di 1.000 metri quadrati e un migliaio di oggetti esposti) ospitano una documentazione legata alla Preistoria del territorio Reggiano passando per la presenza etrusca e la conquista romana, fino all’alto-medioevo, grazie a reperti d’eccezione (alcuni dei quali prestati da varie istituzioni cittadine). La sezione storico artistica prosegue dai secoli degli Estensi al Primo Tricolore rivoluzionario e unitario, da Antonio Fontanesi alla contemporaneità, esibendo un ricco patrimonio fotografico delle opere raccolte o commissionate dall’Amministrazione all’interno del progetto di Fotografia Europea. Una sezione permanente, con esposizioni a rotazione, è dedicata alla produzione di Luigi Ghirri.

Orari

Lunedì
Chiuso
Martedì - Giovedì
10:00 am-01:00 pm
Venerdì - Domenica
10:00 am-06:00 pm
Musei Civici di Reggio Emilia
Via Lazzaro Spallanzani, 1, 42121 Reggio Emilia RE, Italia
Chiama +390522456816 Sito Web
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