Panoramica
Originariamente nella prima metà del Quattrocento, l’edificio - situato sulla collina delle Forbici e di frequente meta di sosta dei pellegrini diretti da Porta a Pinti a San Domenico di Fiesole - apparteneva a Lippaccio e Giovanni Brancacci. Successivamente, passò ai Salvetti, ai Bardi, agli Usimbardi, alla Compagnia di San Michele, ai Torrigiani, ai Cedri, ai Seratti e, nel 1824, al conte milanese Giuseppe Archinto. Quest’ultimo incaricò l’architetto Giuseppe Poggi di ampliare la proprietà, trasformandola in una villa neogotica e istituendo un parco romantico in stile inglese. Con l’aiuto del giardiniere e botanico Attilio Pucci, l’area a gelsi e olivi fu trasformata in un’estensione di cinque ettari con un laghetto romantico, isoletta e ponticello, boschi, prati, alberi, strada carrozzabile, siepi di alloro e lentaggine, platani, aceri, taxus baccata, albero di Giuda, corbezzoli, ippocastani, olmi, cipressi e diverse varietà di rose. Dopo l’acquisizione della proprietà allo Stato italiano nel 1967, la Soprintendenza condusse tra il 1983 ed il 1985 lavori di restauro che hanno mantenuto intatti i valori paesaggistici e ambientali del parco. Nel marzo del 2015, il Polo Museale della Toscana ne prese possesso.
