L’itinerario archeologico della Toscana include l’area archeologica di San Martino a Poggio - Frascole e il Museo Archeologico Comprensoriale del Mugello e della Valdisieve. Il territorio di Dicomano ospita una grande quantità di presenze archeologiche, ed è Frascole ad essere la località che ha restituito i maggiori reperti. Scavi effettuati hanno permesso di scoprire resti databili tra il VI secolo a.C. e il I° secolo d.C., oltre alle fondamenta dell’antica chiesa romanica di S. Martino al Poggio, fornendo informazioni sull’esistenza di una struttura difensiva connessa alla strada di transito che collegava il Casentino al resto della Toscana.
Tale edificio potrebbe essere identificato come una residenza fortificata di una famiglia nobile rurale, anche se non è da escludere che si trattasse di un grande tempio, come suggeriscono i frammenti fittili trovati dal Gruppo Archeologico Dicomanese, attualmente conservati nel palazzo comunale di Dicomano. Un ritrovamento di particolare interesse è una stele di tipo fiesolano, un monumento funerario risalente al VI secolo a.C., ben conservato, con una decorazione a bassorilievo raffigurante una figura maschile barbuta, che potrebbe indicare la presenza di un sepolcro tra la frazione di Frascole e il capoluogo.
Un’altra visita da non perdere è quella al tabernacolo di S. Martino a Frascole, recentemente restaurato, mentre prima di arrivare a Frascole è possibile ammirare la chiesa di S. Jacopo a Frascole, ristrutturata nel 1923, e la Villa di Poggio, un elegante edificio settecentesco con una raffinata scala a doppia rampa sulla facciata e un oratorio adiacente dedicato alla Vergine della Purità. Per concludere, l’area archeologica di San Martino a Poggio offre al visitatore la possibilità di una visita all’interno di un sito in costante esplorazione. Qui si può ammirare la piccola Chiesa di San Martino, costruita alla metà del XIII secolo, ed i resti di un grande edificio etrusco, a pianta rettangolare (32m*12m), costituito da tre ambienti e da altri tre vani, entrambi risalenti alla fine del IV e all’inizio del III secolo a.C.. All’interno degli ambienti in corso d’indagine dell’edificio dei Velasna, sono stati rinvenuti frammenti ceramici con il nome della famiglia, come pure importanti e rare strutture realizzate in mattoni crudi.