Panoramica
Della Biblioteca capitolare si ha notizia certa già dal 517 d.C., quando era conosciuta come Scriptorium ecclesiae Veronensis. Si tratta, ovviamente, di una delle biblioteche più antiche d’Italia anche se assunse funzione di vera e propria biblioteca solo nel XII secolo. In questo periodo era frequentata da autori illustri come Dante e Petrarca e nello stesso periodo cominciò la collezione di incunaboli e dei primi prodotti dell’arte tipografica. La Capitolare si trova alla sinistra del Duomo di Verona, nel palazzo del Canonicato, ed è un edificio a dir poco immortale: sopravvisse a un terremoto, alla peste, alle ruberie di Napoleone, all’alluvione del 1882 e ai bombardamenti. Avendo 16 secoli di storia alle spalle è una delle biblioteche più ricche della penisola per patrimonio librario e documentario: tra i rari codici si trovano il Virgilio di IV secolo, le “Institutiones” di Gaio del V, il codice di Giustiniano del VI, l’Evangeliario purpureo del V, i manoscritti della scuola dell’arcidiacono Pacifico del IX e altri. Tra le curiosità, invece, è doveroso ricordare l’“Indovinello veronese”, una delle prime attestazioni di una lingua di passaggio fra latino e volgare, appuntato al margine di un codice di provenienza spagnola dell’VIII secolo. Da poco la biblioteca ha aperto al pubblico nuove sale: nella prima sala è allestita la teca con il manoscritto di Ursicino (517 d.C.), che riporta la prima testimonianza dell’esistenza dello Scriptorium di Verona e che si distingue per essere il più antico volume del mondo occidentale latino pervenutoci con autografo dell’autore. Nella sala attigua sono esposti importanti manoscritti, tra i quali spicca il già citato “Indovinello Veronese”. La terza sala è dedicata interamente ai tesori dei canonici, collezione che comprende arredi liturgici, dipinti, sculture e reperti archeologici di diverse epoche e fatture.