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Idea Viaggio
Itinerario di 6 tappe dalla Marina di Porto Corallo

Dalla marina di Porto Corallo alla scoperta del Sarrabus

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Navigando lungo la Rotta dei Giganti e dello Smeraldo, dopo aver lasciato il porto di Villasimius e proseguito verso nord, si giunge alla Marina di Porto Corallo. Questo porto turistico rappresenta un punto di partenza ideale per esplorare la selvaggia e autentica regione del Sarrabus e la Bassa Valle del Flumendosa. L’itinerario proposto si snoda su tre o più giornate, con spostamenti brevi che possono essere affrontati in auto, mountain bike o con l’assistenza di guide locali che offrono il trasporto in fuoristrada o quad. Questo percorso ad anello offre vari circuiti con diversi livelli di difficoltà: dalle escursioni familiari con visite “contemplative” e culturali, a percorsi più impegnativi per gli amanti della mountain bike e dell’avventura. Partendo verso nord, l’itinerario si dirige verso Quirra, al confine con l'Ogliastra, per poi fare rotta a ovest e scoprire le vestigia minerarie della zona di San Vito. Si prosegue poi a sud fino a raggiungere l’oasi naturalistica degli stagni di Colostrai e Feraxi, e la famosa Costa Rei, prima di rientrare alla Marina di Porto Corallo. Lungo il percorso, è possibile praticare una vasta gamma di attività all'aria aperta, dal trekking – più o meno impegnativo - all'arrampicata. L’itinerario offre anche opportunità per esperienze multi-tematiche, integrando le risorse storico-culturali, archeologiche e naturalistiche. Non mancano le occasioni per esplorare le vie d’acqua del Flumendosa con il kayak. La costa del Sarrabus è un tratto della via "Sarcapos" del “Cammino 100 Torri”, un percorso che collega oltre 100 torri costiere aragonesi. Dalla Marina di Porto Corallo, la Torre di Porto Corallo è visibile e può costituire la prima tappa del cammino e di questo itinerario. Proseguendo verso nord, si incontrano la Torre Motta, la Torre di San Lorenzo e la Torre Murtas. Verso sud, il cammino prosegue con Torre Salinas e si conclude con la Torre dei 10 Cavalli prima del ritorno a Porto Corallo. Un itinerario all’insegna dell’avventura, per scoprire la Sardegna più autentica.

Approdo a Porto Corallo

Approdo a Porto Corallo

Navigando lungo la suggestiva Rotta dei Giganti e dello Smeraldo, che si snoda tra le acque cristalline da Cagliari a Porto Cervo, si raggiunge l'affascinante Marina di Porto Corallo, situata nel comune di Villaputzu. Questo porto turistico, noto per la sua ospitalità e i servizi all'avanguardia, è un vero paradiso per gli amanti del mare. Offre una vasta gamma di strutture ricettive, due officine specializzate e tutte le attrezzature necessarie per praticare sport acquatici come windsurf, vela, kitesurfing e immersioni. La prima cosa che cattura lo sguardo, una volta attraccati al porto, è l'imponente Torre di Porto Corallo, una struttura storica che domina il paesaggio. Costruita per difendere la costa, la torre offre una vista panoramica mozzafiato che spazia sul mare e sulle colline circostanti, trasportando i visitatori indietro nel tempo. A pochi passi dalla marina, il litorale offre spiagge tranquille e calette nascoste, ideali per chi cerca momenti di relax o avventure all’aria aperta. La spiaggia di Porto Corallo, con la sua sabbia dorata e il mare limpido, è perfetta per una giornata di sole. Nei dintorni, si possono esplorare sentieri naturalistici immersi nella macchia mediterranea, ideali per escursioni a piedi o in mountain bike.
Villaputzu, il comune che ospita Porto Corallo, vanta una storia e tradizioni ricche di fascino. Le sue origini risalgono all'antico porto fluviale fenicio-punico di Sarrapos, da cui prende il nome la regione del Sarrabus, e che affonda le sue radici nel VII secolo a.C. Successivamente, divenne un importante centro romano, come attestato dall'Itinerarium Antonini. Il cuore dell'attuale paese si sviluppa attorno alla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. Da non perdere anche la Chiesa di San Giorgio Martire, costruzione tardo-gotica ricostruita nel XVI secolo su una struttura originaria del XII secolo. Questo angolo di Sardegna, incastonato tra mare e colline verdi, rappresenta un punto di partenza ideale per scoprire la regione storica del Sarrabus. Tra spiagge incontaminate, siti storici e paesaggi naturali, Porto Corallo e i suoi dintorni promettono un’esperienza autentica e affascinante, invitando ogni viaggiatore a esplorare le meraviglie della Sardegna più genuina.

