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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Assisi

Assisi

Ci sono luoghi sacri che sono anche luoghi dell’anima, a cui basta avvicinarsi per staccarsi momentaneamente dalle faccende terrene e fluttuare in uno stato di estasi. Ad Assisi accade spesso e in modo speciale. Qui, dove San Francesco è nato, ha vissuto, è stato battezzato, ha passeggiato nella natura generosa delle sue valli, ha trovato rifugio e meditato in solitudine, ha sentito la voce di Dio, ha incontrato Chiara, è morto e ha lasciato la sua aura. Acciambellata sulla collina, con la pianura in basso e il monte Subasio che si arrampica rapido sopra, la sola veduta di Assisi nella luce rosata del tramonto basta a mandare in Cielo le anime dei pellegrini. È in questa mistica ora, quando il rumore dei passi dei visitatori svanisce e la città è avvolta in un religioso silenzio, che il vero spirito di San Francesco di Assisi può essere sentito più intimamente. Città della pace, città eterna. Ad Assisi San Francesco ha lasciato un’eredità umana e artistica dal valore inestimabile. La sua figura ha ispirato un’intera cultura e opere ammirate in tutto il mondo. Per Francesco venne costruita la Basilica che, insieme alla chiesa e al convento di Santa Chiara, ha modificato sensibilmente l’iconografia urbana. San Damiano, la Porziuncola, l’Eremo delle Carceri: i luoghi del santo hanno plasmato così la città, dentro e fuori delle sue mura. Ma le origini affondano nell’epoca di Roma, di cui era fiorente municipio. Per raccontarle serve allora andare nel cuore dell’urbe e soffermarsi a ricevere l’armonia degli angoli nascosti, il silenzio dei vicoli e l’intimità preziosa delle chiese minori. Nella centrale piazza del Comune si trovano il palazzo dei Priori, il duecentesco palazzo del Capitano del Popolo con la torre Civica e il cosiddetto tempio di Minerva, a testimoniare i primi secoli dell’Impero. Da qui è facile salire verso il Duomo e seguire il reticolato dell’antica città romana segnato dalla presenza del teatro e di un piccolo anfiteatro. Sempre dalla piazza si scende, per la visita alla chiesa di Santa Chiara, che accoglie il corpo di Chiara sotto l'altare maggiore. Dalla vicina Santa Maria Maggiore, antica cattedrale romanica, percorrendo la via San Francesco, ecco l’incontro con la meravigliosa Basilica. Nella chiesa inferiore parla l’atmosfera mistica del blu stellato delle volte, accesa dagli affreschi di Cimabue, Giotto, Martini e Lorenzetti. La chiesa superiore è d’improvviso un’esplosione di luce e colori, quelli del mirabile ciclo giottesco raffigurante la vita di Francesco. Assisi è meta di un pellegrinaggio infinito che porta nelle sue vie milioni di fedeli. Ma questo non intacca l’incanto dei suoi luoghi.
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Santo Stefano di Sessanio

Santo Stefano di Sessanio

Piccolo borgo sul versante aquilano del Gran Sasso, Santo Stefano di Sessanio, come è successo a gran parte dei paesi dell’entroterra abruzzese, conobbe un forte spopolamento nella seconda metà del ‘900. La rivincita l’ha avuta, più recentemente, grazie allo sviluppo di un servizio turistico alberghiero di eccellenza. Dalla fine del XVI secolo Santo Stefano di Sessanio fu governato dai Medici e l’economia locale fiorì grazie alla produzione di lana diretta a Firenze. Il torrione merlato, che si erge tra le casupole, è detto Torre Medicea, ma in realtà risale al XIV secolo: il nome testimonia l’impatto economico e culturale che la famiglia fiorentina ebbe in paese. Il restauro del torrione, distrutto dal terremoto del 2009, si è concluso nel 2021 salvaguardando gli elementi originali. Ancora oggi la Porta Medicea conserva lo stemma della famiglia apposto sulla caditoia. La memoria del borgo e dei territori circostanti è conservata nel Museo Terre della Baronia. A pochi passi dal museo, sulla piazza Medicea si affaccia la piccola chiesa delle Anime Sante, o del Suffragio, con l’altare maggiore dedicato alla Vergine del Monte Carmelo. Negli appezzamenti di terra argillosa che circondano il borgo, ideali per la crescita dei legumi, si coltiva da secoli la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, presidio Slow Food: piccola e permeabile, non necessita di ammollo e se ne ricava una zuppa semplice ma rinomata.
Borghi
Castel del Monte

