Panoramica
Nato su impulso di un consorzio di nobili e borghesi amerini nel 1780, il Teatro Sociale presenta una somiglianza straordinaria con l’architettura, la disposizione e il disegno del Teatro della Fenice di Venezia, progettato dall’accademico perugino Gian Antonio Selva, allievo dell’Accademia del Disegno del conte Stefano Cansacchi,. Nel 1783, la struttura principale era stata costruita, come si evince dal motto "Honesto civium oblectamento" sull’ingresso principale. La fossa orchestrale risale al 1823, realizzata per soddisfare le necessità dell’opera lirica. Del 1866 sono i palchi del proscenio (il teatro ne conta 50, suddivisi in tre ordini, oltre al loggione). Tra il 1880 e il 1886, le decorazioni e gli affreschi sono stati realizzati da Domenico Bruschi, anche attivo nel teatro del Caio Melisso a Spoleto; lo stesso Bruschi ha dipinto il magnifico telone con l’assedio di Amelia da parte del Barbarossa e la volta della sala principale del ridotto, nota per gli scherzi prospettici maliziosi. La ristrutturazione del Teatro Sociale, avvenuta tra il 1982 e il 1985, ha reso di nuovo possibile la fruizione di questo spazio, uno dei pochi esempi ancora oggi esistenti di teatro settecentesco in legno.