Quirra, terra di passaggio, terra di confine

Quirra, terra di passaggio, terra di confine

Da Porto Corallo si parte alla scoperta del Sarrabus percorrendo circa 15 km in direzione nord della suggestiva Strada Orientale Sarda, per arrivare nella sub-regione storica di Quirra, un luogo ricco di contrasti e suggestioni. Quirra è un territorio di passaggio e confine, dove la natura incontaminata offre uno dei paesaggi più selvaggi della costa orientale sarda. In questa zona si trovano autentiche perle da scoprire. La spiaggia di Murtas, con la sua sabbia quarzosa e chiarissima, è racchiusa tra i promontori dominati dalla Torre di San Lorenzo e dalla Torre Murtas. Un luogo ideale per chi cerca una giornata di relax, immerso in un mondo di mare, sole e silenzio. Alle spalle della spiaggia si estende una zona umida di grande valore naturalistico, riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e parte della rete Natura2000. Un sistema di passerelle permette di esplorare questa area protetta, rivelando una straordinaria biodiversità. Quirra è anche un territorio intriso di storia. Durante il periodo giudicale, le sue terre furono teatro delle leggendarie cronache della Contessa Violante Carroz, la Sanguinaria. Da qui si accede inoltre al territorio montano interno, caratterizzato da forme aspre, con il Monte del Castello di Quirra, sul quale svettano i ruderi dell'antica fortificazione. Il fascino medievale di Quirra è arricchito dalla Chiesa di San Nicola, situata a pochi chilometri dal castello lungo la ex SS 125. Costruita probabilmente nei primi decenni del XIII secolo dai Pisani, è l'unico esempio in Sardegna di architettura romanica realizzata interamente in mattoni di cotto. Circondata da un giardino di ulivi e lecci, la chiesetta rappresenta un'oasi di pace, perfetta per una pausa all'ombra dei grandi alberi. Ma la storia di Quirra ha origini ben più antiche, proseguendo verso nord sulla ex SS 125, superato il borgo di San Giorgio, esattamente al km 88,400 si trova la strada sterrata che conduce al Pozzo Sacro di Is Pirois, un enigma architettonico del popolo nuragico. Questo sito misterioso presenta una fonte d'acqua perenne incastonata in una struttura muraria sovrastata da una torre, costruita sulla pseudo-cupola del pozzo. Al centro del pavimento della torre, un foro permette ai raggi del sole di illuminare lo specchio d'acqua sottostante, creando affascinanti giochi di luce. Un grande mistero avvolge la sua funzione, e i giochi di luce che si creano in particolari giornate durante l'anno danno vita a diverse teorie che accomunano i pozzi sacri nuragici presenti in tutta la Sardegna, teorie legate ad antichi culti, a impensabili conoscenze astronomiche dei nostri avi e a riti capaci di predire un futuro roseo o nefasto per la vita contadina. Quirra offre un viaggio nel tempo, tra natura incontaminata e storia antica, in un paesaggio che conserva ancora il suo fascino autentico e selvaggio.

