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Museo Archeologico Nazionale delle Marche

Panoramica

La costruzione del maestoso edificio architettonico, dimora della nobile famiglia Ferretti, che ospita il Museo archeologico nazionale delle Marche dal 1958, risale alla metà del XVI secolo. Il prospetto esterno, inizialmente attribuito ad Antonio da San Gallo il Giovane, architetto civile e militare operante ad Ancona negli anni ’40 del 1500, è ora ritenuto maggiormente riconducibile a Pellegrino Tibaldi, autore degli affreschi del piano nobile, commissionati dal conte Angelo di Girolamo Ferretti. Il sofisticato intervento pittorico fu eseguito dal Tibaldi e dal suo staff poco dopo il 1560, in contemporanea con la realizzazione dei magnifici soffitti lignei a cassettoni e intagli, e degli affreschi su pareti del Salone dei Ricevimenti e dei diversi ambienti a esso connessi, tra cui la sala degli emblemi e la sala dei miti. Il secondo piano è altresì decorato da soffitti affrescati a grottesche, con mostri, figure mitologiche e mascheroni nello stile romano tardo cinquecentesco, tra cui si aprono quadri con paesaggi fantastici, riconducibili alla maniera zuccaresca. Nel 1759 l’originaria costruzione fu ristrutturata, presumibilmente su progetto di Luigi Vanvitelli, con l’ampliamento che assorbiva l’adiacente torre medievale, e che comportò una significativa modifica della facciata, dove venne aperto un grande portale centrale, sopra il quale è un balcone riccamente ornato.
L’interno è decorato da un imponente scalone d’onore che ancora oggi collega i diversi piani, e all’esterno è stato realizzato un magnifico terrazzo pensile. La terrazza ha un portico e logge soprastanti, con una vista mozzafiato sul porto della città e sulla costa. Vi sono busti e statue, probabilmente della bottega anconetana di Gioacchino Varlè (1734-1806), che impreziosiscono ulteriormente il sontuoso edificio. Allo stesso periodo risalgono gli interventi sulle raffinatissime volte a grottesca di alcuni salotti del secondo piano.
Il palazzo ha subito negli anni diversi interventi di restauro, l’ultimo dei quali nei primi anni ’80.
Il progetto di creare una collezione archeologica regionale ad Ancona nasce dopo il 1860, quando il Regio Decreto del Commissario Straordinario per le Marche Lorenzo Valerio autorizza i suoi promotori, il conte Carlo Rinaldini e il pesarese Carisio Ciavarini, a creare un museo. La struttura inizialmente raccoglieva manufatti dall’età della pietra in avanti, poi le sue collezioni furono notevolmente arricchite da numerose scoperte fortuite e da scavi sistematici intrapresi nell’intera regione. Nel 1906 il museo fu "registrato" e divenne finalmente Museo Nazionale di Ancona. Nel 1927, sotto la direzione del Soprintendente Giuseppe Moretti, il museo fu inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III e dal Sottosegretario On. Emilio Bodrero. Durante la Seconda guerra mondiale, il museo fu in parte danneggiato dai bombardamenti. Al termine della guerra, la ricostruzione e il restauro dei materiali furono eseguiti dal nuovo Direttore e Sovrintendente, Giovanni Annibaldi. Nel 1958 riaprì nella nuova e prestigiosa sede di Palazzo Ferretti. Un nuovo disastro portò alla chiusura del Museo nel 1972, ma riaprì nel 1988 sotto la direzione della Sovrintendente Delia Lollini. Negli anni ’90 sono state inaugurate le sezioni Preistorica ed Età del Bronzo, e nel 2010 e 2015 è stata inaugurata la sezione Ellenistico-Romana.
L’itinerario espositivo inizia con la sezione Preistorica, che presenta la Venere di Frasassi, preziosa reliquia di 28.000/25.000 anni fa. Il mezzanino ospita allestimenti multimediali sugli antichi reperti litici del Monte Conero, risalenti a circa 300.000 anni fa, l’insediamento neolitico di Ripabianca di Monterado (VI millennio a.C.), l’insediamento eneolitico di Conelle di Arcevia (III millennio a.C.), i venticinque pugnali in bronzo dal magazzino di Ripatransone (AP) (1800-1600 a.C. circa), le ceramiche appenniniche e subappenniniche delle Grotte della Gola di Frasassi (1500-1200 a.C.) e la necropoli ad incinerazione protovillanoviana di Pianello di Genga (1200-1000 a.C.). L’itinerario prosegue salendo al secondo piano, dove inizia la sezione protostorica, con gli insediamenti piceni dall’età protovillanoviana all’età arcaica. Da ammirare anche la necropoli "villanoviana" di Fermo (VIII sec. aC) e una selezione dei più significativi corredi funerari piceni dall’età principesca orientalizzante all’età arcaica (fine VIII - inizi VI sec. aC). Il museo mette in mostra i vari aspetti della civiltà picena, fortemente influenzata dal mondo etrusco e presenta reperti del periodo orientalizzante (che si riferisce al periodo in cui la civiltà picena iniziò a incorporare aspetti del modello socio-culturale orientale), nonché del periodo classico e tardo classico. Al primo piano sono esposti i reperti della necropoli di Numana-Sirolo, un ricco sito archeologico che mostra le diverse influenze culturali vissute dalla civiltà picena. A partire dal IV secolo a.C. iniziò un’ondata di migrazioni di popolazioni celtiche, e l’ultima tribù celtica a stabilirsi in Italia fu quella dei Senoni. Il museo presenta anche reperti di epoca romana, tra cui il fregio e il frontone di Civitalba e i reperti della città di Ancona.

Orari

Lunedì
Chiuso
Martedì - Mercoledì
08:30 am-01:30 pm
Giovedì
02:00 pm-07:30 pm
Venerdì
08:30 am-07:30 pm
Sabato - Domenica
02:00 pm-07:30 pm
Museo Archeologico Nazionale delle Marche
Via Gabriele Ferretti, 6, 60121 Ancona AN, Italia
Chiama +39071202602 Sito Web

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