In esecuzione della legge 12 novembre 1818 (Collezione regno Due Sicilie, 1818, n° 1379), lo stesso giorno l’Archivio di Stato di Avellino fu istituito. I primi versamenti però sono stati effettuati soltanto nel 1820. Successivamente, a seguito del regio decreto 22 settembre 1932, numero 1391, l’Archivio provinciale di Stato ha incluso tutti i precedenti archivi provinciali del mezzogiorno. La denominazione di Sezione di Archivio di Stato è stata assegnata con la legge 22 dicembre 1939, numero 2006, e successivamente, con il decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, numero 1409, è diventata Archivio di Stato. La provincia di Avellino, conosciuta fino alla fine dell’Ottocento come Principato Ulteriore, ha vissuto un periodo complesso; essa comprendeva fino all’Unità d’Italia buona parte della provincia di Benevento e una parte di quella di Foggia, pertanto anche documenti relativi a questi luoghi possono essere trovati nell’Archivio. La documentazione relativa ad Avellino e ad altre località della provincia attuale non è completa e per questo è necessario integrare anche quella conservata presso l’Archivio di Stato di Napoli. Nell’agosto 2007, l’Archivio ha trovato sede nel complesso monumentale dell’ex "carcere Borbonico", progettato dall’architetto Giuliano De Fazio, ora restaturato. Esso contiene circa 65.000 buste che vanno dal 1423 al 1960, e sono suddivise in periodi storici: antichi regimi (1423 - 1814), periodo napoleonico (1806 - 1814), restaurazione borbonica (1815 - 1860), Unità d’Italia (1861 - 1944), Repubblica (1945 - 1960). I fondi custoditi sono: Regia Udienza provinciale di Montefusco, Gran Corte Criminale, Comuni, Intendenza di P.U. e Prefettura, Preture e Tribunali, Distretto militare di Avellino, Stato civile, Corporazioni religiose, Archivi di famiglie e di persone (Mazas, Grassi, Cicarelli, Iandoli, Grimaldi e Sanseverini). Inoltre, la documentazione economica della provincia comprende Catasti, Atti demaniali dei Comuni (Commissariato agli usi civici per la Campania) e documenti della Reale Società Economica. Per quanto riguarda gli enti religiosi soppressi (1423-1882) esistono delle pergamene e una miscellanea di pergamene (1454-1757) costituita da bolle ecclesiastiche e privilegi risalenti al periodo aragonese e all’epoca del vicereame spagnolo. Uno dei fondi più numerosi è senza dubbio l’Archivio notarile 1494 - 1899, che offre un interessante punto di vista sui fenomeni sociali. Gli Archivisti di Stato hanno redatto guide, repertori, elenchi, inventari sommari ed analitici, indici, regesti, trascrizioni e banche dati informatiche.
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