Panoramica
L’istituto museale più antico di Faenza è sorto nel 1797, a seguito dell’acquisizione della collezione d’arte di Giuseppe Zauli. Il primo ordinamento espositivo della raccolta, che si trovava nell’ex convento dei gesuiti ed era indipendente dalla Scuola di Disegno fondata da Zauli, ebbe luogo nel 1879. In seguito, il museo si ampliò grazie alle opere provenienti dalla Congregazione di Carità, alle donazioni private e a un’avveduta serie di acquisti promossa dall’allora direttore F. Argnani che raggruppò un nucleo consistente di reperti archeologici rinvenuti nella zona e molte maioliche faentine, primi esemplari del futuro museo delle ceramiche. Dagli anni Venti del XX secolo, la Pinacoteca fu caratterizzata principalmente come quadreria. Attualmente è divisa in sezione antica e galleria d’arte moderna. Nella sezione antica è documentato il periodo dall’età romana all’alto medioevo con mosaici, lapidi, sculture ed epigrafi, mentre la produzione artistica successiva comprende un bell’insieme di dipinti e sculture dal XIII al XVIII secolo. La pittura di ambito romagnolo è rappresentata da opere di vari artisti, tra cui Giovanni da Rimini, Biagio d’Antonio da Firenze, Marco Palmezzano, Innocenzo da Imola, Bagnacavallo, Giovanni Battista e Jacopo Bertucci, Ferraù Fenzoni, Luca Scaletti, Niccolò Paganelli, Battista e Dosso Dossi, Alessandro Allori, Francesco Furini, Rutilio Manetti, Albani, Tiarini, Bigari, Gaetano Gandolfi, Landi e Giani. Tra i settori tematici principali figurano la notevole raccolta delle nature morte di Recco, Ruoppolo, Boselli, Resani, Magini, Levoli e una serie di vedute dove la critica ha identificato un paesaggio di Francesco Guardi. Fra le sculture opere di Donatello, Lombardi, Francesco di Simone, Rossellino. La galleria d’arte moderna comprende opere di varie tendenze artistiche: dal neoclassicismo al purismo, al romanticismo, al realismo.