Panoramica
Nel 1908, Fabio Frassetto fondò il Museo di Antropologia legandolo ai nuovi percorsi universitari per poi trasferirlo, nel 1933, nella sede dove è possibile visitarlo tutt’oggi.
Si tratta di un Museo che raccoglie documenti in prevalenza sull’evoluzione della specie umana, partendo dagli antenati dei primati fino ai moderni Homo Sapiens Sapiens.
Il Museo è diviso in tre sezioni: Paleoantropologia e Preistoria, Strumenti e metodi dell’Antropometria e Popolazioni umane attuali e adattamento.
L’esposizione inizia con una serie di teste umane realizzate in gesso e alcuni calchi facciali che rappresentano le diverse razze umane Tra questi si può anche apprezzare una collezione, realizzata tra il 1927 e il 1932 da Lido Cipriani per la Reale Società Geografica, a sostegno dell’insegnamento di Biologia delle Razze.
Vi sono anche calchi del cranio che illustrano le deformazioni etniche, immancabili piccoli diorami che mostrano gli aspetti dell’adattamento della specie umana all’ambiente. Inoltre, sono presenti vari strumenti impiegati dall’Istituto di Antropologia per lo studio dell’osteometria, della fisiologia e della morfologia umana, come: misuratori della vista, della sensibilità cutanea, delle dimensioni dello scheletro, l’antropometro di Frassetto, tavolette e scale cromatiche per la valutazione dei colori dell’occhio, della pelle e dei capelli.
La parte centrale della mostra documenta le fasi dell’evoluzione umana in collegamento allo sviluppo fisico dell’uomo, alle caratteristiche paleoambientali e alle testimonianze della cultura materiale.
Infine, la mostra espone una serie di reperti di ossa provenienti dal Neolitico fino all’Età Romana. Localmente risulta anche interessante la raccolta di documenti riguardanti i siti della Grotta di Gaibola, della Grotta e del Sottoroccia del Farneto, ma anche alcune sepolture villanoviane o felsinee recuperate nella zona centrale di Bologna.