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Domus del Chirurgo

Panoramica

Come fulcro del complesso delle istituzioni culturali di Rimini, il Museo è stato costituito nel 1990, unendo le collezioni civiche già esistenti nella città, vale a dire la raccolta archeologica, sistemata da Luigi Tassini nel 1844, e la Pinacoteca, fondata nel 1924. Dotato di moderni servizi didattici e informativi, il museo custodisce materiali ricavati dagli scavi archeologici, edifici demoliti, depositi e donazioni, che raccontano la storia di Rimini e del suo territorio. Il primo nucleo delle collezioni civiche fu il Lapidario, sistemato nel 1981 nel cortile interno del Collegio grazie all’opera di Giancarlo Susini e Angela Donati. Composto da 68 iscrizioni, che vanno dal I secolo a.C. al IV d.C., esso include importanti stele funerarie e basi onorarie, oltre a frammenti architettonici ed elementi di grande interesse edilizio, come l’atto amministrativo riguardo la lastricatura delle strade riminesi promossa da Gaio Cesare. La sezione archeologica si sviluppa a partire dai sotterranei del Collegio dei Gesuiti, dove, in una quarantina di sale, viene tracciata la storia di Rimini, dalle prime testimonianze di Homo erectus rinvenute sul colle di Covignano sino alla fondazione di Ariminum nel 268 a.C. da parte dei Romani e lo sviluppo della città in età repubblicana e medio-imperiale, per poi continuare con uno sguardo approfondito sugli eventi che animarono la Rimini di epoca imperiale, durante il II e III sec. d.C.

Alla variegata e incantevole selezione di mosaici romani, fra cui il celebre mosaico "delle barche" dalla domus di Palazzo Diotallevi e il mosaico "di Anubi", si aggiunge il preziosissimo quadro in pasta vitrea policroma raffigurante pesci e il più ricco corredo chirurgico dell’antichità, ritrovati entrambi nella vicina Domus del Chirurgo che, recentemente musealizzata, costituisce il naturale proseguimento esterno dell’itinerario museale.Il percorso museale si articola in una settantina di sale disposte su tre piani. La sezione storico-artistica, con circa cinquecento opere esposte, permette al visitatore di scoprire l’arte riminese nelle evoluzioni che la caratterizzarono dal XIV al XIX secolo. La raccolta espone come aprifila la celebre scuola del Trecento rappresentata da Giuliano e Giovanni da Rimini e dei loro allievi. Alla stagione malatestiana rimandano la celebre Pietà di Giovanni Bellini (1460) e l’altrettanto famosa pala di S. Vincenzo Ferreri del Ghirlandaio (1494), seguite dalle opere di Benedetto e Bartolomeo Coda, (come la pala di Benedetto Coda Madonna col Bambino e Santi, e L’Ultima cena di Bartolomeo Coda) Bagnacavallo, Mastelletta, Salvator Rosa, Guercino, Cagnacci, Maffei, Piazzetta, Marchetti, Pittoni e Bigari.

Un’altra sezione del Museo è dedicata al pittore riminese dell’ottocento Guglielmo Bilancioni, mentre altre due sale accolgono i disegni, i dipinti e le opere grafiche di René Gruau, artista che ha lavorato con i più grandi stilisti tra cui Dior, Chanel, Givenchy e Balenciaga.

Tra le testimonianze della storia locale si segnalano inoltre i nove arazzi che decorano le sale comunali, tessuti ad Anversa nel XVIII secolo su cartoni di A. Van Diepenberk; il celebre "saracino" utilizzato nelle giostre del Seicento e la serie degli stemmi (secc. XVI-XVII) provenienti dai più prestigiosi palazzi nobiliari della città insieme ad altri frammenti lapidei. L’importanza di Ariminum, tra le più antiche città fondate dai romani dell’Emilia-Romagna, è ben evidenziata nella sezione archeologica, grazie alla successione di temi e materiali che raccontano in modo chiaro i rapporti con la madre-patria Roma, il sistema politico-sociale vigente, la sua florida economia e le altrettanto fiorenti attività produttive. Ciascun pezzo dell’esposizione è una testimonianza delle forme di artigianato dell’epoca, una rievocazione degli ambienti domestici con i relativi arredi, attrezzature e suppelletti preziose. Gli oggetti proposti provengono dalle ricche domus cittadine, e delineano i tipo di rapporti intrattenuti dalla città portuale con il mare e i traffici che la univano all’Oriente e all’Africa, ricostruendo le forme di culto pubblico e privato a cui si aggiungono le grandi strutture architettoniche urbane come l’anfiteatro. Un posto di rilievo assoluto meritano le ricostruzioni della Domus del Chirurgo, della quale si mostrano al pubblico una riproduzione di alcune stanze come erano al tempo: lo studio medico, la stanza da letto, la sala da pranzo con il suo arredamento, le pavimentazioni, le decorazioni, il mobilio ritrovato nel corso dell’esplorazione archeologico. La domus era infatti dotata di preziosi ornamenti come mosaici, intonaci e colorate decorazioni parietali, preziose e suggestive. Come è stato detto, le operazioni di scavo hanno permesso anche il recupero degli strumenti professionali del chirurgo, quasi tutti, i quali rappresentano un incredibile e fondamentale indizio materiale e culturale della pratica medica nell’antichità. Nel complesso, la domus costituisce un raro caso di ambulatorio, che unisce alla residenza del medico gli spazi pensati per il ricevimento, la visita e la cura dei pazienti, nonché spazi dedicati alla preparazione dei medicinali.

Orari

Lunedì
Chiuso
Martedì
10:00 am-07:00 pm
Mercoledì
10:00 am-07:00 pm
09:00 pm-11:00 pm
Giovedì
10:00 am-07:00 pm
Venerdì
10:00 am-07:00 pm
09:00 pm-11:00 pm
Sabato - Domenica
10:00 am-07:00 pm
Domus del Chirurgo
Piazza Luigi Ferrari, 47921 Rimini RN, Italia
Chiama +390541793851 Sito Web

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