Panoramica
La chiesa e il monastero di Santa Maria in Organo sono una fondazione dei monaci benedettini risalente al VIII secolo, dipendente dal Patriarca di Aquileia. Il nome potrebbe derivare dall’organum, un marchingegno del luogo che prelevava acqua dall’Adige. Tra XI e XII secolo, la chiesa fu ricostruita a tre navate con absidi semicircolari e una cripta ad oratorio. Nel Quattrocento passò ai monaci benedettini olivetani, che iniziarono un’opera di ricostruzione dell’edificio sacro e delle residenze del monastero, convocando i migliori artisti della città (Domenico e Francesco Morone, Giovanni Francesco Caroto).
Il frate olivetano Giovanni da Verona realizzò tra il 1494 e il 1499 il coro ligneo, con 41 stalli intarsiati da figure di santi e vedute prospettiche, al cui centro pose nel 1501 un grande leggio, caratterizzato dalla figura di un coniglio. Tra il 1519 e il 1523, quando era abate Cipriano Cipriani, Giovanni mise in opera la sacrestia, con una spalliera lunga dieci metri raffigurante vedute architettoniche, oggetti liturgici e strumenti di lavoro, considerata da Giorgio Vasari la più bella che vi fosse in Italia. Gli specchi a tarsia di frate Giovanni sono un capolavoro del Rinascimento.
La facciata della chiesa, memore del Tempio malatestiano di Rimini di Leon Battista Alberti, mostra tre arcate profonde e paraste connesse a colonne di ordine corinzio. Venne progettata a partire dal 1546 da Michele Sanmicheli, il grande architetto veronese del tempo. La parte alta del fronte, nella quale si vede il muro romanico di mattoni alternati alla pietra, rimase incompiuta.
Piazzetta Santa Maria in Organo, 37129 Verona VR, Italia