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Enogastronomia
L’enogastronomia del Golfo dei Poeti

Golfo dei Poeti, i sapori liguri tra Lerici e Portovenere

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
3
Difficoltà
Facile

Il Golfo dei Poeti, profondo anfiteatro di roccia e di mare, alterna visioni mozzafiato con anfratti e piccole insenature, a borghi ancora intatti nelle loro tradizionali architetture dai colori pastello. Questo suggestivo angolo di Liguria fu amato da numerosi poeti e artisti: come Shelley, che vi soggiornò con la moglie Mary, Byron e Lawrence, ma anche Petrarca e Montale. Rappresenta una meta turistica molto frequentata non solo per l’unicità del suo tratto costiero, ma anche per le bellezze artistiche, i numerosi sentieri naturalistici e la ricchezza della sua enogastronomia. La classica focaccia e le varietà di pesto condividono la scena con ingredienti propri del mare – come ostriche e mitili, qui chiamati rigorosamente muscoli, allevati nei vivai del golfo.

Quella vinicola è un’altra creazione identitaria di questo territorio, che racconta di terrazzamenti strappati alle rocce, con vigneti a picco sul mare, dove salsedine, sole e vento imprimono all’uva e al vino un carattere inconfondibile. Tre le denominazioni presenti: Cinque Terre Doc, Colli di Luni Doc e Liguria di Levante Igt, con i vitigni autoctoni a farla da padroni, primo fra tutti il Vermentino.

Radicata e di qualità anche l’olivicoltura, con le varietà Razzola e Pignola a comporre un olio extravergine di grande finezza e dolcezza gustativa, perfetto per accompagnare una cucina in equilibrio tra entroterra contadino e litorale marinaro, composta da piatti come la mesciua, la zuppa per eccellenza dello Spezzino a base di ceci e fagioli, o il classico bagnun, una zuppa di pesce a base di acciughe, pomodori e pane, talvolta cucinata direttamente sui pescherecci.

Scoprendo Lerici

Scoprendo Lerici

Partendo da Levante, Lerici è insediata al centro di una piccola baia naturale, con scale e caruggi che portano all’antico castello genovese. Il centro storico si incunea tra la fortezza e il mare, in una riuscita armonia tra il nucleo medievale, le dimore signorili settecentesche, la fortificazione e le alte case colorate. In questo scorcio di Liguria il paesaggio è esso stesso parte del gusto, sia che ci si trovi a bordo mare, in cima alla collina che guarda il golfo o tra i suoi vicoli. In centro paese, Baroni è un ottimo riferimento per un aperitivo con vini locali accompagnati da specialità liguri e un’ottima focaccia. Immersa nei boschi della Rocchetta, sopra la collina di Lerici, l’Osteria di Redarca offre piatti tipici spezzini tra cui muscoli ripieni o alla marinara.

Merita un’incursione nell’entroterra a Castelnuovo Magra la visita all’Azienda Agricola Maneterra, piccola realtà vitivinicola nata dall’esperienza di Claudio Felisso, agronomo ed enologo, interamente dedicata alla valorizzazione del Vermentino. Poco più in là la cantina La Pietra del Focolare, a Luni, dove la famiglia Salvetti coltiva questo vitigno con grande e minuziosa passione.

Le buone tavole di La Spezia

Le buone tavole di La Spezia

Da Lerici, percorrendo l’incantevole passeggiata a mare, si raggiunge dapprima San Terenzo, piccolo insediamento vicino alla spiaggia, quindi Fiascherino e in conclusione Tellaro, luogo amato da Mario Soldati, con le case pastello strette intorno alla chiesa e le stradine animate che raccontano storie di terra e di mare, di contadini e pescatori. Luogo ideale di sosta gastronomica, anche per ammirare un panorama che da solo vale il viaggio, l’albergo ristorante Miramare. Molte le curve, ma pochi i chilometri da affrontare per raggiungere La Spezia, il cui centro storico, vivacemente costellato di negozi e locali, è attraversato da via del Prione. Chiamata originariamente carugio Drito, è la via principale e probabilmente più antica della città: si narra che lungo questa strada, su una grande pietra (in genovese “pria”) i messi leggessero alla popolazione i decreti della Repubblica Genovese.

Al limite della zona pedonale, il farinotto La Pia è un’istituzione cittadina. E se una visita al Museo Tecnico Navale offre una panoramica dell’antichissima storia navale spezzina e italiana, quella all’Osteria della Corte racconta la bella storia di passione per la ristorazione di qualità di Silvia Cardelli e Andrea Ferrero. Con una filosofia tra il bistrot e il lounge bar con cucina, l’Accanto, altra creatura di Silvia e Andrea nata dall’idea di integrare la proposta dell’Osteria. In quelle che erano le cantine di un palazzo in centro città, il ristorante All’Inferno dal 1905 è condotto dalla famiglia D’Avanzo da tre generazioni. Da non perdere la classica mesciua, minestra di ceci, farro e fagioli.

Portovenere

Portovenere

Riprendendo il viaggio lungo la costa, merita una tappa l’Osteria Picciarello, sulla strada verso Portovenere in frazione Marola. Ospitata in un ex negozio di commestibili, serve pesce freschissimo. Portovenere ha ancora l'aspetto di un borgo medievale con il carugio centrale che ne attraversa l’abitato, colorato e animato di botteghe e locali. Degni di nota il castello Doria e la chiesa di S. Lorenzo, consacrata nel 1130, con notevoli opere d’arte. Altrettanto vivace il fronte mare che conduce alla inconfondibile e scenografica chiesa di S. Pietro costruita sul promontorio roccioso, come la prua di una nave a dominare le onde. A Portovenere diverse sono le possibilità di gustare la gastronomia del golfo, a partire dall’Antica Osteria del Carugio, sulla via centrale, con piatti di territorio fedeli ai sapori tipici delle borgate marinare di Levante. Il Palmaria Restaurant, nella magnifica veranda del G.H. Portovenere, apre a un’esperienza gastronomica dal perfetto equilibrio tra piatti del passato ed estro creativo. Da provare Anciùa Ligurian Street Food, un delizioso minuscolo antro dedicato allo street food in chiave ligure, e l’enoteca La Caracca, per aperitivi all’insegna delle tradizioni e famosa per i suoi pesti artigianali. 

Raggiungibile in pochi minuti di battello e Patrimonio Unesco dal 1997, l’isola Palmaria custodisce una rete di sentieri che ne attraversano la variegata macchia mediterranea, che si alterna a edifici storici e calette di grande bellezza. Unica eccezione tra i boschi di pini, lecci e ulivi, un vigneto di mezzo ettaro da cui nascono circa mille bottiglie di vino bianco, a base di Vermentino, Albarola e Trebbiano. Da provare sull’isola il ristorante Il Pozzale, magari al termine di una gita in barca.

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