Nel 1674, Giovan Battista Benamati pubblicò l’Istoria della città di Guastalla, in cui ricordava che, nel mese di Aprile di quell’anno, le nozze dell’erede del signore della città Anna Isabella con Carlo Ferdinando di Mantova, diedero inizio alla costruzione di un edificio teatrale. Quest’ultimo sarebbe stato realizzato "A spese di persone particolari, che volontariamente vi concorsero, e in pochi anni è stato ridotto a tale perfettione, con quattro ordini di palchi secondo il modello d’Antonio Vasconi" (Benamati, 1674, pp. 108-109).
Invece di collocare il teatro nella Piazza della Rocca, dove già esistevano le prime opere di un vecchio progetto di teatro pubblico, il nuovo teatro sorse invece lungo una delle vie principali e "il Duca ha con un suo decreto [...] ordinato che detto luogo non possi mai essere ad altro uso convertito" (Benamati, 1674, pp. 108-109). A coloro che avevano sottoscritto la costruzione della struttura vennero assegnati i posti in teatro, e tre sovrintendenti furono nominati per garantire il suo funzionamento.
Come sottolineato da Cadore nel 1985 e come mostrato dalla gestione accademica e la partecipazione dei privati cittadini erano già in atto iniziative indipendenti dalla corte. Iniziative che vennero definitivamente accettate nel 1706 quando vennero redatti i 18 capitoli che dovevano chiarire i rapporti tra il teatro e l’Accademia degli Oziosi e che prevedevano sistemi di autofinanziamento e scambi teatrali.
L’impegno civile e culturale che circolava intorno al teatro dimostrava che questo non era più un intrattenimento per la corte, ma i sovrani erano solo dei semplici spettatori (Calore, 1985, p.303).
Dopo due anni di lavori di ripristino e decorazione affidati ad A. Paglia e F. Cardinali, nel 1814 il teatro fu nuovamente inaugurato. Un moderno restauro del 1965 ha alterato l’aspetto ottocentesco, eliminando i vecchi palchetti e sostituendoli con una balaustra con divisori nei primi tre ordini. Si sono conservati soltanto i fregi del boccascena, un tendone rosso nell’atrio, la decorazione del soffitto della cavea e dell’atrio (Bondoni, p. 194).
La facciata dell’edificio, d’altro canto, ha conservato l’aspetto originale del Seicento, con un ingresso centrale e un timpano nella sommità, sovrastati da tre grandi finestre al primo piano, ornate da altorilievi ottocenteschi con ritratti. Attualmente, il teatro è in funzione e ospita rappresentazioni di prosa.
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