L’edificio originale, formato da due officine distinte (le fudine de’ Serini e de’ Nani, dal nome degli ultimi fabbri che vi lavorarono), è una delle più antiche fucine europee. L’impianto tardo-gotico che lascia supporre che risalga alla metà del XIV-XV secolo. In seguito, la struttura è stata più volte trasformata per adeguarla alle necessità della lavorazione tradizionale - detta ferrarezza - che è andata avanti fino a pochi decenni fa con la fabbricazione di grattugie, mestoli, palette da fuoco e picconi. Oltre ai locali principali con i forni, i magli, i maglioli, la tromba eolica azionata dall’acqua (tina de l’ora), la mola e le incudini, ci sono anche altri vani più piccoli dove era alloggiata la cesoia e i depositi per il ferro e il combustibile. I macchinari della fucina erano tutti azionati da ruote idrauliche che si trovavano nel canale dove scorreva l’acqua proveniente dal ruscello Lanico. Nel Museo etnografico del ferro Le Fudine è presente un percorso permanente intitolato “Ferro: un metallo tra cielo e terra” che ha l’obiettivo di avvicinare i visitatori al lavoro e ai simboli afferenti alla ferrarezza. La mostra è composta da pannelli con testi, foto, disegni e didascalie, atte a spiegare gli elementi della fucina e alcuni oggetti rinvenuti durante la ristrutturazione e esposti al Museo.
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