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Arte e cultura
Itinerario a Cagliari in Sardegna

Su e giù per i quartieri di Cagliari, tra storia e mare

Tipologia
Percorso in auto
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Natura e arte si incontrano in queste 5 tappe, invidiabili scorci di bellezza tutta cagliaritana: sarà un'esperienza indimenticabile del vostro viaggio in Sardegna.

Cagliari è una città in continuo fermento. Raccolta tra le rocce di calcare bianco e l’azzurro del mare, con le case di mille colori a picco sui precipizi, i bastioni inondati di luce dorata, lo specchio delle saline appena dietro la spiaggia: questa è Cagliari. Godetevi il clima sempre gradevole, immergetevi nella sua anima meticcia, fotografate tramonti e panorami da urlo. In questo itinerario partiamo dall’alto della città con la bella veduta panoramica, anteprima di quello che poi vi aspetta nella parte più bassa del capoluogo sardo.

Bastione di Saint Remy di Cagliari

Bastione di Saint Remy di Cagliari

Si trova nel quartiere Castello che domina dall’alto la città e che rappresenta per i sardi l’intera città perché da quest’antica roccia è passata moltissima storia dell’Isola. Passeggiate per le strade strette, entrate nelle numerose botteghe dell’artigianato locale, ammirate i palazzi storici e, ovviamente, entrate a visitare le sue chiese. Godete delle ampie vedute che offre il Bastione di Saint Remy: da qui si vedono i quartieri Marina e Stampace, ma anche il porto e persino il Poetto. Ammiratelo prima dal basso, dall’animata piazza Costituzione, poi salite le lunghe scalinate o prendete l’ascensore panoramico al tramonto, quando la luce si attenua e tinge di colori pastello le facciate delle case, oppure la domenica mattina, quando il mercatino all'aperto di artigianato artistico, pittura, fotografia e collezionismo riempie le strade.

A spasso nel quartiere Marina

A spasso nel quartiere Marina

Disegnato dai Pisani nel ’200, insieme a Castello, Stampace e Villanova, il Rione Marina è uno dei più antichi quartieri di Cagliari, il cuore della città. Primo accesso alla città dal porto, in passato era abitato da pescatori, marinai e mercanti ed è stato approdo di tante comunità arrivate da Paesi lontani, divenendo così, già tempo addietro, una "mescolanza di culture e tradizioni". Anche oggi conserva un animo vivace e fervente, forse più di altre zone. Indossate scarpe comode, perché qui, fra stretti vicoli, si sale e si scende che è un piacere, incontrando boutique, botteghe artigiane, gallerie d’arte, banchi di stoffe colorate e di spezie, locali etnici e ristoranti della tradizione, caffè letterari. E poi ci sono la chiesa di San Sepolcro (gotico-catalana di origine, la sua grande cappella barocca della Pietà è stata aggiunta nel ’600) e l’area archeologica di Sant’Eulalia con il Museo del Tesoro, che conserva opere preziose provenienti dalle chiese di Sant’Eulalia, San Sepolcro e Santa Lucia. Infine, c’è un piccolo segreto che va svelato: gli abitanti della Marina venivano ironicamente chiamati “Culus Infustus”, ovvero sederi a mollo (nell’acqua del porto), ma non fatene parola alla gente del posto!

Santuario e Basilica di Nostra Signora di Bonaria

Santuario e Basilica di Nostra Signora di Bonaria

Il santuario si trova sulla sommità del colle di Bonaria (ovvero “buona aria”) un po’ fuori dal centro città, 1 km a sud-est di via Roma. Nasce nel 1324, quando durante l’assedio dei pisani, re Alfonso d’Aragona decise di accamparsi sul colle e di costruirci una chiesa e un castello. Meta di pellegrinaggio da tutto il mondo, i fedeli vengono qui per rendere grazia alla Nostra Signora di Bonaria, scultura lignea della Vergine con Bambino nascosta in una nicchia dietro l’altare maggiore, che secondo leggenda, nel 1370, pare abbia salvato una nave di marinai spagnoli da una tempesta. Tanto forte è stata la devozione, che nel 1536 il conquistador spagnolo Pedro de Mendoza ha battezzato l’attuale capitale dell’Argentina "Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires" proprio in onore del santuario cagliaritano. Di fianco al santuario c’è la monumentale basilica del 1704, rimaneggiata più volte e a singhiozzo (i lavori sono stati dichiarati conclusi solo nel 1926).

Se queste storie di guerra e miracoli vi hanno incuriositi, da viale Diaz salite la splendida e larga scalinata (spesso utilizzata come scenografica passerella per sfilate di moda) che conduce alla piazza della basilica e, prima di entrare nella chiesa, fermatevi nel piazzale ad ammirare il suggestivo panorama su Cagliari e sul mare.

Il Parco Molentargius

Il Parco Molentargius

Forse questo è proprio il luogo che non ci si aspetta, quello che più di tutti sorprende. Perché se è vero che la natura, a Cagliari, è stata assai generosa, altrettanto vero è che trovare una colonia di fenicotteri rosa a due passi dalla città metropolitana è cosa rara, anzi rarissima. Il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline, istituito nel 1999 ed esteso su oltre 1600 ettari, è una zona umida riconosciuta di importanza internazionale. Comprende bacini di acqua dolce (Bellarosa minore e Perdalonga) e di acqua a diversa salinità (gli stagni di Molentargius e di Quarto) divisi da un pianoro di origine sabbiosa (Is Arenas). Tutto questo ecosistema consente la sopravvivenza di diverse specie vegetali e animali, in particolare dei fenicotteri rosa (qui li chiamano “sa genti arrubia”, il popolo rosso) che qui hanno nidificato la prima volta nel 1993. Approfittate dei percorsi liberi all’interno dell’area per scoprire questo patrimonio naturale unico e osservare da vicino i suoi abitanti.

La spiaggia del Poetto

La spiaggia del Poetto

A furor di popolo (quello cagliaritano, s’intende) quella del Poetto è la spiaggia cittadina per eccellenza, l’eletta insomma. Da primavera a estate inoltrata, è qui che i cagliaritani vengono in pausa pranzo o dopo una giornata lavorativa a concedersi il meritato relax, ma anche la sera, per una cena al ristorante o per partecipare a eventi serali. Il litorale si allunga suppergiù per 8 km, dal promontorio della Sella del Diavolo sino al litorale di Quartu Sant’Elena, è raggiungibile con i mezzi pubblici dal centro città ed è pure servita da una pista ciclabile che corre poco distante dal mare. La popolarità della spiaggia arriva nei primi decenni del ’900, con la realizzazione della linea tranviaria (pensate: i vari settori in cui è divisa la spiaggia sono chiamati “fermate” poiché corrispondono alle soste che un tempo faceva il tram) e il sorgere dei primi stabilimenti balneari; poi il vento ha fatto sparire le dune e l’industria edile ha ristretto l’arenile a furia di costruire, ma la spiaggia è ancora incantevole, ben attrezzata e con chioschi in abbondanza. Quindi, birra (rigorosamente Ichnusa) alla mano, affondate i piedi nella sabbia, e godetevi il paesaggio, con il mare verde smeraldo e la spiaggia rosa al tramonto, una sensazione tanto piacevole che ricorderete per lungo tempo.

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