Salta il menu
Itinerario
Liguria e Piemonte, mare e monti

Dal mare di Albenga, andata e ritorno per le valli

Tipologia
Percorso in auto
Durata
4 giorni
Numero Tappe
7
Difficoltà
Facile

Dal mare di Albenga, piacevole cittadina del ponente ligure, si compie un itinerario ad anello che attraversa l’ambiente alpino della valle Arroscia, sconfina in Piemonte, e riscende lungo la val Neva, stretta e incassata tra pareti calcaree. Si scoprono così luoghi isolati, tranquilli e curiosi come il Parco delle sculture di Rainer Kriester, gli affreschi nella chiesina di S. Pantaleo vicino a Ranzo, e si percorrono strade tortuose che raggiungono piccolissimi borghi montani abbarbicati e senza tempo, come Pieve di Teco. Si sconfina in Piemonte, nella val Tanaro, con le asperità dei monti che cingono Ormea e Garessio, nel Cuneese. Si torna in Liguria, attraversando piccolissimi paesi colmi di fascino e storie da farsi raccontare: Castelvecchio di Rocca Barbena e Zuccarello.

Giorno 1

Albenga

Albenga

La città si affaccia sul Mar Ligure a un’ottantina di chilometri da Genova, praticamente in mezzo alla riviera di Ponente. È un centro di primaria importanza turistica sia per le spiagge di fronte all’Isola Gallinara, sia per le attrattive del centro storico come la lunga piazza S. Michele, la raccolta piazza dei Leoni e le case medievali di via Bernardo Ricci. Spiccano poi la Cattedrale di S. Michele e lo straordinario Battistero, circondati dal palazzo Vecchio del Comune con il Museo Ingauno e il palazzo Vescovile con il Museo Diocesano. Continuando sulla via delle Medaglie d'Oro, oltre i suoi edifici storici, si può arrivare in una decina di minuti al duecentesco Pontelungo.

Vale la pena poi spostarsi nella frazione di Campochiesa per visitare la chiesa romanico-gotica di San Giorgio, con un ciclo di affreschi dove il Giudizio Universale raffigura anche Dante, Virgilio e altri personaggi della Divina Commedia. Anche in fatto di gastronomia Albenga non delude: lo testimonia il frantoio ricavato nelle mura medievali che, nel Museo Sommariva, racconta la “Civiltà dell’Olivo”.

Chiesa di S. Pantaleo

Chiesa di S. Pantaleo

Da Albenga, la strada provinciale 453 si avvia verso la valle dell’Arroscia in direzione di Ranzo. Una deviazione sulla provinciale 21 però permette di raggiungere il Parco delle Sculture di Rainer Kriester, dove l’artista tedesco contemporaneo ha lasciato nel verde un ambiente sospeso fra arte e natura.

Ranzo invece conserva nelle sue vicinanze interventi meno recenti, espressione di una religiosità medievale sorprendentemente raffinata. Su una rupe affacciata sul torrente Arroscia c’è la piccola chiesa di S. Pantaleo, che intreccia periodi e stili diversi di costruzione: si parte da quella protoromanica per una delle absidi, proseguendo in quella tre-quattrocentesca dell’altra abside e del portico d’ingresso, per arrivare alle trasformazioni barocche. I portali recano decorazioni tardo-quattrocentesche opera dei “lapicidi di Cènova” (una scuola di artisti che prende il nome da un’altra piccola località nella valle dell’Arroscia), mentre le pareti del portico stesso conservano ampi affreschi, pure questi di arte locale. Altri dipinti murali si trovano all’interno dell’edificio.

Giorno 2

Pieve di Teco

Pieve di Teco

Un ambiente senza tempo è quello del centro storico di Pieve di Teco, con case alte a picco sull’Arroscia e il Ponte romano (costruito in relatà in età medievale) che attraversa il corso delle acque a valle dell’abitato.

Pieve di Teco è a una quindicina di chilometri a monte di Ranzo e a una trentina di chilometri da Albenga, lungo la strada statale 28 del Colle di Nava e ha intorno una natura fatta di sentieri escursionistici e percorsi per mountain bike tra i boschi, ai margini delle zone protette dal Parco naturale regionale delle Alpi Liguri.

Passeggiando in paese si incontrano anche presenze storiche degli ultimi secoli: la chiesa di S. Giovanni Battista ha un campanile romanico ma una veste settecentesca, e il piccolissimo Teatro Salvini è dell’800. Infine, opere d’arte contemporanea, si visitano nel piccolo Museo delle Maschere di Ubaga, inserito nell’ex convento quattrocentesco delle Agostiniane.

