Il Museo d’Arte Sacra "Don Clemente Confalone " è stato creato nella cripta risalente al 1700 della Collegiata di Santa Maria a Mare a Maiori. L’esposizione ha una superficie di circa 232 mq., disposta su tre livelli con un giardino panoramico di 200 mq.
Per entrare al Museo si possono utilizzare sia i due ingressi principali della Collegiata, seguendo il percorso pedonale della "Scala Santa", sia un’entrata diretta e indipendente situata nel piazzale di arrivo della strada costruita anni fa per rendere più facile l’accesso al centro storico della città e al suddetto complesso sacro.
Lo spazio espositivo si articola mediante teche tematiche ed espositori singoli. Il percorso, suddiviso in temi, inizia con una sezione dedicata alle statue che contiene pezzi di grande pregio, come la Madonna in Gloria, tre statue del XVIII secolo, tra cui quelle che raffigurano Santa Lucia e Santa Apollonia, di cui si parla già nei documenti riguardanti una visita pastorale dei primi del Settecento.
Si segnalano, inoltre, il busto con le reliquie di San Trifone, la statua originale della Madonna dell’Avvocata, una splendida Madonna con Bambino, attribuita ad una scuola tedesca del XVI secolo, e altri oggetti devozionali.
Nell’esposizione si possono ammirare oggetti prezioni, come: due antifonari del XV secolo, un prezioso cofanetto, di raffinata fattura della Scuola degli Embriachi risalente al primo quarto del XV secolo e raffigurante la leggenda della Mattabruna e un paliotto di alabastro del XV secolo, che rappresenta alcuni aspetti della fede cristiana tra i Santi Margherita e Giacomo. Di interesse sono anche tre piatti per la carità a sbalzo, realizzati in Germania, e altre opere che riflettono l’importanza della fede per la popolazione.
Le due grandi vetrine ai lati dell’altare contengono preziosi abiti sacri, importante testimonianza dell’artigianato di ornamenti sacri dal XVII al XIX secolo.
Nella sala vicina, in precedenza Sala dell’Archivio capitolare, sono esposti numerosi vasi sacri e utensili in argento, tra cui: la croce d’altare, opera di Gaetano Simioli, due calici di Biagio Giordano, il reliquiario di Santa Lucia di Nicola Palmentiero, un calice di Romualdo De Rosa, e altre opere create da autori noti.
Accanto a queste ultime, vi sono altri numerosi oggetti fatti a mano che, pur non essendo ancora nota la loro specifica origine, costituiscono un prezioso ricordo dell’arte dell’argenteria napoletana dei secoli XVIII e XIX.