Panoramica
Guardando la chiesa di S. Domenico di Città di Castello, non si direbbe che sia stata consacrata in pieno ’400. I frati domenicani, però, iniziarono i lavori nel ’300 e la vollero costruire nello stile gotico che caratterizzava le grandi chiese del loro ordine. Gli esterni appaiono massicci e quasi grezzi, sensazione accentuata dal fatto che la facciata non venne portata a termine. Gli interni sono ampi e luminosi, grazie alla struttura a navata unica e al colore chiaro che domina le pareti, spogliate nel secolo scorso di tutti gli altari e degli altri elementi che erano stati aggiunti a partire dal XVI-XVII secolo. Sotto strati successivi di intonaci e imbiancature sono stati riportati alla luce antichi affreschi, spesso ridotti a frammenti e proprio per questo, forse, ancora più affascinanti. Sulla parete destra, per esempio, l’espressiva Crocifissione di Antonio Alberti da Ferrara lascia emergere una delicata Annunciazione appartenente a una fase decorativa precedente. A proposito di Crocefissioni: l’altare all’estremità della navata destra un tempo era decorato dalla Crocifissione Gavari o Crocefissione Mond (1503), che Raffaello Sanzio dipinse per Domenico di Tommaso Gavari. Opera fondamentale, oggi è esposta alla National Gallery di Londra. Dall’altra parte della navata, l’altare speculare non poteva certo essere da meno, sfoggiava il Martirio di S. Sebastiano (1498) dipinto da Luca Signorelli per la famiglia Brozzi poi trasferito nella Pinacoteca comunale di palazzo Vitelli alla Cannoniera. I due capolavori sono stati sostituiti da copie. Merita attenzione anche il chiostro attiguo alla chiesa, risalente al 1660-67, con due ordini di arcate sovrapposte e affrescato, nelle lunette, con episodi della vita della beata Margherita (1287-1320), una domenicana non vedente le cui spoglie si conservano nell’altare maggiore chiesa.