Baccu Locci e Pranu Trebini

Baccu Locci e Pranu Trebini

Proseguendo lungo la vecchia SS 125 Orientale Sarda, poco a nord del Castello di Quirra, si arriva al ponte di Corr’e Cerbu, situato al km 82. Da qui parte una strada sterrata, percorribile sia in mountain bike sia in auto, che segue il letto del torrente e si addentra verso l'interno. Dopo poche centinaia di metri, è possibile fare una prima sosta per ammirare i resti della "Tomba dei Giganti Bruncu Pedrarba". Questo sito archeologico, risalente all'età del Bronzo Medio (1700-1500 a.C.), si trova immerso nel silenzio della macchia mediterranea e offre un suggestivo tuffo nel passato. Proseguendo per circa dieci chilometri, si raggiunge il villaggio di Baccu Locci. Questo complesso minerario, operativo fino al 1965 per l'estrazione dell'arsenopirite, ospita i resti di circa trenta edifici storici e numerosi impianti industriali per l'estrazione del minerale. Il villaggio è situato in un contesto paesaggistico di rara bellezza, caratterizzato da profonde valli e dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea.   Diversi sentieri attraversano il bosco, conducendo a punti suggestivi lungo i ruscelli che scorrono attraverso la valle. Tra questi, la cascata di Strumpu de Pardis rappresenta uno spettacolo naturale di colori intensi, dove le acque del rio Baccu Locci compiono un salto impressionante. I percorsi escursionistici non sono particolarmente difficili, ma possono essere immersi nella vegetazione e avere accessi non sempre facilmente individuabili. Per questo motivo, è consigliabile avvalersi delle guide locali. Nei pressi del parcheggio che sovrasta la laveria della miniera, si trova una forra attrezzata per il canyoning, con sette calate e due pozze in cui è possibile tuffarsi. Questo offre un'ulteriore opportunità di avventura per gli amanti degli sport estremi. Continuando lungo la stessa strada sterrata, si raggiunge Pranu Trebini, un monumento naturale di grande impatto visivo. Quest'area è caratterizzata da una serie di formazioni rocciose scolpite dall’erosione, che hanno dato vita a colonne, archi, varchi e guglie, evocando l'immagine di una "Città di Roccia", nome con cui questa località è conosciuta.   Dopo una giornata intensa, tra sport e lunghe passeggiate, la zona offre diverse opzioni per il pernottamento. Si può scegliere tra il classico hotel, un glamping in tende sospese tra gli alberi, o diversi agriturismi immersi nelle campagne circostanti, per un'esperienza unica a contatto con la natura.

Le vie dell'acqua: dai pozzi del borgo di San Vito alle miniere del circondario

Le vie dell'acqua: dai pozzi del borgo di San Vito alle miniere del circondario

Lasciata Quirra si torna indietro in direzione sud, in pochi minuti d’auto sulla nuova SS 125, oppure sulla vecchia Orientale Sarda se si è su due ruote, si raggiunge facilmente San Vito. Perdersi tra le vie del piccolo centro è un'esperienza di Sardegna autentica ed emozionante. San Vito ha infatti mantenuto un centro storico intatto, conservando un'architettura che spazia dallo stile campidanese al liberty, retaggio quest'ultimo del fiorente passato minerario dell'area. Il paese vanta la presenza di tanti portali, tipici dell'architettura locale, ben mantenuti negli anni e ancora capaci di custodire veri e propri tesori fatti di giardini, piccoli musei come l'antica farmacia o il museo personale di Luigi Lai maestro di Launeddas. Diversi edifici di culto presenti nel centro abitato meritano una visita: la Chiesa di San Lussorio, ad esempio, risalente al XIII secolo, si trova in cima ad una piccola collina e rappresenta un unicum tra le chiese della Sardegna meridionale, sia per il tipo di decorazioni dipinte sull’orditura principale, sia per l’unità di misura utilizzata per la sua costruzione: il “piede bizantino”.  Un interessante e ben segnalato trekking urbano permette di scoprire i tanti pozzi “is funtanas” dell'abitato, alcuni avevano una fruizione collettiva e pubblica altri erano privati o magari condivisi da due o tre famiglie. Seguire questo percorso permette di immergersi nel centro storico seguendo il filo narrativo dell'acqua, fino ad arrivare alle sponde del Flumendosa attraversando un'ampia area di agrumeti, tra cui si può trovare il rinomato arancio tardivo di San Vito, una varietà di arancio tipica della zona che produce frutti molto succosi, privi di semi, molto zuccherini e, appunto, tardivi rispetto alla tipica stagionalità delle arance, arrivando ad essere disponibile e maturo sulle piante tra maggio e giugno. Il passato minerario trova nel centro urbano non solo le dimore signorili che hanno caratterizzato un'epoca di benessere economico, ma anche un museo dedicato interamente a questo elemento della storia Sarrabus. Dopo una visita al museo minerario è d'obbligo una tappa ai resti del villaggio minerario di Brecca.  Questa intesa giornata si conclude con un rientro a San Vito per assaporare la cucina locale, semplice e genuina, arricchita da mille sapori, tra i quali in particolare quelli della “Prazzira”, pizza tipica sanvitese formata da ingredienti poveri, ma sapientemente mescolati tra loro. Il centro storico offre inoltre una fitta rete di microstrutture ricettive, create all'interno di dimore di pregio, dove poter riposare prima di riprendere il viaggio.  