Castel del Monte

Castel del Monte è un tipico borgo dell’entroterra abruzzese, sul versante aquilano del Gran Sasso, a 1310 metri d’altitudine. Incantevole il nucleo abitativo più antico, detto Ricetto, un labirinto di vicoli con mura di cinta e archi scavati nella roccia calcarea. Questo piccolo borgo arroccato è anche noto come “Capitale dei pastori”; attualmente, le vecchie abitazioni nelle vie del borgo accolgono ricostruzioni della vita pastorale sul modello di museo diffuso: della pastorizia, del lavoro nei campi, della lavorazione della lana. Domina la parte più alta del dedalo di vicoli, l’antica torre campanaria che si innalza come a voler raggiungere le cime del Gran Sasso; danneggiata a seguito del terremoto del 2009, la torre quadrata è stata sottoposta a un lungo lavoro di restauro e, nel 2023, è stata restituita alla pubblica fruizione. Il parziale crollo di questo gioiello architettonico aveva provocato danni anche alla chiesa di S. Marco Evangelista, oggetto dei prossimi interventi di restauro post-sismico. Da non perdere la chiesa della Madonna del Suffragio, venerata fin da tempi antichi, in particolare dai pastori che qui si recavano a chiedere protezione prima della partenza per la transumanza: ancora oggi la statua della Madonna intitolata al Suffragio è portata in processione l’8 settembre. Per concludere la visita del piccolo borgo è d’obbligo assaggiare una delle delizie gastronomiche della zona: Il canestrato di Castel del Monte, un formaggio ricavato dalla caseificazione di latte ovino crudo, con aggiunta di sale e caglio. Si può scegliere la stagionatura, dai 2 ai 15 mesi.
Enogastronomia
50ª Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop

50ª Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop

Sogliano al Rubicone è pronta ad accogliere viaggiatori, turisti enogastronomici e semplici appassionati della buona tavola per la 50° Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano DOP. La Fiera – che animerà le piazze e i vicoli del centro storico durante le domeniche del 23, 30 novembre e 7 dicembre 2025 – è diventata ormai un appuntamento rinomato a livello nazionale perché nel tempo ha saputo promuovere e rinnovare l’affascinante storia del Formaggio di Fossa. Oltre al rinomato Formaggio, considerato un piccolo tesoro già a partire dal Settecento, la Fiera sarà l’occasione perfetta per degustare e acquistare anche altri prodotti tipici soglianesi come il Savòr, la Saba, le Teglie in argilla di Montetiffi (ideali per la cottura della piadina), miele, salumi, eccetera. Ma non mancheranno anche altre eccellenze enogastronomiche, come vini e formaggi, provenienti da diverse regioni d’Italia. Da non perdere: “5 Ristoranti in Piazza”: cinque ristoratori soglianesi propongono 5 menù a base di Formaggio di Fossa (e non solo), da assaporare in un’ampia area riscaldata e al coperto “E Zir dal Fosi”: Percorso di degustazione a base di formaggio di fossa ed abbinamento con vini presso le 5 Fosse presenti in centro storico di Sogliano al Rubicone Non mancherà come di consueto il tradizionale pranzo/ristoro nei locali della Pro Loco di Sogliano. Molti gli eventi collaterali che faranno da contorno al contenuto gastronomico della fiera: spettacoli teatrali, musicali e ricreativi, convegni, concerti, laboratori, area dedicata ai bambini ed al divertimento con animazioni e giochi antichi.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
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