La città (m 183, ab. 27 000 circa) è uno dei comuni più importanti del territorio del Canavese. Abitata sin dal Neolitico e il cui toponimo deriva dal latino Clavasium, “luogo di fronte alla collina”. Strategicamente assai rilevante per la sua posizione sulla direttrice monferrina, nel XIV secolo fu dominio degli Aleramici e poi dei Paleologi prima di essere eletta quale capitale del Marchesato del Monferrato nel 1431 ed essere annessa ai territori dei Savoia. Nel corso del Cinquecento, le scorribande dei Lanzichenecchi avevano prodotto un forte stato di arretratezza ma la situazione cambiò quando, a seguito della pace di Cateau-Cambrésis del 1559, Chivasso tornò di nuovo in mano ai Savoia. Memorabile poi l’eroica resistenza della città nel corso del celebre assedio del 1705, uno degli episodi più significativi avvenuti alle porte di Torino, di cui Chivasso rappresentava l’ultimo avamposto contro il nemico.
Numerose le testimonianze che raccontano la storia del luogo, a partire dal centro storico, con la spaziosa piazza di fronte al Duomo e l’elegante via Torino con i portici e le pasticcerie dove acquistare i nocciolini, dolci vanto della città, che fanno di Chivasso un luogo gradevole da visitare anche al di là del suo monumento più insigne, il Duomo di S. Maria Assunta. Notevole esempio di arte tardo-gotica piemontese, fu iniziato nel 1415, con rimaneggiamenti successivi. La facciata (1420) ha un portale strombato, sormontato da una ghimberga, dal rosone e da un pregevole apparato di fregi e sculture in terracotta (apostoli e profeti) di gusto gotico fra cui spicca la statua della Madonna: è una copia moderna dell’originale quattrocentesco conservato all’interno, dove si trova anche un gruppo scultoreo (8 figure) in terracotta policroma rappresentante la Pietà (XV secolo). Presso il secondo altare a destra si ammira una Deposizione dalla Croce (XVI secolo), tavola giovanile del chivassese Defendente Ferrari, unica opera del pittore rimasta nella sua città natale; con la torre ottagonale è tutto ciò che rimane dell’antico castello aleramico, fatto costruire intorno al 1178 da Guglielmo IV, Marchese del Monferrato. Alle spalle si innalza il Palazzo di Santa Chiara, un edificio tardo settecentesco che sarebbe dovuto essere convertito in un convento di clarisse ed è invece diventato il municipio: al piano terra da non perdere il teatrino mignon a ferro di cavallo, con tanto di platea e loggione, progettato nel 1834 da Fausto Gozzano, padre del poeta Guido.
Da segnalare ancora la cosiddetta Lapis Longus, stele in pietra del VII-VI secolo a.C., alta 4 metri, che ora campeggia al centro di piazza Castello: la grossa pietra fu ritrovata nel 1499 nei pressi della chiesa di San Michele, eretta poco dopo l’anno Mille e poi completamente smantellata nel 1649 in occasione della risistemazione della piazza stessa.
Sulla piazza d’Armi si affaccia il Palazzo dell’Economia e del Lavoro “Luigi Einaudi”, sede polifunzionale per mostre ed eventi culturali. Edificato nel XVII secolo e adibito a caserma, custodisce sul timpano un raro orologio del tempo nuovo su base decimale – il giorno è diviso in 10 ore di 100 minuti, ciascuno di 100 secondi –: un’innovazione del periodo rivoluzionario che non ebbe seguito e fu soppressa nel 1806 da Napoleone. Ai margini orientali dell’abitato si trova la grandiosa opera di presa delle acque del Po, realizzata negli anni ’70 del XIX secolo. Verso la campagna sorge La Mandria che fino all’Ottocento era l’allevamento di cavalli dei Savoia e oggi è un incantevole borgo agricolo.
Deviazione
Chivasso è molto importante anche per l’economia e l’agricoltura non solo della zona. Da Chivasso, che fa parte del tratto torinese del Parco Fluviale del Po, ha origine il Canale Cavour (1883-86), terzo in Italia per lunghezza (80 km), costruito a supporto dell’agricoltura che trae origine dal Po integrato con le acque della Dora Baltea e termina nel Ticino, all’altezza di Galliate. Il canale fu voluto da Cavour per portare l’acqua sui campi di riso e fu una delle opere ingegneristiche più importanti del tempo; è la principale fonte di irrigazione a nord del fiume Po. Da Chivasso è possibile seguire la strada che lo costeggia proseguendo lungo il corso del canale sino ad arrivare a Verolengo, borgo di grande fascino e luogo di insediamenti urbani sin dai tempi dell’antica Roma.