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Arte e cultura
Emilia Romagna

Bologna delle Acque

2 minuti

Oggi vogliamo svelarvi un aspetto meno noto di Bologna, quello del suo rapporto con l’acqua che nel corso dei secoli è stata indispensabile allo sviluppo economico della città. Nel Medioevo, infatti, fu realizzata una rete di canali artificiali per alimentare i numerosi mulini, le concerie e i filatoi cittadini. La disponibilità immediata dell’acqua contribuì inoltre allo sviluppo dell’artigianato manifatturiero locale, facendo diventare Bologna il principale centro tessile d’Italia

Oggi, la maggior parte dei canali è stata interrata, ma è possibile incontrare numerosi luoghi che sono in grado di farci rivivere la “Bologna delle acque”.

Via Oberdan e via Piella

Via Oberdan e via Piella

Partite da Piazza Nettuno e percorrete i vicoli del centro fino ad arrivare in Via Oberdan, dove scorre il Canale delle Moline, così chiamato per i 15 grandi mulini da grano che già nel XV secolo erano alimentati dal suo fluire. Sul lato destro della strada potrete ammirare le case appartenenti ai mugnai, un raro esempio di edilizia popolare cinquecentesca. Nella vicina via Piella c’è uno degli scorci più pittoreschi della città: stiamo parlando della famosa Finestrella dalla quale è possibile godere di una splendida vista sulle acque del canale che scorrono tra i palazzi.

Via Riva di Reno

Via Riva di Reno

Proseguendo la passeggiata verso ovest arriverete in via Riva di Reno dove, al numero 72, troverete l’ex Manifattura Tabacchi, oggi sede della Cineteca di Bologna, maestoso edificio in stile liberty. Poco più avanti al centro della strada, sono ancora visibili alcuni “pettini meccanici” che servivano a catturare i detriti trasportati dalla corrente.

Il Cavaticcio

Il Cavaticcio

Nelle vicinanze, non perdetevi una sosta al Parco del Cavaticcio e all’edificio della Salara, costruita alla fine del XVIII secolo e ristrutturata tra il 1991 e il 1995, utilizzata come deposito per il sale proveniente da Cervia.

La Grada

La Grada

Il percorso nella Bologna delle acque prosegue in via della Grada, che deve il suo nome all’imponente grata che sancisce il punto di ingresso del canale di Reno in città. La “grada” fu costruita nel XIV secolo per impedire l’accumulo di eventuali detriti che avrebbero potuto danneggiare le ruote idrauliche presenti all’interno delle mura. Le acque del canale venivano infatti usate per il trasporto dei tronchi che giungevano dall’Appennino alle segherie della città.

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