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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Aquileia

Aquileia

L’archeologia antica va qui spalla a spalla con l’evolvere della civiltà cristiana del Friuli dal Medioevo fino a ieri, anzi quasi fino a oggi: è una sintesi apparentemente impossibile, ma tocca arrendersi all’evidenza. Colonia militare fondata dai Romani nel 181 a.C., Aquileia divenne sotto Augusto capitale della Regio Venetia et Histria, assumendo insomma il ruolo di una delle principali metropoli dell’impero. Con il Cristianesimo cominciò invece a svolgere un ruolo importante di evangelizzazione, in quanto sede di un Patriarcato che per secoli è stato la vera guida della regione-nazione Friuli. A rappresentare il lato cristiano è soprattutto la Basilica patriarcale, che presenta un'esemplare architettura romanica anche se con componenti gotiche e conserva preziosi mosaici dei primi secoli. Per l’antichità, invece, i riferimenti sono il Museo archeologico nazionale, che offre una prima e fondamentale introduzione alla storia della città romana, e poi l’ampia area archeologica con il foro, il porto fluviale, diverse domus, il sepolcreto. L’importanza della città antica, l’ampiezza dell’area archeologica che è in gran parte ancora sepolta e quindi intatta, il ruolo della Basilica nella diffusione del Cristianesimo in Europa sono alla base delle motivazioni che hanno fatto iscrivere, nel 1988, il sito “Area archeologica di Aquileia e Basilica Patriarcale” nelle liste del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Borghi
Zungoli

Zungoli

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Al confine tra Campania e Puglia sorge Zungoli, borgo circondato dai monti Molara, Monticelli e Toppo dell’Anno. Qui passa un tratto del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, che sta sempre più diventando un percorso turistico-sportivo-ambientale, con la possibilità di fare escursioni a cavallo e trekking. Nel centro storico che si inerpica lungo il costone della collina e che ha mantenuto il tessuto originario, si incontrano il Castello normanno dell’XI secolo, cui si accede attraverso una notevole rampa di accesso con lo stemma comunale in pietra di porfido, il convento di San Francesco e la chiesa dell’Incoronata. Esiste poi una Zungoli “sotterranea”: sotto alle stradine del centro storico, infatti, ci sono delle grotte di tufo, sviluppate su più livelli comunicanti, di epoca bizantina e con funzioni diverse nel corso del tempo, da rifugio a cantina, fino agli attuali locali di affinatura dei formaggi locali, tra i quali spicca il Caciocavallo Podolico. Questo prodotto, dall’aroma duro e dal sapore pieno, stagiona in grotta anche per più di due anni, si ricopre di muffe sotto le quali la pasta si compatta. Si può provare ad esempio quello del caseificio Lidia e quello della Cooperativa Agricola Molara. Nel borgo si produce anche l’olio biologico e di oliva Ravece DOP (quello dell’azienda San Comaio è stato più volte eletto miglior olio biologico della Campania), dal sapore leggermente piccante e con grandi qualità organolettiche. La tradizione agricola e pastorale viene tramandata anche con la festa della Transumanza, (prima domenica di settembre), con la possibilità di provare e acquistare i prodotti tipici del territorio.
Borghi
Corigliano D'Otranto

Corigliano D'Otranto

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Poco distante dalle famose spiagge del Salento, Corigliano d’Otranto è inserito nella Grecìa Salentina, un’isola linguistica nella quale si parla il griko, antico idioma di derivazione greca. Questa tradizione è ancora oggi conservata e valorizzata: presso i principali monumenti del paese, ad esempio, un pannello lo descrive in italiano, in inglese e in griko, con la possibilità di ascoltare una poesia recitata da un locale in questa lingua. Il Castello de’ Monti, imponente, è situato all’ingresso del centro storico: di epoca medievale, con la facciata principale di grande impatto e pregio artistico, riccamente decorata, è oggi un luogo particolarmente vivo, vi si organizzano visite guidate, congressi, eventi, cerimonie, oltre ad ospitare un ristorante e una caffetteria. Entrando nel cuore del centro storico e passeggiando tra le sue vie, si ammira il ricco patrimonio architettonico, storico e archeologico tra cui spicca la chiesa madre di San Nicola, con il rosone centrale che illumina l’interno dotato di un mosaico molto suggestivo. L’antichissimo portale noto come arco Lucchetti è impreziosito da fitti intagli d’ispirazione bizantina, classica e islamica: il consiglio è fermarsi ad ammirarli, prima di passarci sotto. A tavola sono due i prodotti tipici da gustare: il tartufo bianco di Corigliano e la popaneddha, cetriolo dolce consumato di solito in estate come frutta o come ingrediente per fresche insalate. Il borgo si anima con diversi eventi, soprattutto in estate: ricordiamo ad esempio la prima tappa della Notte della Taranta ad agosto ed il SEI Festival a luglio.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
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