Ormea

Ormea

Continuando lungo la statale 28 verso nord si sconfina in Piemonte, nella Val di Tanaro, adagiata tra i morbidi declivi delle Langhe, le altitudini del monregalese e la Liguria, con il Tanaro che costeggia la strada. La ferrovia che ha smesso di funzionare e le case cantoniere ricordano quando la cartiera di Ormea dava lavoro a tanti. La cittadina, a vederla dall’alto, ha una forma a cuore. Ma non è solo il cuore che ha fatto innamorare i tanti turisti che frequentano Ormea in estate. Intorno ha una natura rigogliosa, fatta di boschi di faggeti e castagni e di cime alpine su cui avventurarsi: il monte Antoroto, il Pizzo d'Ormea, il monte Mongioie e il massiccio del Marguareis.

Il centro storico ha mantenuto l’impianto medievale ed è attraversato da un intricato labirinto di vicoli (detti “trevi” in dialetto ormeasco) su cui affacciano case del XIV-XV secolo. La parrocchiale di S. Martino, della fine del ‘400, ha un campanile romanico e, nell’abside, affreschi trecenteschi. A dominio di tutto, gli imponenti resti del castello del X secolo, sorto in difesa delle incursioni dei Saraceni, poi fortificato dai Savoia e ridotto a rudere dall'esercito napoleonico. 

Giorno 3

Garessio

Garessio

Altro borgo sulle sponde del Tanaro, Garessio, ai piedi del Colle San Bernardo, è un paese di montagna ma vicino al mare, e intreccia il rigore piemontese al carattere ligure. Il suo nucleo medievale si chiama Borgo Maggiore: risale al 1100 e aveva inizialmente funzione di ricetto, di cui restano tre delle quattro porte di accesso, Porta Rose (la principale), Porta Jhape e Porta Liazoliorum, e parte del muro di cinta. Da vedere il Museo Geospeleologico e l’Archivio storico, ospitati all’interno del palazzo Comunale, la caratteristica piazzetta S. Giovanni Battista, con la pavimentazione in ciottoli bianchi e neri e la chiesa di S. Giovanni Battista con il battistero a pianta ottagonale che faceva parte di un’antica cappella. L’imponente parrocchiale di Maria Vergine Assunta che fu in origine convento domenicano, è il risultato del progetto dell’architetto Francesco Gallo del 1717-28. La più antica chiesa di Garessio è invece S. Maria Extra Moenia, un basso edificio con un campanile in pietra locale di stile romano-gotico risalente al 1448. Sorta intorno al 1000, conserva dell’antica costruzione il portale gotico, alcune colonne delle navate interne e poche tracce di pittura medievale. Suggestivo poi il Bricco, un gruppo di case raccolto sotto la collina del castello: tra queste spicca la cinquecentesca costruzione con i pinnacoli incorporati nel muro, sede delle terziarie domenicane.

Castelvecchio di Rocca Barbena

Castelvecchio di Rocca Barbena

A 1142 metri di altitudine, su uno sperone roccioso sorge Castelvecchio di Rocca Barbena, il più antico paese feudale murato della val Neva, con un impianto urbano medievale ancora intatto. Si gira tra vicoli e stradine tortuose, piazzette, antichi lavatoi, vecchi forni, archi in pietra e piccole botteghe di prodotti tipici. Fondato tra il XII e il XIII secolo dai marchesi di Clavesana, che lo eressero in posizione elevata per controllare la valle, passò poi ai marchesi del Carretto e nel XVII secolo sotto la Repubblica di Genova. Il castello, che domina il borgo e offre un bellissimo panorama sulla vallata, fu eretto invece nell’XI secolo. La parrocchiale di S. Maria Assunta rifatta in età barocca su un precedente edificio, ha un campanile a cuspide più antico. Il borgo è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Prima di rientrare ad Albenga, si può lasciare la macchina qui e raggiungere Zuccarello a piedi, con una facile passeggiata tra ulivi e castagni dedicata a Ilaria Del Carretto.

Giorno 4

Zuccarello

Zuccarello

Nacque qui, a Zuccarello, Ilaria Del Carretto, figlia di Carlo, primo marchese del feudo. Ilaria si sposò con Paolo Giunigi, di Lucca, e lì si trasferì. Morì prematuramente nel 1405 e Jacopo della Quercia l’ha ricordata, bellissima, nel monumento funebre conservato nel Duomo di Lucca. Zuccarello, è un delizioso borgo fortificato, in cui ancora si percepiscono le atmosfere che deve aver respirato Ilaria. La via maestra con i suoi portici bassi, le arcate e i pilastri decorati dai trompe l’oeil così tipici in Liguria. Le due porte turrite a nord e a sud, Soprana e Sottana. Vicoli stretti e un ponte romano che a dire il vero è medievale, esattamente come la chiesa di S. Bartolomeo, stretta tra gli edifici del centro, con il suo originario campanile ornato da bifore e trifore in pietra, e tracce di affreschi della fine del XV secolo all'interno. 

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.