Dimora storica dei Principi von Thurm und Taxis, il Castello di Duino è situato in una posizione pittoresca e panoramica, lungo una scogliera carsica con una vista mozzafiato sul golfo di Trieste. Questo castello è decisamente diverso da quelli che oggi sono diventati freddi musei, in quanto al suo interno si respira il calore che Principe Carlo Alessandro di Torre Tasso, sua moglie ed i suoi tre figli hanno impresso alla loro abituale dimora. Molti sono stati gli illustri personaggi che hanno abitato, per periodi più o meno lunghi, queste stanze, anche grazie all’attenzione dei principi nei confronti della cultura. Tra questi ricordiamo Johann Strauss, Franz Liszt, Mark Twain, Paul Valéry, Gabriele D’Annunzio, Hugo von Hofmannsthal, Rainer Maria Rilke, che qui compose le sue celebri "Elegie", Eugène Ionesco e Karl Popper, nonché numerosi nobili e capi di Stato del passato e del presente. Come un vero e proprio intreccio di realtà e leggenda, le origini del castello risalgono all’epoca romana, i cui resti della prima torre sono ancora oggi visibili nel corpo del moderno castello, mentre l’antico castello fortificato, che oggi non è più visibile, era situato sul promontorio adiacente. Il nuovo castello, di cui si preservano tuttora alcuni resti, fu edificato intorno al 1400 e subì gravi danni durante il primo conflitto mondiale per cui venne sottoposto a notevoli interventi di ristrutturazione. Tali interventi, fortunatamente, non hanno alterato l’aspetto ancestrale del maniero, le cui forme, ancora oggi, rispecchiano in buona parte quelle antiche. L’edificio offre un percorso turistico che permette di ammirare le stanze, le terrazze e i saloni ricchi di preziose opere d’arte e di straordinari richiami storici, attraversando il grande parco che è abbellito da statue e reperti archeologici. Dalle terrazze e dagli spalti a picco sul mare si possono contemplare i coloratissimi fiori di ogni specie che formano suggestivi giochi cromatici nella classica vegetazione mediterranea. Si giunge, inoltre, a un bunker costruito durante la Seconda Guerra Mondiale nella roccia a picco sul mare, trasformato in un mini-museo attraverso laboriosi lavori di restauro conservativo. In questa grande sala, che ha una superficie di 400 metri quadrati ed è scavata a 18 metri di profondità, sono esposti cimeli d’epoca.
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