Panoramica
La chiesa di San Zeno in Oratorio (chiamata anche San Zenetto per distinguerla da Zeno Maggiore) sorgeva vicino alla via Postumia, fuori della cerchia delle mura urbane romane e, in particolare, dal XII secolo a ridosso della porta del Morbio (ora inclusa nelle mura di Castelvecchio). Il ponte sull’Adige precedente alla costruzione di quello merlato di Castelvecchio (1354) si collocava più o meno sull’asse della chiesa. L’edificio sacro odierno fu edificato tra XII e XIII secolo, secondo il tipico stile del romanico veronese. La facciata tripartita con rosone centrale, memore di quello di San Zeno Maggiore, rispecchia la suddivisione interna in tre navate separate da archi e colonne. Il presbiterio è rialzato e mostra la campata centrale coperta da una cupola in muratura con lanterna sommitale.
Nel suo destino di chiesa collegata al fiume (ma anche all’imboccatura del canale detto Adigetto, che chiudeva la città antica nell’ansa fluviale) ha affrontato numerose piene, da ultimo quella disastrosa del 1882. Altri danni si ebbero quando l’esercito tedesco in ritirata fece saltare il ponte trecentesco nel 1945.
La chiesa ospita la reliquia più curiosa attribuita al santo vescovo Zeno, ovvero il sasso sul quale il santo, secondo la tradizione, era solito pescare nell’Adige. La reliquia ha anche un forte significato simbolico: San Zeno evangelizzatore era anche “pescatore di uomini”. Il sasso è oggi retto su un’ara funebre romana a forma cilindrica, che contiene un’edicola decorata con grappoli e foglie di vite attorno a due busti di uomo e donna.