Il Museo di Mesagne, uno dei più antichi di Puglia, è stato fondato nel 1935 grazie alla donazione ’Granafei’, parte della loro collezione archeologica. Da allora, come Museo Civico, il suo patrimonio è stato incrementato grazie a donazioni e scavi non sistematici. Nel 1999, il Museo ha trovato una nuova sede all’interno del Castello Comunale, in una zona ricca di testimonianze archeologiche. Gli ospiti possono apprezzare la collezione, esplorare il torrione del XV secolo e ammirare le trasformazioni dell’opera difensiva in dimora nobiliare (dal XVII secolo). Dal 2006, è stata data una certa organicità e rigore scientifico al racconto delle collezioni, sviluppato ulteriormente nel 2015 con un percorso articolato tra i due livelli del Castello. Ora il Museo offre servizi come guardaroba, bookshop, accoglienza/biglietteria, oltre a percorsi guidati ed attività didattiche che includono anche visite ai depositi e al laboratorio di restauro. Il Museo può contare sul fondamentale apporto del Ministero della Cultura, attraverso attività di tutela, indagine e studio scientifico della Soprintendenza Archeologica della Puglia, e sul contributo di studiosi dell’Università del Salento e della Libera Università di Amsterdam. Il patrimonio presente è composto da reperti di diverse tipologie (ceramica, monete, iscrizioni, ecc.) relativi a un arco cronologico che va dall’età del ferro fino all’età tardo medievale. L’itinerario museale comprende due sezioni. Al piano terra sono esposte alcune testimonianze dei contesti archeologici scavati in città, con particolare riguardo alle necropoli urbane, alle tombe aristocratiche e monumentali dell’epoca della romanizzazione. Al primo piano è proposto uno sguardo ai siti archeologici del territorio di Mesagne, dall’età preistorica fino al tardo impero romano, in particolare Muro Maurizio, Muro Tenente e l’impianto termale di Malvindi. Tra i reperti della donazione ’Ugo Granafei’ è opportuno segnalare il famoso cavallo giocattolo, diventato il simbolo del Museo. Una sala al piano terra ospita la ricostruzione della tomba monumentale con un’unica sepoltura che fu ritrovata nel 1988 dalla Soprintendenza Archeologica nell’abitato di Mesagne. La tomba è decorata con dipinti parietali ed un ricco corredo di 33 oggetti che risalgono alla fine del IV e ai primi venticinque anni del II secolo avanti Cristo.