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Natura
Sardegna, itinerario green attorno alla Giara di Gesturi

Il giardino dell’isola: l’altopiano delle Giare

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

Chi l’ha detto che in Sardegna si va solo per il mare? Nel cuore dell’isola c’è un mondo tutto da scoprire, dove una natura selvaggia ha custodito per millenni le misteriose testimonianze della civiltà prenuragica e nuragica. È il mondo incantevole delle Giare, un sistema di altipiani basaltici che si innalza nel centro-sud dell’isola, attorno a Barumini. La Giara più estesa, detta non a caso Sa Jara Manna (cioè “grande”), è una sorta di fortezza naturale che domina le morbide colline della Marmilla e del Sarcidano: si estende per circa 4400 ettari a nord-ovest di Gesturi, arrivando fin sopra quota 600 metri. Poco lontano, a est e a ovest di Gesturi si stagliano due Giare minori ma altrettanto ricche di bellezze naturali e aree archeologiche, quelle di Serri e Siddi.

Punto di partenza ideale per esplorare questo territorio è Barumini, dove sorge il villaggio nuragico di Su Nuraxi, Patrimonio dell’Umanità Unesco e cuore storico-culturale dell’identità sarda. Appena 5 chilometri a nord c’è Gesturi, da dove si sale sulla Giara Grande per immergersi nel suo eccezionale patrimonio floro-faunistico, dichiarato sito di interesse comunitario. Il tavolato basaltico della Giara, ricoperto anche da boschi di sughere, è attraversato da sentieri perfetti per escursioni a piedi o a cavallo: magari verso una delle numerose aree archeologiche che conservano i resti di nuraghi e protonuraghi, ma anche enigmatiche grotticelle chiamate domus de janas (“case delle fate”) e grandi sepolture collettive un tempo interpretate come “tombe dei giganti”.

In primavera l’altopiano si riempie di fiori colorati, come quelli gialli della morisia, la pianta endemica che dà nome al giardino botanico della Giara. Il paesaggio è caratterizzato anche da decine di is paulis, depressioni dove ristagna l’acqua piovana, che richiamano ad abbeverarsi moltissime specie animali. Spiccano i cavallini della Giara, emblema dello spirito selvaggio di questa terra, che ancora pascolano e galoppano allo stato brado. Un caso unico in Europa di colonia equina selvaggia. A loro è dedicato un piccolo museo a Genoni, paese ricco di tradizioni e punti d’interesse che presidia il versante nord della Giara.

L’itinerario prosegue verso ovest, dove ci si rilassa sulle rive del lago San Sebastiano prima di esplorare la piccola Giara di Serri, custode silenziosa di un antico santuario nuragico diventato luogo di culto cristiano: quello di Santa Vittoria, un richiamo a cogliere anche la dimensione spirituale di una natura davvero incontaminata.

Giorno 1

Barumini

Barumini

Barumini è famosa per il villaggio nuragico di Su Nuraxi, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1997, icona della Sardegna profonda che richiama turisti da tutto il mondo. Ma è anche il punto di partenza ideale per esplorare gli altipiani selvaggi delle Giare e le verdi ondulazioni della Marmilla, cornici naturali di monumenti dal fascino unico.

Pochi chilometri a sud del paese, una cartolina perfetta è il castello di Marmilla, che dalla cima di un colle a cono domina solitario la pianura di Las Plassas. A ovest c’è invece la natura aspra e incontaminata della Giara di Siddi, detta Corona Arrubia (“corona rossa”) per la colonia di licheni rossastri che prospera sulle rocce vulcaniche del versante meridionale. Da qui si apre un panorama indimenticabile, che abbraccia le morbide colline della Marmilla e la pianura del Campidano, per arrivare a baciare l’orizzonte luminoso del mare. Esplorando la Giara si scoprono preziose eredità prenuragiche e nuragiche, come Sa Domu ’e S’Orcu una delle tombe dei giganti più grandi e meglio conservate della Sardegna. A nord di Barumini si staglia invece l’altopiano della Jara Manna, quella di Gesturi.

