Le considerevoli raccolte del Museo Nazionale di Ravenna, ospitate nell’ex monastero benedettino di San Vitale, conferiscono al visitatore un’atmosfera di piacevolezza percorrendo i chiostri rinascimentali e salendo lo scalone settecentesco. Successivamente, egli può percorrere le vecchie celle, i dormitori, le sale dell’abbazia. Questo nucleo originario delle collezioni risale all’intraprendenza dei monaci delle abbazie più importanti della città, in particolare dagli abati di Classe, già a partire dal 1700. Quando le raccolte divennero pubbliche, queste andarono a formare il primo museo cittadino, che venne poi elevato a Nazionale alla fine del XIX secolo. Inoltre, la quantità di reperti è aumentata grazie a donazioni private e materiali da scavi. Tra le opere archeologiche risalenti all’epoca romana vi erano il Rilievo di Augusto e l’Erma di Milziade. Quest’ultime sono senza dubbio le più famose, insieme alle stele sepolcrali dei marinai del porto imperiale e ai frammenti scultorei della Port’Aurea. Tuttavia, il carattere peculiare del museo è legato ai monumenti paleocristiani e bizantini di Ravenna, come ad esempio i capitelli in marmo proconnesio, le transenne da San Vitale e la sinopia preparatoria per il mosaico di Sant’Apollinare in Classe. Inoltre, le Arti Applicate, che vanno dai tessuti agli avori, compongono una vasta parte della collezione museale, ordinata tipologicamente in base al materiale, seguendo l’antica disposizione del museo Classense. All’interno della sezione degli Avori, sono presenti numerosi manufatti eburnei, della tradizione bizantina fino al XIX secolo, nonché una grande raccolta di icone risalenti dal tardo 1300 al 1700. Altri nuclei importanti sono i bronzetti rinascimentali, le ceramiche con un ampio gruppo di maioliche istoriate e la collezione di armi e armature. Inoltre, all’interno del museo si trova la sala dei tessuti antichi, che vanta i rarissimi sciamiti serici da San Giuliano, recentemente riallestita. Infine, bisogna ricordare il prezioso ciclo di affreschi del Trecento, opera di Pietro da Rimini, staccata dall’antica chiesa di Santa Chiara in Ravenna.