Nella classifica dei siti culturali più importanti di Italia, si trova il Museo Archeologico Nazionale di Taranto. È stato aperto nel 1887, subito dopo che la zona Est del Canale Navigabile di Taranto venne urbanizzata, grazie anche alla realizzazione del Borgo Umbertino. Se da un lato il ripopolamento creò un vantaggio, dall’altro, lo svantaggio più grande fu la dispersione di oggetti archeologici di valore risalenti all’età romana e greca.
Per preservare ciò che restava degli oggetti antichi rinvenuti, presso la città di Taranto arrivò l’archeologo Luigi Viola, che dopo aver ottenuto l’approvazione per costruire il museo presso il vecchio convento dei Frati Alcantarini, non perse tempo ad ingrandirlo (già nel XVIII secolo), e riadattarlo in diversi modi.
I lavori che sono stati effettuati sono di diverso tipo, a partire dal 1903 quando l’architetto Guglielmo Calderini ordinò di ricostruire la facciata, oppure tra il 1935 e l’anno 1941, l’architetto Carlo Ceschi decide di ristrutturare l’ala settentrionale.
Soltanto diversi anni dopo, nel 1998, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MarTa, è stato ristrutturare del tutto, riuscendo ad inaugurarlo soltanto 18 anni dopo, nel 2016. Dopo tanti anni di duro lavoro, il Museo oggigiorno dà la possibilità di mostrare la storia della città pugliese, Taranto, raccontando quello che un tempo era il territorio durante la Preistoria fino ad arrivare all’Alto Medioevo.
La disposizione del sito culturale è suddivisa a piani, il primo comprende i reperti protostorici e preistorici, per poi continuare con l’età greca, romana, tardoantica e l’Alto Medioevo. Dato che i piani sono disposti diacronicamente, il percorso si comincerebbe dal secondo piano, dove è possibile assistere alle fasi più antiche della storia.
Al piano mezzanino, si continua la visita al Museo Archeologico Nazionale di Taranto, dove vi sono le raccolte di quadri e oggetti risalenti alla vita che si conduceva un tempo nella città pugliese. Le opere in questo piano, vennero mischiate per volere del vescovo di Nardò, Monsignor Giuseppe Ricciardi, con le raccolte del Regio Museo di Taranto.
18 Quadri, tutti di natura religiosa, tra cui uno, che raffigura l’Addolorata mentre piange su una lastra di zinco. Ogni opera è dipinta ad olio su tela, e risale al periodo tra il XVII e XVII secolo. Gli altri quadri sono in onere di riconoscimento all’istituto scolastico di Andrea Vaccaro, Luca Giordano e Francesco de Mura, tutti di produzione napoletana.
Tra i quadri più nuovi, troviamo la Deposizione e l’Addolorata tra Barbara e i Santi Nicola, tutti riferiti Leonardo Antonio Olivieri (di Martina Franca), un vecchio artista pugliese.
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto è accessibile a tutti, anche soggetti con disabilità. Al piano terra del sito culturale è una sala didattica, che arricchisce l’esperienza con la nuova tecnologia. Un’idea innovativa per semplificare le spiegazioni a bambini, scuole ed anche adulti. Il sito, dispone anche di un chiostro, in cui si svolgono attività didattiche ed eventi.
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