Gesturi

Gesturi

Gesturi è il paese che presta il nome al selvaggio altopiano della Giara Grande, Sa Jara Manna. Circa metà della Giara rientra infatti nel suo territorio, che è una vasta oasi verde: 45 chilometri quadrati nell’alta Marmilla, tra la Trexenta, il Sarcidano e il Barigadu, base perfetta per trascorrere giornate di turismo outdoorDa Gesturi si può partire a piedi, in bici o a cavallo alla scoperta del patrimonio archeologico della Giara, grazie a una fitta rete di sentieri che conduce verso menhir, nuraghi e domus de janas, le misteriose tombe preistoriche soprannominate “case delle fate”.

Su tutto spicca con il suo fascino senza tempo il complesso nuragico Bruncu Madugui, il più imponente protonuraghe sardo. A rendere la Giara di Gesturi una terra unica al mondo è soprattutto la sua ricchezza naturalistica, una biodiversità per cui dal 1995 è considerata sito di interesse comunitario. Ricoperta da rigogliosi boschi di sughere, in primavera si riempie di colori e profumi: elicrisi, ciclamini, corbezzoli, orchidee, ranuncoli e il giallo intenso della morisia, pianta endemica cui è intitolato il giardino botanico della Giara, creato nel territorio di Tuili. La Giara è punteggiata da decine di is paulis, depressioni naturali dove ristagna l’acqua piovana, che richiamano ad abbeverarsi gli animali selvatici. Attorno a queste pozze non è difficile avvistare anche i cavallini che pascolano e galoppano allo stato brado, caso unico in Europa di colonia equina selvaggia, vero simbolo di questa terra. Insomma, splendidi panorami, aria fresca e silenzio: i giusti ingredienti per un viaggio green davvero rigenerante.

Giorno 2

Genoni

Genoni

A circa 15 chilometri a nord di Barumini, Genoni è un piccolo borgo adagiato a circa 450 metri di quota sulle pendici del colle Santu Antine, un lembo settentrionale della Giara di Gesturi che si è “staccato” per erosione dall’altopiano. Sulla sommità della collina si trovano i resti di un tempio punico che, secondo molti, sarebbe stato dedicato alla dea Giunone, da cui il paese prenderebbe il nome. 

A Genoni c’è un luogo dedicato interamente all’indiscusso “re” della Giara, dove la storia si fonde con la natura: il museo del cavallino della Giara, ospitato tra le mura di una tipica casa campidanese ristrutturata.

Attorno al paese si trovano numerosi siti archeologici preistorici. Il più interessante è il geosito cava di Duidduru, un sito geopaleontologico che sembra un museo a cielo aperto considerato un unicum in Sardegna, se non addirittura in tutta Italia. I fossili recuperati durante gli scavi testimoniano come in tempi lontanissimi quest’area fosse ricoperta dal mare e avesse un clima tropicale: una raccolta di questi preziosi reperti trova dimora nel museo PARC, a nord dell’abitato di Genoni, che offre non solo un’esperienza di conoscenza e scoperta, ma anche un invito alla protezione e alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale della Sardegna.

Giorno 3

Lago San Sebastiano

Lago San Sebastiano

Da Genoni, in un quarto d’ora d’auto in direzione Isili si arriva sulle sponde idilliache del lago San Sebastiano, detto anche lago di Is Barrocus. È un bacino artificiale nato dopo l’innalzamento della diga sul corso del fiume Flumini Mannu. Al centro del lago, sulla cima di una collina trasformata in isolotto sorge la piccola chiesa di San Sebastiano: la si può raggiungere in kayak, canoa, pedalò e, in estate, perfino con escursioni organizzate a bordo di una pittoresca dragonboat. La si può pure semplicemente ammirare percorrendo la SS 128 Centrale Sarda: proseguendo a sud del lago e di Isili, la statale conduce a Serri, paesino dal quale prende nome una giara che è una sorta di miniatura di quella di Gesturi.

La Giara di Serri si estende infatti su soli 4 chilometri quadrati, circondata come una fortezza da fitti boschi di quercia da sughero, leccio e roverella: un ambiente perfetto per brevi escursioni a piedi, in mountain bike o anche a cavallo. Oltre alla rigogliosa vegetazione, che richiama molte specie di uccelli, e alla possibilità di avvistare animali selvatici, c’è un altro motivo per avventurarsi nel cuore di questo altopiano. È il santuario di Santa Vittoria, luogo-simbolo di fede e religiosità e storico crocevia culturale e commerciale. È facile intuire perché la Giara di Serri sia una meta sempre più frequentata anche dagli appassionati di birdwatching e fotografia naturalistica, un angolo di Sardegna tutto da scoprire.

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