Le vie dell'acqua: da San Vito a Torre Salinas

Le vie dell'acqua: da San Vito a Torre Salinas

Dopo il risveglio, si parte da San Vito, in auto o in bicicletta, in direzione di Torre Salinas. Questa località, situata a sud di Muravera, è celebre per la Torre Salinas, una storica torre costiera che svetta maestosa su un promontorio affacciato sul mare. Il viaggio verso Torre Salinas è anche l’occasione perfetta per scoprire Muravera un pittoresco borgo immerso nella bellezza naturale della Sardegna. Muravera è famosa per la sua vivace atmosfera e le sue tradizioni, tra cui la rinomata Sagra degli Agrumi, che celebra il frutto simbolo della zona con eventi e degustazioni. Il centro del paese ospita la Chiesa di San Nicola, un edificio storico che merita una visita, e il Museo dell'imprenditoria femminile “Donna Francesca Sanna Sulis", che espone manufatti artigianali di produzione locale ed è inoltre centro espositivo per mostre d’arte temporanee. Proseguendo verso Torre Salinas, il paesaggio si arricchisce di meraviglie naturali. La vecchia salina, oggi dismessa, offre uno scorcio interessante sulla storia economica della regione. Nei dintorni, lo stagno di Colostrai è un’oasi di biodiversità, rinomata per essere una meta prediletta dei fenicotteri rosa. Infine, la spiaggia adiacente, con la sua bellezza selvaggia e incontaminata, rappresenta una meta ideale per una pausa rigenerante immersi nella natura.

Le vie dell'acqua: da Torre Salinas alla Torre di Porto Corallo

Le vie dell'acqua: da Torre Salinas alla Torre di Porto Corallo

Per il ritorno verso Porto Corallo, partendo da Torre Salinas è possibile intraprendere un affascinante tratto del “Cammino 100 Torri”, che si snoda lungo la costa fino alla Torre di Porto Corallo. Questo trekking, di difficoltà semplice, segue il litorale offrendo panorami spettacolari e un contatto diretto con la natura. L'itinerario è perfetto per chi ama le passeggiate all'aperto, con l'opportunità di godere di scorci marini e di una ricca biodiversità. Il percorso inizia con una breve passeggiata verso la Torre dei Dieci Cavalli, la prima tappa del cammino. Questa torre storica, risalente al periodo aragonese, rappresenta un punto di interesse culturale e può essere raggiunta anche in auto, in bicicletta o, durante la stagione estiva, tramite una comoda navetta che parte da Muravera e arriva alla spiaggia di San Giovanni. Proseguendo verso nord lungo la spiaggia, si attraversa la peschiera di San Giovanni, un'importante area per la pesca locale. È consigliabile contattare i gestori della peschiera prima di attraversare il canale di collegamento tra il mare e la laguna, situato all’interno del perimetro della peschiera stessa, per ottenere le necessarie autorizzazioni e indicazioni. Continuando, si arriva fino alla foce del Flumendosa, un punto d'incontro tra il fiume e il mare che offre un paesaggio variegato e suggestivo. Nei periodi abbastanza rari in cui la foce è aperta, il tragitto lungo la spiaggia fino a Porto Corallo potrebbe essere interrotto. In tali casi, sarà necessario deviare all’interno, attraversando i centri abitati di Villaputzu e Muravera. Lungo il percorso si attraversa l’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) Foce del Flumendosa, un’ampia zona umida di circa 700 ettari. Questa area comprende canali, specchi d’acqua e lo stagno di Sa Praia. L’habitat naturale di questa zona è particolarmente ricco e variegato, ospitando numerose specie di anfibi, rettili e uccelli. È un luogo privilegiato per il birdwatching, con la possibilità di osservare fenicotteri rosa, aironi e altri uccelli migratori. Inoltre, la bellezza paesaggistica e la tranquillità di quest’area offrono un'esperienza unica per gli amanti della natura e della fotografia. Si torna infine a Porto Corallo che con il suo ambiente accogliente e le sue bellezze naturali, rappresenta la conclusione ideale di questo itinerario alla scoperta della regione storica del Sarrabus.

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