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Meta turistica
Marche. Itinerario tra borghi e natura

Nelle terre del Verdicchio: Serra San Quirico e Genga, il Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi e le sue grotte

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

Le Marche sono un po’ il Bignami d’Italia: in 9400 chilometri quadrati riassumono tutto quel che c’è lungo lo Stivale. Non c’è nemmeno da chiedersi perché sia l’unica regione tra venti ad aver mantenuto il nome al plurale. Le sue molteplici identità si esprimono facilmente nel paesaggio, dalle cime appenniniche alla costa piatta e sabbiosa, dalle colline ondulate alle distese di girasoli, dall’architettura delle città d’arte alla storia che esce dalle spesse mura dei piccoli borghi. 

Diventa facile dunque suggerire un itinerario nelle Marche senza sbagliare. Questo, per esempio, in sole quattro tappe, porta a vedere paesaggi straordinari diversissimi tra loro: in cima alle montagne e poi sottoterra, tra i vicoli di borghi antichi aggrappati ai colli e in luoghi spirituali isolati nel verde. E il retrogusto è quello del Verdicchio, quel vino Doc giallo paglierino che si coltiva nei vigneti dei Castelli di Jesi e nei dintorni.

Un intreccio di storia, arte, natura ed enogastronomia che comincia a Serra San Quirico, percorre sentieri di trekking nel Parco naturale regionale Gola della Rossa e Frasassi, si infila nelle gole fascinose delle Grotte di Frasassi, devia verso abbazie e santuari, e termina a Genga.

Serra San Quirico, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

Serra San Quirico, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

A osservarlo da una certa distanza, Serra San Quirico appare come un vascello adagiato su un colle. Il suo tessuto urbano medievale è rimasto pressoché intatto e passeggiare per il borgo, andar su e giù per le sue stradine lastricate o all’ombra delle cosiddette “copertelle” (passaggi coperti e porticati a ridosso delle mura e sovrastati da abitazioni) significa immergersi in atmosfere d’altri tempi. Ma Serra San Quirico è anche scrigno di gioiellini niente male, come la barocca chiesa di Santa Lucia, parte del complesso monumentale di Santa Lucia, ex Convento dei Padri Silvestrini, che oggi ospita la Cartoteca Storica Regionale delle Marche, il Museo d’arte contemporanea Premio Ermanno Casoli 1998-2007 e il Museo di Storia Naturale del Territorio. Seguono la centrale piazza della Libertà, con la fontana cinquecentesca e intorno i più importanti palazzi cittadini, la Torre del Cassero, trecentesca. Meritano una visita anche le chiese di San Filippo Neri, San Quirico e Giulitta e San Francesco. Principi della tavola, il Verdicchio Doc e il “calcione”, tipico dolce con formaggio, zucchero e uova. Tutt’intorno, il verde del Parco regionale Gola della Rossa e di Frasassi. A 10 minuti d’auto da Serra San Quirico, si arriva all’Abbazia di Sant’Elena romanico-gotica.

Trekking al Parco regionale Gola della Rossa e di Frasassi

Trekking al Parco regionale Gola della Rossa e di Frasassi

Una boscosa area protetta ricca di biodiversità, eremi e abbazie, gole e anfratti in cui si snodano oltre 35 sentieri di diversa difficoltà. Un itinerario alla portata di tutti (anche a persone con ridotte capacità motorie o sensoriali grazie alla presenza di rampe, mappe tattili, funi guida e altre agevolazioni) è la Greenway del fiume Sentino che parte dalla piccola frazione di San Vittore, dove poter visitare l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse, il monumento romanico più importante delle Marche. La Greenway è un tour didattico di circa 1 km arricchito da pannelli esplicativi per conoscere la flora e la fauna di questa area boschiva che costeggia il fiume Sentino. Sempre a San Vittore, è possibile mettere alla prova equilibrio, forza e coraggio percorrendo traballanti ponti sospesi o lasciandosi trasportare da alte carrucole nel parco Frasassi Avventura. Il sentiero più gettonato, non a torto, è quello che conduce al Tempio Valadier e all’Eremo Santa Maria Infra Saxa. Il percorso parte vicino all’ingresso delle Grotte di Frasassi e si allunga in salita per poco meno di 1 km. Si cammina circondati da un ambiente unico, fatto di una natura rigogliosa e delle pareti scoscese della Gola di Frasassi. Incastonato nella grotta, il Tempio (voluto da Leone XII e disegnato da Giuseppe Valadier) ha pianta ottagonale, pareti in travertino e cupola, e offre uno scorcio davvero scenografico. Nella parete di fronte si apre l’oratorio di S. Maria Infra Saxa, eremo dell’XI secolo.

Le spettacolari Grotte di Frasassi

Le spettacolari Grotte di Frasassi

Un reticolo di grotte, cunicoli, androni, sale a piani sovrapposti e comunicanti attraverso pozzi verticali. Stalattiti, stalagmiti, colonne e piccoli laghi. Queste meraviglie sono le Grotte di Frasassi, un complesso speleologico di grande importanza, una delle mete turistiche di maggior richiamo delle Marche sia per lo sviluppo, che per la ricchezza e la bellezza delle concrezioni. La cavità maggiore, detta Grotta grande del Vento, fu scoperta nel 1971 da un gruppo di speleologi del Cai di Ancona. Poi le grotte furono via via attrezzate e aperte ai visitatori tre anni dopo. La visita inizia nell’enorme abisso Ancona; gli altri ipogei hanno nomi di fantasia ispirati alle immagini evocate dalle concrezioni come la Sala delle candeline, il Gran Canyon, la sala dell’Orsa e quella dell’Infinito.

Genga, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

Genga, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

In cima a un colle nell’alta valle dell’Esino, Genga è immersa nel Parco naturale regionale Gola della Rossa e di Frasassi ed è racchiusa tra le mura del medievale castello. Certificata per la qualità turistico-ambientale con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, seppur di dimensioni ridotte, presenta diversi monumenti d’interesse, ad esempio il museo “Arte, storia, territorio” presso il palazzo Fiumi Sermattei. La località è ricca anche di prodotti e piatti tipici, come i salumi (soprattutto il caratteristico ciauscolo), la crescia e i vincisgrassi. Da Genga si può deviare per la frazione di Pierosara, custode di un’antica leggenda; o percorrere un sentiero che raggiunge la Valle Scappuccia e le sue bellezze naturalistiche.

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