San Vito Lo Capo, il tropico siciliano
Sulla punta nord-occidentale della Sicilia, San Vito Lo Capo, con i suoi tre chilometri di spiaggia di sabbia chiarissima, termina dove si erge il massiccio di Monte Monaco. Qui inizia una delle più belle aree protette dell'isola, la Riserva Naturale dello Zingaro.
La natura non poteva essere più generosa con un luogo che conserva importanti segni del suo passato, dove le culture arabe ed europee si sono incontrate e fuse, e continuano a farlo oggi.
Tra antichi santuari, relitti e resti di vecchie tonnare
Quasi un’isola nell’isola, San Vito Lo Capo è adagiato sul verde promontorio racchiuso tra le imponenti mole del monte Monaco a oriente e il monte Cofano a occidente.
È annunciato in piena campagna dal tempietto di Santa Crescenza, un luogo legato alla devozione di San Vito. Il Santuario Fortezza, che risale al V secolo, si trova invece più vicino al mare: si tratta di una chiesa fortificata che assomiglia più a un baluardo perché qui la minaccia dei saraceni è durata a lungo.
Da vedere anche la Tonnara del Secco, attiva fino al 1969, che si trova lungo il sentiero che porta alla Riserva dello Zingaro, dietro il monte Monaco, a 3 km dal centro: nei fondali davanti alla tonnara si trova il relitto del cargo Kent affondato nel 1978, qui chiamato la nave dei corani perché si dice che trasportasse libri sacri.
Sulla costa occidentale, verso Macari e il monte Cofano, puntellata da numerose torri (Scieri, Mpisu e Isulidda) andate a fare il bagno nel pomeriggio per poi godervi il tramonto nel mare.
Non ci sono spiagge sabbiose, ma la discesa a mare tra le rocce è abbastanza agevole: nella campagna si può passeggiare a lungo verso Castelluzzo, tra campi coltivati e uliveti.
Il festival del Cous Cous
Uno degli eventi di maggior richiamo di San Vito lo Capo è il Festival del cous cous, il piatto di origine magrebina a base di semola di grano duro che è molto diffuso anche sulla costa trapanese.
Un festival che, da rassegna culinaria, è diventato un momento di integrazione culturale che celebra la convivenza e la diversità dei popoli.
Si svolge l’ultima settimana di settembre dalla fine degli Anni 90: è una sfida tra chef di tutto il mondo nel preparare il miglior cous cous.
Il contorno è un ricco calendario di spettacoli, eventi culturali, concerti che si alternano a degustazioni e visite al territorio.
Da non perdere la Couscuola, la scuola di cous cous, una lezione di una trentina di minuti per tornare a casa con i rudimenti per preparare questo gustosissimo piatto che avvicina le due sponde del Mediterraneo.
La riserva del monte Cofano
Inconfondibile la sagoma del monte Cofano, nel territorio di Custonaci, una zona tutelata dal 1997 dalla Riserva naturale omonima.
Il monte è un massiccio dolomitico dalle ripide pareti rocciose che si è formato per il sollevamento di depositi calcarei marini nel periodo del Triassico. La salita al monte è piuttosto impegnativa, come suggerisce la sua morfologia, però c’è un sentiero molto bello e facile che gira tutt’attorno al monte, a picco sul mare.
Interessanti le grotte della Riserva, con tracce di insediamenti preistorici, come quella di Mangiapane in località Scurati, un antro alto 80 metri, all’ingresso del quale sono addossate abitazioni che sono state utilizzate fino a pochi decenni fa: qui a Natale viene ambientato uno dei Presepi viventi più suggestivi della Sicilia.
Interessanti anche le Torri cinquecentesche, volute dai re spagnoli: da quella di San Giovanni di vede il panorama delle isole Egadi, e quella con la pianta a stella della Tonnara di Cofano.