L’area compresa tra l’Arco di Augusto, gli Archi dell’acquedotto (con un fondamento basale scolpito da coppelle di epoca protostorica, un pozzo e limiti di edifici risalenti all’età romana) e la spianata del Castello della Contessa Adelaide rappresenta un insieme storico-monumentale di grande importanza, legato alla romanizzazione del territorio alpino (13 a.C.), alla cinta muraria tardoantica della capitale della Provincia delle Alpi Cozie e all’incastellamento medievale (XI secolo), primo sbocco dei Savoia verso la pianura padana. Da segnalare inoltre la piazza Savoia, dove sono visibili i resti del tempio del foro, emersi durante i lavori di sistemazione della piazza (2005-2008): su questa prospetta la Porta del Paradiso, unica porta urbica di epoca romana ancora conservata, da cui ha inizio un percorso di visita che si estende al centro storico. Il Castello, con la sua struttura attuale, risulta dall’accostamento di più edifici a partire dal medioevo e fino al XVIII secolo. Nel cortile, le indagini archeologiche hanno portato in luce una serie di strutture riferibili al primo palazzo del governatore della provincia romana delle Alpi Cozie (Praetorium), che occupava il settore più alto della città, poi modificato e rafforzato tra la fine del III e il IV secolo d.C. Tra le strutture più antiche (I secolo d.C.) è presente un ingresso monumentale con una scalinata in pietra, che doveva consentire il superamento del dislivello tra la strada antica (appena oltrepassato l’arco onorario dedicato ad Augusto nel 9/8 a.C., monumento simbolo della città) e la parte aulica dell’edificio. Quest’ultima è parzialmente emersa nel corso dei recenti lavori di ristrutturazione al di sotto dei pavimenti moderni: sono stati identificati alcuni frammenti di mosaico oppure di malta, a loro volta inseriti su ambienti di sostruzione con volte a botte, che rimangono immutati da secoli e che costituiscono le cantine del castello. Inoltre, è presente un settore di scavo a cielo aperto, raggiungibile dalla porta tardo-antica ripristinata durante gli scavi del Soprintendente Carlo Carducci (1938-1947), in cui sono visibili alcuni ambienti del pretorio, tra cui una cisterna ed una latrina tardo-antiche. Questo è collegato al sistema di fortificazione tardo-romana/medievale e al tratto terminale dell’acquedotto che vi arriva da ovest (le cosiddette “Terme Graziane”). Il sito dell’Anfiteatro romano di Segusio si trova a sud del centro storico, tra la strada S. Francesco e la strada della Consolata. Di dimensioni ridotte (circa m 60 x 53), conserva il muro perimetrale dell’arena, con i carceres ed un corridoio perimetrale voltato, e parte delle gradinate in pietra, fortemente restaurate. È genericamente datato al II secolo d.C.
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