Scuderie Reali, resasi necessaria per i bisogni della corte di avere scuderie più grandi di quelle già esistenti in città al fine di ospitare i cavalli e le persone del personale di servizio. Il complesso si trova all’interno del giardino di Boboli, tra Via della Pace e del Mascherino, Viale Machiavelli e Porta Romana, che ospita anche l’Istituto d’arte, e le Pagliere, adibite a Museo delle Arti Figurative del Novecento. Altri fabbricati minori sono l’ex Infermeria dei cavalli e la Mascalcia, ora sono destinati a uso abitativo per il personale dell’amministrazione. L’assetto originario delle Scuderie era abbastanza simile a quello attuale, con una rotonda d’ingresso al galoppatoio, il maneggio coperto, costituito da due ali simmetriche disposte intorno a due cortili, i quartieri del portiere, i gabinetti per i maestri di stalla di settimana e per la guardia di scuderia e il gabinetto di Sua Maestà. La Cavallerizza (o "corte stabile") faceva parte del giardino che circondava il palazzo delle Pagliere. L’originario collegamento tra la Cavallerizza e il piano superiore delle Pagliere è ancora visibile, lungo l’argine, attraverso un percorso presumibilmente utilizzato per i carri adibiti al trasporto del fieno. Dopo il trasferimento della corte a Roma, le scuderie persero la loro originaria funzione e rimasero a lungo inutilizzate. Nel 1919 il corpo principale, costituito dalle ex scuderie, fu assegnato al Regio Istituto d’Arte. Il palazzo delle Pagliere è un grande, importante edificio dall’architettura insolita. Presenta due piani su un lungo corpo centrale e due ali laterali che costituiscono l’avancorpo. Ha tre livelli di struttura articolata, con una facciata con portico ad arcate su viale Machiavelli e un’altra sul giardino di Porta Romana. La funzione dell’edificio è facilmente riconoscibile dalle grandi finestre chiuse da grate in laterizio e dall’orientamento dell’edificio, che consentiva una perfetta circolazione dell’aria. Le facciate meridionali sono protette dal portico, mentre le facciate settentrionali hanno dimensioni maggiori per permettere a più luce e aria di raggiungerle. Il piano terra è ora suddiviso in tramezzi, ma in origine era costituito da un unico vano con pilastri e volte a crociera. Il piano superiore, preceduto dalla loggia, era il deposito del fieno, con aperture ad arco che lasciavano entrare aria e luce. Rimasto in disuso dopo la soppressione, dagli anni ’30 fino al 1950 l’edificio fu utilizzato come sede dei laboratori di scenografia del Teatro Comunale. Successivamente è stato utilizzato come magazzino dallo stesso Teatro Comunale fino al 1987.
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