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Sardegna

Le Tombe dei Giganti: in Sardegna, tra archeologia e spiritualità

La gente del posto le chiama da sempre le Tombe dei Giganti per le loro dimensioni ciclopiche: in realtà si tratta di sepolcri collettivi risalenti ad epoche antichissime.

3 minuti

Regalatevi un tour nella Sardegna inedita dell’archeologia e del misticismo, per scoprire gli imponenti resti dei monumenti funerari e alcuni pozzi sacri. Lasciatevi trasportare dall’immaginazione in tempi remoti, tuffandovi in un’atmosfera velata di mistero e spiritualità.

Nel Parco Archeologico di Arzachena

Nel Parco Archeologico di Arzachena

È il capoluogo della splendida Costa Smeralda, in Gallura, area nord-orientale della Sardegna, ma oltre a custodire un mare da favola, Arzachena offre inaspettati tesori archeologici. Che abbiate scelto di fare una pausa dalla vita balneare, o abbiate organizzato un viaggio a tema fuori dalla stagione calda, sappiate che la visita al Parco Archeologico di Arzachena merita un’intera giornata. Si cammina a lungo tra la macchia mediterranea, avvolti dal silenzio, alla scoperta degli 8 siti del Parco tra monumenti sepolcrali, necropoli e complessi nuragici, testimoni delle più antiche popolazioni dell’isola. Verrete a conoscenza di antichi riti e usanze, entrando in contatto con una primordiale spiritualità carica di magia

Li Lolghi

Li Lolghi

Li Lolghi è uno degli 8 siti del Parco Archeologico di Arzachena e svetta su una collina in località Li Muri. La sua costruzione risale a due epoche diverse: l’età del Bronzo Antico, 1800 a.C. circa, e del Bronzo Medio, tra il 1600 e il 1400 a.C.

È una delle Tombe dei Giganti, i sepolcri collettivi che continuerete ad incontrare qui e in altre zone della Sardegna, dalla struttura caratteristica: un lungo corridoio dove venivano sepolti i defunti, quindi pietre in orizzontale che costituivano le lastre di copertura del vano sepolcrale e un’esedra, ovvero uno spazio semicircolare con al centro una stele monolitica decorata da una cornice. Durante gli scavi sono emersi numerosi reperti in ceramica di uso quotidiano, che gli studiosi ritengono venissero utilizzati per consumare pasti rituali in onore degli antenati. Da un portello alla base dell’esedra venivano introdotte le offerte ai defunti. 

Coddu ‘Ecchju

Coddu ‘Ecchju

Un’altra Tomba dei Giganti è Coddu ‘Ecchju, sempre nel Parco Archeologico di Arzachena, la cui struttura è del tutto simile a quella di Li Lolghi pur essendo in assoluto una delle più antiche, databile intorno al 2500 a.C. A colpire è l’enorme stele alta oltre 4 metri posta al centro dell’esedra, che circoscrive lo spazio per riti e cerimonie. Le steli, con il portello alla base, rappresentavano simbolicamente la porta del regno dei morti, il passaggio nell’Aldilà. 

s’Ena ‘e Thomes

s’Ena ‘e Thomes

Bisogna invece spostarsi nel Nuorese, nella parte centro-orientale della Sardegna, per trovare uno dei monumenti più imponenti e meglio conservati d’età preistorica. In località Dorgali, isolata nel mezzo di una pianura verdeggiante sorge La Tomba dei Giganti di s’Ena ‘e Thomes, del 1800-1600 a.C. La scorgerete già da lontano perché la sua stele è monumentale, oltre 7 tonnellate di granito. Anche qui l’esedra delimita l’area sacra e il corridoio funerario lungo 11 metri è a dolmen: un termine di origine bretone che ricorrerà spesso nel tour della Sardegna archeologica. Sta a indicare una tomba megalitica costituita da una camera racchiusa tra due lastre parallele in verticale e sormontata da altre in orizzontale. 

Muovetevi con rispetto tra le antiche pietre, segni solenni lasciati dalla civiltà nuragica, che considerava questi luoghi speciali centri di energia, votati a riti magici e trance estatiche.

Il culto delle acque

Il culto delle acque

Nel Parco Archeologico di Santa Cristina, che invece si trova a Paulilatino, nell’Oristanese, si trova il pozzo omonimo, il più rappresentativo e uno dei meglio conservati tra i tanti del genere in Sardegna: santuari legati al culto dell’acqua, che si affianca al loro aspetto funzionale.

Il pozzo sacro di Santa Cristina è un monumento in blocchi di pietra a pianta circolare, composto da vestibolo e atrio, scala e camera ipogeica a tholos. Se visitate il luogo in marzo o settembre, nelle date degli equinozi, proverete la stessa emozione degli antichi. In quelle occasioni il sole si tuffa letteralmente nel pozzo; scendete lungo gli ultimi 6 gradini e assisterete al prodigio di vedere una vostra doppia ombra: una nell’acqua e l’altra, a testa in giù, nella camera a tholos.

Nelle campagne di Orune, nel Nuorese, Su Tempiesu è un altro pozzo di grande interesse, del XIII secolo a.C., unica testimonianza di struttura elevata a formare un tempio coperto, da cui il nome. Sempre qui, poco distanti, i pozzi di Lorana e Su Lidone.

Poco oltre il centro abitato di Olbia sorge il pozzo sacro Sa Testa, databile tra il XV e XIII secolo a.C., un santuario delle civiltà nuragiche nel territorio della Gallura.

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