Mole Vanvitelliana
È davvero una mole: un monumentale pentagono settecentesco circondato dall’acqua che per molti visitatori è il primo approccio ad Ancona. La Mole lascia un segno indelebile nella memoria personale. Attorno sono all’ormeggio pescherecci, barche, motoscafi e piccoli fuoribordo: se fossimo in un capoluogo di terraferma sarebbe un parcheggio, ma qui siamo sul mare. L’effetto è molto diverso.
Soltanto gli appassionati di storia dell’architettura capiscono al volo da dove arrivi lo strano aggettivo che dà nome al pentagono. “Vanvitelliana” ricorda il nome del suo progettista Luigi Vanvitelli, italianizzato come quello del padre Caspar van Wittel, topografo e pittore olandese che si era trasferito a Roma. Chi avesse già visitato Caserta potrebbe ricordarsi che al Vanvitelli figlio si deve la straordinaria Reggia dei Borboni.
In termini di forme architettoniche la Mole è geniale quanto la Reggia. Verso metà ‘700 serviva al Porto di Ancona una grande struttura isolata con funzioni di servizio: difendersi da eventuali minacce belliche e tenere in quarantena merci e marinai che avrebbero potuto portare infezioni. Il pentagono veniva infatti chiamato il Lazzaretto.
Cattedrale di S. Ciriaco
La sagoma candida della Cattedrale segna l’orizzonte di Ancona. La si raggiunge attraversando il centro cittadino, dove è comunque buona scelta fermarsi a vedere la Loggia dei Mercanti, la chiesa di S. Maria della Piazza e il Porto antico con l’Arco di Traiano. Il tratto di strada finale è a tornanti in salita, come è del tutto naturale per una chiesa in vetta al proprio colle.
San Ciriaco è patrono della città letteralmente a memoria d’uomo. La tradizione vuole che gli anconetani lo acclamassero vescovo durante un suo pellegrinaggio verso Roma, prima di tornare nella sua Gerusalemme natale ed essere martirizzato nell’anno di grazia 363. Nemmeno cinquant’anni più tardi le sue spoglie furono trasferite in città: riposano qui dal 1097, quando la chiesa divenne Cattedrale.
Il luogo è sacro fin da prima. Nel sottosuolo si sono trovate tracce di un tempio ellenistico dedicato alla Venere Euplea, protettrice della buona navigazione. I resti di quel tempio e di una precedente basilica paleocristiana del sesto secolo sono ancora visibili sotto lastre di vetro nel corpo centrale della chiesa. Fuori invece, per via del Guasco dal tornante subito sotto, si trova l’Anfiteatro romano
Parco del Cardeto
Il tratto di costa che corrisponde al Parco del Cardeto e al successivo Parco del Passetto è spettacolarmente alto sul mare. Come è giusto che sia attraversando aree verdi protette, si va più per sterrati e sentieri che non per asfalto, in cerca di fari, bastioni, forti, una polveriera, balconi panoramici da cui scorgere piccole barche da pesca 200 metri più in basso e i dismessi cimiteri israelitico e britannico.
L’ambiente naturale a picco comincia già al versante settentrionale della collina del Guasco su cui svetta la Cattedrale di S. Ciriaco: in antico si trovava qui l’acropoli dell’Ancona d’epoca greca. Si possono ritrovare isolati urbani soltanto se si decide di scendere verso il centro moderno per via Cardeto: può in effetti valere la pena di farlo per rintracciare nella zona di corso Mazzini la Fontana del Càlamo. Il Parco si chiama Cardeto per via dalle piante di cardo che un tempo crescevano abbondanti e, comunque, la vegetazione è ancora in gran parte costituita da macchia spontanea di ginestre, biancospini, caprifogli, ornielli e cipressi. Sulle vecchie mura e sulle pareti degli edifici esposte a sud crescono piante di violacciocche, capperi e bocche di leone, che a tempo debito visibilmente fioriscono.
Parco del Passetto
La lunga striscia di costa che precipita dai colli a nord del centro è favoritissima dagli anconetani come zona balneare. Che si venga qui per una nuotata dalla Spiaggia del Passetto o per godersi lo spettacolo del Sole che cala sul mare, si trovano in ogni caso locali per lo svago e il ristoro. Il tratto stradale da preferire, fra la Grotta Azzurra, il Belvedere verso la roccia soprannominata “Seggiola del Papa” e la Spiaggia del Passetto vera e propria, si chiama a buon diritto via Panoramica. Non c’è sabbia qui, ma non la si rimpiange perché le vedute dagli scogli e la qualità dell’acqua salmastra bastano e avanzano. Il tratto di litorale più tipico e più amato è quello che corrisponde alle Grotte del Passetto: una serie di cavità naturali nella roccia poi scavate ancora per dare ricovero a piccole barche da pesca. I colori delle porte che le proteggono, gli alaggi allineati verso l’Adriatico e il calare brusco del colle sovrastante, rendono il luogo francamente unico.
Per chi preferisse un ambiente forse un po’ meno naturale ma obiettivamente obiettivamente più comodo, il Passetto offre anche una Piscina pubblica gestita dal Comune di Ancona. Fra le Grotte e gli spogliatoi più in alto l’altitudine sul livello del mare varia, ma la distanza geografica è di pochi metri.