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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Agliè

Agliè

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Aglié è un antico borgo medievale localizzato nel Canavese che, a partire dalla fine del XIV secolo, divenne dominio dei Savoia. Il Castello ducale è indubbiamente il principale attrattore del borgo, ma Aglié regala anche scenari meravigliosi come gli antichi portici del centro e delle vie del borgo o la natura e la pace del laghetto della Gerbola e le passeggiate intorno al muro di cinta del parco. È quindi imperdibile il Castello ducale che fu residenza reale, in principio edificato nel 1141, venne distrutto e ricostruito molte volte. Al suo interno circa 300 sale sono arredate con mobili antichi e dipinti, tra queste spicca il grande salone da ballo con i suoi stucchi e affreschi che ritraggono i Fasti di re Arduino, opera di Giovanni Paolo Recchi (XVII secolo). Oltremodo incantevole è il parco del castello (aperto da maggio a ottobre) dove è possibile passeggiare tra grandi alberi, siepi di bosso, statue e fontane, aiuole fiorite e il suo ingresso è abbellito da una grande fontana del Settecento a ferro di cavallo, arricchita da sculture dei fratelli Collino (La Dora che si getta nel Po). Sono interessanti anche la chiesa di S. Marta, del 1760, con armoniosa facciata curvilinea, e la Parrocchiale, del 1775. Ai piedi del Colle di Macugnano si trova il Meleto, residenza estiva del poeta Guido Gozzano, sepolto ad Agliè nella chiesa di San Gaudenzio, la villa è dell’Ottocento ma conserva lo stile liberty dei primi del ‘900. Dolci tipici da gustare sono i torcetti di Agliè, si possono trovare in vendita nelle numerose panetterie del centro.
Borghi
Trisobbio

Trisobbio

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Non lontano da Alessandria, tra i vigneti del Dolcetto d’Ovada e le colline dell’Alto Monferrato, sorge l’antico borgo medievale di Trisobbio. Il territorio, ricco di tracce del passato, unisce le risorse e le caratteristiche dell’Alto Monferrato con la vicina eccellenza dell’Appennino ligure mentre dai punti panoramici la vista abbraccia le Alpi e gli Appennini. Il centro storico è caratterizzato da una particolare struttura a tre cerchi concentrici, uno dei pochi esempi in Piemonte, ed è conservato intatto con il suo fascino medievale, stradine e strette vie con antichi palazzi ben preservati e restaurati. Su tutto svetta il Castello medievale, costruito nel Millecento, oggi proprietà del comune e sede di un tipico ristorante e di un albergo di charme, circondato da un meraviglioso parco. La torre del castello e il parco possono essere visitati gratuitamente durante gli orari di apertura del ristorante. Sempre nel centro storico merita una visita la chiesa Parrocchiale, di antica fondazione, che conserva opere di artisti del luogo e il Palazzo De Rossi-Dogliotti, sede del Municipio, del XVIII sec., su tre piani, con particolari e pregiati pavimenti in legno intarsiato. Interessanti sono le cantine del Palazzo, oggi sede di un gradevole ristorante con pizzeria, dove si possono ancora vedere un antico torchio del 1840, un antico pozzo, una ghiacciaia ed un infernot. A breve distanza dal concentrico si trova la chiesa di S. Rocco, da cui si può ammirare un meraviglioso panorama e, nelle giornate terse, la vista arriva fino alle Alpi. Il percorso verde si sviluppa lungo l’incontaminato fondovalle del rio Stanavasso, allestito con attrezzi ginnici per mantenersi in forma, giochi per bambini e un’area pic-nic. Il percorso ha anche un eccezionale valore naturalistico perché si estende all’interno della tartufaia di Trisobbio, dove capaci trifolai preservano l’ambiente dove nasce il prestigioso e rinomato tartufo bianco. Nel territorio sono molti i vitigni che danno origine a ottimi vini, tra i più importanti il Dolcetto di Ovada DOC, Ovada Superiore DOCG e Barbera del Monferrato Superiore DOCG. Questi vini si accoppiano perfettamente con i "taiarin", gli arrosti di pollo, coniglio, e maiale, della gastronomia trisobbiese. Trisobbio è tra i paesi dell'ovadese dove si produce la carne bovina, in particolare la Fassona Piemontese IGP. Un altro gioiello di queste colline è il prezioso tartufo bianco. Nel paese si producono e vendono i tipici grissini piemontesi (Eccellenza Artigiana) e si coltivano inoltre nocciole della qualità tonda gentile IGP. Trisobbio organizza diversi eventi, come la manifestazione Tarsobi, Tartufi e Vino, Mostra mercato del tartufo bianco e del Dolcetto d’Ovada, nella quarta domenica di ottobre, dedicata all’omonimo prezioso tubero. Nel centro storico bancarelle di trifulau e di produttori di vino si alternano a espositori di prodotti tipici, con rievocazioni storiche, degustazioni guidate tenute da sommelier e spettacoli musicali. Ogni anno a metà luglio, nella particolare cornice del Castello, è organizzata la Sagra al Castello tre giorni di degustazioni delle specialità gastronomiche del territorio. Nel centro storico del paese viene organizzata una magica Festa di Halloween nella serata del 31/10 che richiama famiglie e bambini dai paesi del circondario.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
Idea Viaggio
Alessandria, città di cappelli e biciclette

Alessandria, città di cappelli e biciclette

Nascosto nella fodera di seta di un cappello, il nome di Alessandria ha fatto il giro del mondo. Il cappello è il Borsalino, prodotto qui dal 1857 e, grazie alle sue linee eleganti e aeree, eletto a copricapo di culto da moltissime celebrità: indossavano un Borsalino Giuseppe Verdi e Frank Sinatra, Winston Churchill e Mikhail Gorbaciov, Gary Cooper e Alberto Sordi, Charlot e Indiana Jones. Indossava spesso un Borsalino anche Umberto Eco, un altro alessandrino che ha fatto il giro del mondo. Della sua città, disse che «non ha avuto santi né eroi»: in effetti, per lungo tempo Alessandria ha avuto soprattutto guerre, come spesso capita ai territori di confine. Stretta fra le rive di due fiumi, il Tanaro e la Bormida, Alessandria è stata contesa tra guelfi e ghibellini, da Piemonte, Lombardia e Liguria, da francesi e austriaci. Oggi, però, tutto questo ha soprattutto vantaggi. Alessandria è difatti uno scampolo di pianura padana in cui tutto è a portata di mano: a metà strada fra Milano, Torino e Genova, dista pochi chilometri dal mare della Riviera ligure e dai laghi del Verbano-Cusio-Ossola, dal Monte Rosa e dalle Alpi italo-francesi, per non dire degli idilliaci paesaggi collinari delle vicine Langhe. Alessandria sembra consapevole di questo privilegio e se ne sta defilata, quasi a voler tenere segreto di questa fortuna per coltivare le sue passioni di sempre: la bicicletta, innanzitutto, perché è proprio bello pedalare su e giù per le colline vitate dell’Alessandrino in primavera. Un rapporto speciale lega la città alla due ruote e, al Museo AcdB, una grande fotografia scattata nel 1890 ai Giardini della Stazione attesta che si tratta anche di un amore di lunga data. Andate in giro per Alessandria in bicicletta perlustrando il centro di piazza in piazza e poi puntate verso il Tanaro presidiato dalla Cittadella, roccaforte sabauda, per poi pedalare fino a Marengo dove un bel museo multimediale riporta all’epoca della celebre battaglia che si combatté in questi luoghi e che segnò l’irresistibile ascesa al potere di Napoleone Bonaparte.
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