 
                    Panoramica
Segesta, preannunciata dal tempio che sorge su un colle isolato vicino al monte Bàrbaro, in una zona per il resto spoglia e isolata, è uno spettacolo di notevole suggestione. Si tratta di quel che resta di un’antica città, tra i più importanti centri degli elimi, popolazione mista di indigeni e di immigrati provenienti, forse, dall’Anatolia. Città divenuta greca e rivale di Selinunte, venne distrutta nel 307 dal siracusano Agatocle, per poi rinascere romana; in seguito, devastata dai vandali, scomparve.
Gli scavi sono ancora in essere e dell’antico centro rimangono pochi resti: le rovine di alcune torri quadrate, una porta fortificata e i ruderi di una cinta muraria più recente. Ciò che più colpisce di Segesta sono sicuramente il tempio, rimasto incredibilmente intatto e risalente al V secolo a.C., composto da 36 colonne doriche, e soprattutto il teatro. Quest’ultimo, risalente alla metà del III secolo a.C., si trova in posizione suggestiva, adagiato sulla vetta del monte e in estate ospita spettacoli teatrali classici, musicali e di poesia. Particolarmente evocativi quelli che vi si tengono all’alba, con l’incanto del sole che sorge.