L’antica Cales, posta su un piano esteso circondato dai corsi d’acqua Rio de’ Lanzi e Rio Pezzasecca, nei pressi della città odierna di Calvi Risorta, fu fondata dagli Ausoni e dal 334 a.C. fu colonia romana, con funzione di controllo della zona settentrionale della Campania antica e delle vie di accesso al Lazio e al Sannio. Nei lavori di ampliamento degli anni Novanta delle aree di parcheggio in prossimità dell’Autostrada del Sole, e durante le indagini condotte in anni recenti per impedire il saccheggio dei clandestini all’interno delle necropoli circostanti, sono emerse testimonianze della fase protostorica, arcaica e preromana dell’abitato, nonché importanti corredi funerari di età arcaica. Restano ancora visibili le interessanti evidenze archeologiche di quella città antica, pur se tagliata in due dal tracciato dell’autostrada: la cinta muraria con sei porte, alcuni tratti della quale risalenti al V secolo a.C. e realizzati in opera quadrata, ed il cosiddetto Ponte delle Monache, scavato nel banco tufaceo per facilitare il passaggio della strada diretta verso l’ager Falernus, presso la quale è stata recentemente esplorata un’area a servizio di un santuario urbano con stipe votiva. Di notevole importanza sono: l’Anfiteatro, databile al I secolo a.C. e successivamente rinnovato in epoca imperiale; il complesso delle Terme centrali, risalente al I secolo a.C. e conservante parte della decorazione in stucco; le Terme settentrionali, costruite tra il I e il II secolo d.C., i cui resti si trovano lungo il cardo maximus (asse viario principale) della città antica, coincidente con il tracciato della via Latina che collegava Teanum con Capua. Sopravvivono poi i ruderi di un castellum aquae e di un edificio templare su podio di epoca imperiale, presumibilmente il Capitolium del Foro. Ma una delle testimonianze più significative è il teatro, il cui primo impianto sembra risalire al II secolo a.C., come confermerebbe la presenza di alcuni muri in opus incertum individuati nelle parodoi (ingressi laterali all’orchestra). Tale edificio è stato oggetto di rifacimenti in epoca augustea (I secolo a.C. - I secolo d.C.), con l’ampliamento del proscaenium e la realizzazione alle sue spalle di un bacino monumentale, individuato durante gli scavi e il restauro condotti negli ultimi anni, e di interventi sulla cavea, costruita su gallerie a doppia arcata in opus reticulatum e reso accessibile da scale interne ed esterne a doppia rampa sulla facciata.
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