Panoramica
Il museo, fondato nel 1872, è probabilmente il più significativo fra i pur molti da visitare a Trieste. Lo ospita il palazzo neorinascimentale che l’imprenditore Pasquale Revoltella si fece costruire fra 1852 e 1858, affidando l’incarico a un architetto tedesco. La vicenda di Revoltella, che era di origini veneziane, è di per sé interessante. Fu uno dei primi azionisti delle Assicurazioni Generali, e uno dei consiglieri d’amministrazione del Lloyd Austriaco; entrò da protagonista nel progetto per lo scavo del canale di Suez, e fece istituire nella Trieste adottiva una qualificata scuola superiore di economia.
Le raccolte spaziano tra vari edifici in comunicazione fra loro. Un museo d’ambiente, quasi una casa museo a più livelli, è allestito nell’originaria costruzione affacciata su piazza Venezia, con arredi d’epoca ed esempi di sculture neoclassiche (anche di Antonio Canova). I piani superiori di un secondo edificio accanto formano la Galleria d’Arte Moderna, con opere della seconda metà dell’800 e del ’900. Fra queste ci sono tele importanti di Giovanni Fattori (Bivacco), Giuseppe De Nittis (Ritorno dalle corse) e Luigi Nono (Ave Maria), oltre ad altre più recenti di Casorati, Sironi, Carrà e De Chirico, e a cospicue collezioni d’arte contemporanea friulana e triestina.
L’integrazione del palazzo di Revoltella con le vicine Casa Brunner, acquistata dal Comune già nel primo ’900, e Palazzina Basevi è stata progettata da Carlo Scarpa negli anni ’60 del secolo scorso. L’atrio monumentale reca una scritta spettacolare, con una frase presa dal Fedro di Platone.